Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
Clicca qui per ascoltare
Lamento notturno di un radical chic errante nell'altro emisfero ...
di Graziano Saibene
Mi è capitato di leggere in questi giorni sul Corriere un articolo di Ernesto Galli della Loggia, che si schierava decisamente contro le critiche avanzate da diversi esponenti dell'opposizione all'attuale governo sulle direttive proposte dal ministro Valditara per riconfigurare i contenuti delle materie d'insegnamento nelle scuole italiane:
“Verrà dato un nuovo impulso allo studio della Storia, non però come disciplina fondata sullo studio dei documenti, dei reperti e delle fonti, ma come grande narrazione, partendo dalla lettura della Bibbia e dell'epica classica: Iliade, Odissea, Eneide, ma anche delle saghe nordiche, care ai popoli germanici....”
“..... niente più geostoria, niente più ibridazioni con la geografia, meno mondo insomma, più Paese. Si privilegerà lo studio della storia dell'Italia, dell'Europa ma anche dell'America, cioè di tutto e solo l'Occidente, con buona pace della lunga tradizione di scambio con il Medio e il Lontano Oriente che, da Alessandro Magno a Marco Polo, ha caratterizzato la nostra storia fin dalle origini.”
Al di là di ogni considerazione di carattere ideologico, mi interessa qui far notare che il grande editorialista – con cui quasi sempre concordo – si impegna a giustificare la scelta del ministro di limitare gli argomenti da trattare nell'ambito dello studio della Storia.
Anzi, nell'intervista pubblicata sul Corriere e citata anche su Il Giornale, spiega che non ci sarebbe tempo per occuparsi di “altre” storie, e che comunque, quando le attuali opposizioni avrebbero potuto riformare efficacemente la scuola pubblica, non hanno fatto nulla.
Ma io qualche obiezione la faccio.
Ho avuto la fortuna di studiare in ottime scuole pubbliche, non ancora stravolte dalla contestazione giovanile degli anni '60 e '70, con insegnanti di ruolo quasi sempre ben preparati e con la “vocazione” all'insegnamento ben visibile nel loro comportamento.
Le letture che mi hanno accompagnato durante, e soprattutto dopo la mia formazione scolastica, hanno determinato spesso variazioni anche sensibili dei miei orientamenti culturali e politici.
Ricordo sempre l'entusiasmo con cui ho divorato certi libri: quello che qui mi preme ricordare è una relativamente recente (2017) pubblicazione di Yuval Noah Harari, “Sapiens: da animali a Dei – Breve storia dell'umanità”. Alla fine della lettura, non mi vergognavo di proclamare che, se fosse dipeso da me, quello avrebbe dovuto essere adottato come libro di Storia da tutte le scuole del mondo, di ogni ordine e grado.
In effetti non capisco ancora come nemmeno l'editorialista di cui sopra non ne faccia cenno. A maggior ragione avendo egli fatto parte del comitato di esperti a cui il ministro Valditara aveva affidato il compito di preparargli delle indicazioni sull'insegnamento della storia.
Non mi resta che accennare ad alcune mie considerazioni personali, che propongo, senza pretese, ai miei colleghi di Nel Futuro:
- lo scrittore Harari è Israeliano, quindi verosimilmente educato nella tradizione ebraica, con tutto quello che ciò ha significato nella sua iniziazione culturale;
- raccomando particolarmente le sue notazioni per quello che riguarda la diffusione delle religioni, e di come esse abbiano contribuito alle prime aggregazioni di umani;
- oggi l'umanità appare, in linea di massima, divisa fra 2 concezioni sempre più nette e in conflitto tra loro: da una parte gli evoluzionisti – che credono alle teorie descritte soprattutto da Darwin, e tendono a seguire le raccomandazioni della maggioranza degli scienziati, cioè di coloro che seguono metodologie basate su risultati di esperienze scientifiche - dall'altra i creazionisti che credono (o sostengono di credere) all'originario intervento di un ente creatore dei primi esseri umani su questa Terra;
- molti appartenenti a questa seconda (ma ora apparentemente maggioritaria o comunque in crescita inarrestabile) categoria hanno capito che, controllando efficacemente i centri di diffusione delle loro teorie, finiscono per controllare anche il “potere”.
Il mio pensiero corre a Elon Musk, a Zuckerberg ecc, ecc,
Del resto l'autore di “Sapiens” giustifica l'innegabile superiorità della razza umana sulle altre creature viventi, facendola derivare dalla sua capacità di “narrazione”: e cita proprio religione e moneta tra le “invenzioni” che sono state più utili al dominio nell'ambito delle prime aggregazioni.