Aggiornato al 27/04/2024

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Voltaire

Edward Hopper (Nyack, New York, 1882 - 1967) - Room in New York

 

Distanziamento sociale: un recente studio del MIT suggerisce che 1-2 metri non siano sufficienti

di Achille de Tommaso

 

Non bastano; e sembra illusorio pensare che con l’arrivo della stagione estiva, il coronavirus possa svanire.

 

***

Mi spiace dover registrare altre cattive notizie sul tema Covid-19; ma, visto che il 29 marzo, i telegiornali italiani riportavano che sono state elevate nella giornata 5000 denunce per circolazione irregolare (di cui 50 persone infette e in quarantena), ritengo che un pochino più di “preoccupazione” non faccia poi male.

La regola del “distanziamento sociale” di due metri, utilizzata per separare le persone, potrebbe dover essere quattro volte più grande al fine di rallentare la diffusione del coronavirus. Questo è ciò che suggerisce un recente studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) riportato dal lo JAMA (Journal of American Medical Association) (1).

Come sappiamo, il “distanziamento sociale” è ritenuto oggi una delle migliori armi per contenere il virus; da cui le varie norme che, con vari tentennamenti e indiscipline, gli italiani stanno seguendo.

La possibile efficacia di queste norme è illustrata nei grafici seguenti (fonte : The Telegraph)

 

 

I grafici parlano di “less exposure = meno esposizione”; cosa significa ? Attualmente, alle persone viene chiesto di mantenere una distanza di circa 2 metri quando sono fuori; ad esempio in coda ai supermercati; e alcuni di questi esercizi hanno marcato delle linee di nastro adesivo sul pavimento, per garantire un'adeguata separazione tra gli acquirenti durante la fila.

Ma una recente analisi del MIT ha notato che le goccioline espulse in tosse e starnuti possono viaggiare in un'atmosfera calda e umida a una velocità che va dai dieci metri ai 100 metri al secondo, creando una nuvola che può estendersi da circa sette metri a otto metri dalla persona generante gli starnuti.

I ricercatori hanno poi anche avvertito che le goccioline possono rimanere sospese nell'aria per ore, (2) quando si spostino lungo i flussi d'aria generati da sistemi di condizionamento e ventilazione (di cui anche i supermercati e uffici sono forniti) .

Particelle virali sono state trovate infatti nei sistemi di climatizzazione delle sale ospedaliere con pazienti affetti da coronavirus; che, secondo il team del MIT potrebbero essere state trasportate da "nuvole di turbolenza" d’aria.

Gli scienziati hanno affermato che questa ricerca ha implicazioni sia per il pubblico che per gli operatori sanitari, che potrebbero non rendersi conto di dover indossare dispositivi di protezione individuale anche quando non si trovino nelle immediate vicinanze di un paziente infetto.

Scrivendo sul Journal of American Medical Association (Jama), gli autori hanno affermato che le attuali linee guida sulla distanza potrebbero essere troppo conservative. "Queste distanze si basano su stime che non hanno considerato la possibile presenza di “nuvole ad alto momento”, che trasportano le goccioline su relativamente più lunghe distanze. Viene anche riportato che le direttive ufficiali esistenti sono vecchie: risalgono al 1930. Quando i sistemi di ventilazione non erano diffusi.

Ma c’è anche un’altra cattiva notizia: un altro studio pubblicato sulla stessa rivista (3) da parte di ricercatori cinesi ha anche dimostrato che il virus può sopravvivere bene in condizioni che, oltre che calde, siano anche secche. In altre parole, non aspettiamo che l’estate possa necessariamente sconfiggere il Covid-19.

Questa è una cattiva notizia, perché si sperava che quando il clima venga a riscaldarsi, il coronavirus possa scomparire o indebolirsi; cosa che di solito accade con l'influenza stagionale. Ma lo studio suggerisce che ciò potrebbe accadere, ma solo in presenza di certi livelli di umidità.

La Nanjing Medical University in Cina ha scoperto che, dopo che un uomo infetto aveva fatto un bagno in piscina, nella città di Huai'an, a circa 600m km a nord-est di Wuhan, otto persone che avevano utilizzato la stessa piscina avevano contratto il coronavirus nei giorni seguenti.

Il virus quindi sembra sia sopravvissuto nonostante la temperatura della piscina fosse compresa tra 25 gradi e 41 gradi Celsius, e un'umidità del 50% circa; condizioni che normalmente avrebbero ucciso un virus come quello dell'influenza.

"Precedenti studi avevano già dimostrato che la velocità di trasmissione di un virus è significativamente indebolita in un ambiente con alta temperatura, ma anche alta umidità", scrive l'autore Dr Qilong Wang.

Quindi, in assenza di vaccino (e di appropriate e ben diffuse strutture di emergenza); la migliore regola pare essere ancora quella di “stare il più possibile a casa”.

  1. JAMA è il Journal of American Medical Association https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2763852
  2. https://www.telegraph.co.uk/news/2020/03/06/air-conditioning-systems-could-spread-coronavirus-research-shows/
  3. https://wchstv.com/news/coronavirus/another-study-suggests-warmermore-humid-weather-could-limit-covid-19-transmission

 

 

Inserito il:01/04/2020 16:24:56
Ultimo aggiornamento:01/04/2020 16:34:34
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