Lutz Baar (Berlino, Contemporaneo) - Maritime Regatta
“Buon vento”, Luna Rossa !
di Achille De Tommaso
Mentre l’America’s Cup (e tutte le regate della Coppa Prada che hanno portato a questo traguardo) e Luna Rossa trovano poco spazio nella TV italiana, troppo indaffarata con il calcio, noi perdiamo una buona occasione per poter essere orgogliosi non solo dei risultati in questo sport velico, ma anche della tecnologia e dell’esperienza italiana nella nautica. Infatti questa regata ha, tra i tanti, un particolare che la assimila alla formula 1: non si vince solo per la bravura fisica e strategica degli atleti; si vince anche per le innovazioni tecnologiche che si è stati in grado di produrre. Ed essere gli sfidanti dei “defender”, come siamo, significa proprio che in fatto di tecnologia nautica siamo al top.
Sfida tecnologica
Infatti l’America’s Cup è soprattutto una sfida tecnologica: è nata come una sfida tra Yacht Club, 170 anni fa, con una famosa regata intorno all’isola di Wight. “Questa Coppa viene donata a condizione che venga conservata come Challenge Cup perpetua per competizioni amichevoli tra paesi stranieri.”, così cita il Deed of Gift, che risale al 1852 ed è, insieme al Protocollo, il principale documento che regola da sempre le condizioni della sfida.
Le barche per la “Cup”devono essere progettate e costruite secondo delle regole ben precise: le regole di classe.
Nel marzo 2018 sono state pubblicate le AC75 Class Rules, scritte in comune accordo tra il Defender e il Challenger. Si tratta di un documento di 72 pagine che definisce i parametri entro i quali i design team devono rimanere per progettare uno scafo conforme a competere nella 36^ America’s Cup.
E l’edizione numero 36 resterà nella storia dell’America’s Cup per aver introdotto un’imbarcazione rivoluzionaria: la classe AC75 .
La classe AC75 trae spunti da molte tecnologie, oltre quella nautica: da quella automobilistica, a quella aereonautica. Infatti questa barca vola, e abbatte molte tradizioni della vela: non ha deriva con bulbo, non ha boma, ha due rande accostate, e queste rande sono quasi permanentemente “cazzate” a tutte le andature; l’equipaggio non si siede fuori bordo per bilanciare, ma rimane rannicchiato, con caschi da pilota, entro due scanalature, i “grinder” non cazzano le vele, ma producono energia con i loro “macinini”; e la barca vola sull’acqua. Vola in tutti i sensi: siamo nell’ordine dei 40 nodi in bolina larga, 50 nodi e più alle andature portanti. Chi pratica la nautica da diporto sa benissimo che queste velocità sono ambiziose anche per potenti scafi a motore.
Per darvene un’idea vi faccio vedere qui sotto una foto di Luna Rossa affiancata da due “gommoni di addestramento”, che servono per valutare, affiancandosi all’imbarcazione nelle sessioni di prova, le strategie e le tecnologie. Ebbene, ogni gommone, per stare dietro a Luna Rossa, è dotato di motori da 750 hp.
La classe AC75 si basa su alcuni numeri fissi: 22,70 metri di lunghezza, bompresso compreso; 5 metri di baglio massimo; 6,5 tonnellate di peso, 26,5 metri di altezza dell’albero dalla coperta; 225-235 mq di superficie velica tra la randa e il fiocco (più i 200 mq del “Code Zero”, che è la vela per le andature portanti). Luna Rossa Prada Pirelli è stata costruita, in fibra di carbonio e alluminio, dalla Persico Marine di Nembro.
La magia del foiling
Ma la vera rottura con il passato è rappresentata dal foiling, l’insieme di appendici che nella configurazione ideale consentono allo scafo di decollare letteralmente dall’acqua e mantenersi sollevato a velocità incredibili.
I “foil”, sono due appendici laterali che richiamano delle ali ; l’apertura massima è di quattro metri per ciascuna; pesano ben 500 kg l’una e possono reggere sino a un carico di rottura di 27 tonnellate. Elemento fondamentale: il braccio (o l’ala), nella sua parte terminale, è regolabile ed è dotato di flap; proprio come le ali degli aerei.
Infatti, quando il flap del foil si piega in basso, si crea il sollevamento, esattamente come fa l’ala di un aereo. Il foil del timone è invece la coda dell’aereo. Più la poppa si avvicina allo specchio di acqua, più viene aumentato l’angolo di attacco dei foil, che provvedono a sollevare lo scafo. Nel momento in cui la barca è ‘in volo’, si cerca di abbassare la prua sull'acqua e si alzano i flap del foil per acquisire più stabilità. Come negli aerei.
Il timoniere di Luna Rossa Prada Pirelli non impegnato alla ruota (i timonieri, come vedremo, sono due), manovra una consolle piena di pulsanti, in misura simile a una consolle di una monoposto da Formula 1; egli viene denominato “controllore di volo”: a lui spetta l’assetto. La protezione dal rovesciamento (scuffia) viene garantita dal foil che in quel momento è sollevato; ma questa protezione non è assoluta (come con il bulbo, che in genere pesa una tonnellata).
La doppia randa
Tutto questo non servirebbe a nulla senza la potenza dell’impianto velico, che invece ha chiari legami con il mondo dei multiscafi oceanici che già negli anni ’90 introdussero il concetto di albero alare per aumentare la superficie disponibile e dare più sicurezza all’insieme. Ora più che mai anche nell’America’s Cup, il complesso albero-randa è un elemento fondamentale e la nuova regola di classe ha permesso l’introduzione della cosiddetta soft wing: vela decisamente innovativa; mentre il fiocco a prua e l’ampio Code Zero – per quanto realizzati in materiali sofisticati – non presentano novità.
