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… da dove viene tanta spudoratezza?
… a ruota libera
di Davide Torrielli
Di recente gli italiani, attoniti, hanno assistito, loro malgrado, ad una nuova puntata di “Beautiful”, che, però, non si è svolta a Los Angeles, ma a casa nostra.
Il nostro, per fortuna, ex, ministro della cultura, ha messo in scena uno dei momenti più bassi dello statismo italiano che, di certo, affonda le proprie radici lontano, in una palude di comportamenti vergognosi che furono sdoganati da un imprenditore fattosi politico per salvarsi le terga, tanti anni fa.
Non abbiamo contezza conscia dei danni lasciati al nostro stato ed al modo di intendere il fare politica da quel signore al punto che non ci stupiamo poi di tanto nel momento in cui la nostra presidente del consiglio, respinge le dimissioni del tale che si è prodigato in tanto statismo.
Che c’è di poi tanto strano?
Il ministro della cultura, attenzione, della cultura, fa parte di un governo che professa la famiglia come centro gangliare della nostra società ed egli stesso in più occasioni, non ne ha fatto mistero; capita poi che il figuro, invaghitosi delle bocce della Boccia, perde il contatto con la realtà, o forse si ricollega a seconda dei punti di vista e inizia a coinvolgerla in una serie di occasioni formali che non lasciano dubbi in merito allo … scopo … di tanta premura, in occasioni mondane e istituzionali, per arrivare poi a pensare addirittura di formalizzare un incarico stabile come “consigliere grandi eventi”: esiste carteggio e registrazioni telefoniche di cotanto coraggio.
Dal governo un quadrato romano, con attestazioni di stima per il lavoro svolto, gli obiettivi raggiunti ed i risultati encomiabili. Viene addirittura richiamato come dotato di grande onestà.
Ma chiediamoci da dove viene tanta faccia di tolla? Come è possibile affermare l’irragionevole senza timore di essere deriso?
La scuola è quella del grande Silvio, non vi è dubbio. Lui seppe trasformare il modo nel quale i politici si comportano, parlano e stabiliscono contatto con il proprio popolo.
La politica di taverna, d’osteria, dove in preda a fumi d’alcool, si fa a gara a chi la spara più grossa, senza timore di essere preso in giro.
Diventa quindi puerile l’assegnare incarichi alla propria amante in uno stato dove il presidente del consiglio trasforma la propria meretrice di fiducia nella figlia di un presidente egiziano per farla liberare. Roba da ragazzi e non si tratta di analisi di parte ma di vera e propria constatazione di un inquinamento sociologico che serpeggia nei palazzi di potere e che ci accompagnerà per molti molti anni, trasformando comportamenti esecrabili in leggerezze da educande.
Lui seppe abbassare l’asticella dell’etica, ridicolizzare la figura del politico, che deve svolgere il proprio ruolo in modo integerrimo e per incarico elettivo particolarmente basato sulla morale, sul comportamento scevro da qualsiasi minimo dubbio.
Qui invece passa tutto, perché non servono saltatori olimpici per saltare 80 cm di asticella, ma è sufficiente il più scarso degli “atleti” che altro non fanno che continuare ad abbassarla di anno in anno.
Il ministro ora lascia il testimone perché, dice, deve stare vicino a sua moglie! Ma ci rendiamo conto di cosa sta dicendo?
Gira per eventi con la sua amante, ammette la relazione ed ora lascia per sostenere la moglie. Incredibile che abbia ancora una moglie e questo ancora una volta, forse, ha a che fare con qualche scappatella, diciamo, che onora la figura femminile … d’altra parte dietro, mai davanti, ad un grande uomo, c’è una grande donna, no?
Robe da pazzi.
L’eredità di Berlusconi si fa sentire e siamo solo all’inizio.
L’erede dell’amante delle bocce arriva dalla militanza, tenta lo studio universitario in filosofia senza essere stato in grado di laurearsi.
C’era di meglio in Italia come ministro della cultura?
Te curas