Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
Le vittorie improbabili: Milan a Madrid e Trump negli USA. Le meraviglie delle previsioni sbagliate.
di Achille De Tommaso
Eppure, in un mondo che sembra sempre più dominato dalla necessità di "prevedere" matematicamente, ogni aspetto della nostra vita, l'incertezza rimane una costante. E la Meccanica Quantistica forse ci dice che è parte della nostra vita; del nostro Universo.
L'incredibile successo del Milan a Madrid e la resurrezione politica di Trump sono solo due esempi che ci ricordano, nel modo più schiacciante, che gli esseri umani – e le loro azioni – sono fondamentalmente imprevedibili. E, anche se possiamo usare i dati, gli algoritmi, o i modelli complessi per cercare di anticipare il futuro, in realtà, le previsioni, quando coinvolgono esseri umani, possono sbagliare, e alla grande.
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Basta guardare la politica, un campo che si presta benissimo alle sorprese. I sondaggi politici, che sembrano essere diventati ormai una sorta di "bibbia" della modernità, ci dicono che possiamo conoscere in anticipo chi avrà la meglio in una elezione, quali saranno i trend di crescita, o addirittura quale è l'opinione pubblica su un tema determinato. Magari usando 13 parametri che non hanno mai sbagliato. E quando l'esito delle elezioni non corrisponde alle previsioni, si assiste a una sorta di smarrimento collettivo, come se fosse successo qualcosa di impossibile per la prima volta. Eppure, la verità è che, quando si tratta di comportamenti umani, non c'è niente di scontato. I numeri, le statistiche e le curve di tendenze si basano su modelli matematici che si fondano su un'assunzione fondamentale: che gli esseri umani siano razionali; e invece non lo siamo. Ma comunque, da esseri irrazionali, anche se le previsioni continuano a sbagliare, noi ci crediamo.
Ma la realtà è ben diversa. E include magari anche il fatto che certe previsioni vengano fatte per ingannare il lettore, o l’elettore. Magari per spingere l’elettore (e io personalmente ho questa legittima suspicione) a votare in un certo modo.
Ma facciamo finta che ci sia solo imponderabilità. Questo concetto di imponderabilità, per quanto affascinante, si scontra inevitabilmente con il nostro desiderio di certezza. Siamo tutti affascinati dal pensiero che la tecnologia e la scienza possano portarci a prevedere il futuro con una certa precisione. Ma la verità è che, in fin dei conti, l'imprevedibilità ci appartiene; e anche i più sofisticati strumenti statistici, come quelli della Psicostoria di Isaac Asimov, sappiamo che falliva di fronte all’imponderabilità, semplicemente, di un singolo, di un solo essere umano.
Ecco perché, se da una parte i sondaggisti e gli analisti continuano a fare il loro mestiere pensando che ci beviamo i loro vaticini, dall'altra dovremmo forse imparare a fare attenzione a non considerare le previsioni come verità assolute. Ogni previsione è, in fondo, una fotografia del presente basata sul passato, non una cartina di tornasole infallibile del futuro. E quando quel futuro arriva, con il suo carico di eventi, spesso conosciuti, ma sottovalutati, scopriamo che non possiamo mai veramente essere certi di cosa accadrà. Proprio come il Milan, ottavo in classifica italiana, che ha sconfitto il Real Madrid, campione del mondo, contro ogni previsione; o Trump, che ha sfidato i sondaggi e la logica per tornare alla ribalta. E non è questione di un possibile errore metodologico della previsione, perché le due vittorie testimoniano un errore previsionale delle due vittorie che è grave per la misura dell’errore: fuori casa il Milan con 3 a 1; e Trump, considerato alla pari, ma spesso di pochissimo avanti e spesso di pochissimo indietro, che vince invece a mani basse tutto ciò che c’è da vincere. E’ qui dove i sondaggisti hanno “cannato”: nella misura del loro errore.
E ci rendiamo conto che, nel grande gioco della vita, l'imprevedibilità è sempre l'ultima cosa a morire.
Questi esempi ci hanno insegnato qualcosa che dovremmo deciderci ad imparare: la realtà, per quanto possiamo studiarla e analizzarla, rimane sfuggente, quando tratta il comportamento degli esseri umani. Magari, forse, in fondo, è proprio questo che la rende affascinante: l’imprevedibile ci affascina. Quel momento in cui tutto cambia senza preavviso, come il gioco d’azzardo, come una partita che sembra già persa in partenza, e che invece finisce con un trionfo inaspettato, e di varie lunghezze. O un candidato dato per sconfitto che, con un colpo di scena, e per fatti ancora da capire bene, e da spiegare, torna sulla scena politica come protagonista.
La fisica può prevedere con precisione del 99,999% dove sarà il sole tra 1000 anni, ma la medicina non può prevedere se un farmaco che ha fatto bene a me, faccia anche bene a te. Perché? Non è forse la medicina una scienza? No: perché la medicina tratta di esseri umani.
Ecco perché, alla fine, anche quando i sondaggi e le analisi politiche sembrano dirci che il futuro è già scritto, dobbiamo sempre essere pronti, quando ci sono di mezzo le persone, a un colpo di scena. Perché, come ci insegnano i grandi eventi del nostro tempo – dalle vittorie improbabili del Milan ai ritorni sorprendenti di un personaggio politico – ogni previsione può essere smentita in un istante. La storia, come la vita, è fatta di sorprese. E chi dice di saperne già l'esito, forse sta semplicemente dimenticando l'essenza dell'essere umano: la sua imponderabilità. Oppure “ci fa”.
Ci vediamo il 21.