Geniale invece la soft wing, costituita da due rande issate parallelamente, all’interno delle quali sono inseriti i controlli della forma della vela: consente di avere un’efficienza pari a un’ala rigida ma con una facilità di utilizzo non lontana da quella di una vela tradizionale. (in uno dei video viene spiegato meglio).
Un pizzico di mistero
Sia chiaro: proprio come all’aprirsi della stagione di Formula 1, Il funzionamento della barca AC75 non è ancora tutto noto, come vuole l’alone di mistero che pervade la tecnologia dell’America’s Cup: qualcuno sostiene che ‘nasconda’ le volanti dell’albero all’interno, molti altri sono rimasti stupiti dall’assenza del classico boma dove viene infilato il lato inferiore della randa. Il motivo dovrebbe essere quello di poter sfruttare al massimo il profilo alare della vela, “saldandolo” alla coperta e creando un insieme perfetto. Facilmente ne sapremo di più, come sempre, alla fine della manifestazione. Di certo, le nuove soluzioni arriveranno nella vela prima da competizione e poi in quella da diporto. E’ sempre stato così: uno dei tanti meriti della Regata delle regate.
I ruoli nell’equipaggio
In realtà ancora nessuno ha spiegato bene, a noi velisti della domenica, quali siano i compiti di ogni membro dell’equipaggio e qual è l’organizzazione a bordo. Anche perché la definizione dei ruoli, in questa regata, ha alcune libertà, che, spesso, nascondono la strategia di gara. Raccogliendo vaghe informazioni di qua e di là, mi pare di aver capito quanto segue: a bordo ci sono 11 persone di equipaggio; con due timonieri che hanno il compito di governare la barca nelle due dimensioni: destra/sinistra e cabrata/picchiata. Luna Rossa sembra orientata a tenere i timonieri ognuno in un lato e quello che non “guida”, da sottovento, è al controllo dei foil, con la sua pulsantiera.
Gli altri team sembrano aver scelto di avere un unico timoniere e la gestione dei foils è lasciata ai due randisti che rimangono ognuno in un lato: quello sopravvento regola la randa, quello sottovento le ali. Questi personaggi, vista la velocità della barca, hanno anche il compito di gestire la regata dal punto di vista tattico, proprio perché le decisioni vanno prese in frazioni di secondo.
Il randista ha un joystick con cui comanda tutte le regolazioni della vela principale, utilizzando l’energia pompata nell’impianto idraulico dai grinder. Schiacciando un bottone, il randista, cazza, lasca, sposta carrello, controlla il twist ecc.
Le due rande parallele poi nascondono altre regolazioni interne che permettono di ottimizzare ogni metro quadro di tela. Qualche team potrebbe avere la configurazione con due randisti che, come detto prima, si alternano alla randa e ai foils. Nella configurazione con un solo randista, lui è l’unico che si sposta da un bordo all’altro nei cambiamenti di mura (=cambiamento del lato da cui viene il vento). Unica cosa certa è che il randista è il più odiato dai grinders che sono costretti a produrre energia ogni volta che viene richiesta.
Le quattro postazioni dei grinder sono occupate da otto velisti addetti alla produzione di energia. Tranne che per la movimentazione dei bracci dei foils (c’è un motore elettrico), tutto è regolato con l’impianto idraulico e ogni volta che il randista o il trimmer muovono qualcosa, un segnale avvisa i grinder che c’è la necessità di mettere pressione nell’impianto. Due grinders (uno per lato) hanno il compito di regolare la vela di prua che sembra avere una gestione meno extraterrestre rispetto alla randa, con due winch separati che, per regolamento di stazza, servono per fare le virate “normali”: si molla una scotta e si cazza l’altra, come nelle barche che conosciamo tutti noi.
Ma questa non è vela!
Sicuramente ci sarà qualcuno che inorridirà nel vedere come “la vela sia caduta in basso”, e penserà che la vera vela non si fa con tutta questa elettronica. Io personalmente ne sono affascinato; e risponderei come sarebbe stato opportuno rispondere a coloro che vedevano nelle chitarre elettriche la fine della musica, e nelle fotocamere digitali la fine della fotografia: “Il progresso non si può arrestare”. Il possibile problema sarà, però, quando queste classi di barche “volanti” cominceranno a sfrecciare a 50 nodi tra di noi che facciamo il bagno.
La Regata delle Regate
La 36ma edizione dell’America’s Cup si è aperta ufficialmente mercoledì 10 marzo, quando Luna Rossa sfiderà i detentori del titolo: Emirates Team New Zealand. La Coppa America si concluderà quando una delle due compagini avrà ottenuto sette vittorie sulle tredici regate previste.
Concludo con una nota: un altro evento sportivo cui può essere assimilata questa regata è il pugilato: quando i due contendenti, prima dell’incontro, si offendono reciprocamente sulla stampa. Ebbene, il team neozelandese ha già tacciato Luna Rossa di essere “senza onore”, e anche di essere lenta e senza nessuna speranza di vincere.
Orbene, visto che nella “Prada Cup” abbiamo praticamente demolito gli avversari inglesi con un 7 a 1, ritengo che qualche speranza ce l’abbiamo. E comunque, essere giunti a questo punto ha già il sapore della vittoria. Per la cronaca: mentre scrivo il punteggio è 1-1.
“Buon vento”, Luna Rossa!
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Vi propongo questi due video:
VIDEO: LE REGOLE DEL GIOCO https://www.lunarossachallenge.com/it/news/627_Le-Regole-del-Gioco
VIDEO: TEHNICALITIES OF AC75: https://www.youtube.com/watch?v=H98nH-dvNUE