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L’attentato a Trump: shooter down
di Vincenzo Rampolla
Tra i molti paradossi emersi dall’attentato a Trump esattamente una settimana fa, tra incoerenze, stranezze, contraddizioni, assurdità e incanto dell’evento e della politica statunitense, uno viene gonfiato dalla stampa: il cupo silenzio da parte dei politici Dem, sulla necessità di inasprire le leggi sul possesso legale di armi. Con prontezza di riflessi fulminea, ogni singolo atto del passato di clamorosa violenza eclatante, come le uccisioni di massa con l’uso di carabine semiautomatiche di tipo Ar-15, e gli stessi attentati a Presidenti in carica degli Stati Uniti, hanno dato un giro di vite con severe modifiche alla normativa in materia di armi: il caso Kennedy, ha visto il Gun Control Act del 1968, l’attentato al presidente Reagan, l’istituzione del Brady bill dal nome dell’addetto stampa di Reagan, James Brady, colpito e paralizzato. Nel caso dell’attentato a Trump invece indistintamente tutti i politici Dem hanno rivolto i commenti alla necessità di ridimensionare la violenza politica e di rispettare le istituzioni americane e non una sola parola è uscita sul mito della difesa personale. Per prime le Associazioni sul Gun control hanno manifestato la sorpresa. Il NY Times addirittura ipotizza che questo silenzio tombale sia legato alla scelta dei Dem di non ridestare un tema già condannato ad essere lama a doppio taglio per l’elettorato statunitense, tanto più con i sondaggi che danno Biden barcollante per il rendez-vous di novembre. Silenzio inquietante, a dir poco. Eppure, un’indagine attenta, lucida e oculata dell’attentato a Trump, sembra avere molto da dire in merito.
Lo sparo. Trascorsi circa 15 minuti dall'inizio di un comizio in Pennsylvania con Trump che sta parlando dell'ondata di migranti che hanno invaso gli Stati Uniti: uno sparo. Trump fulmineo si abbassa e porta la mano all'orecchio destro senza parole né lamenti. Sanguina, colpito da qualcosa. Subito 5 uomini e 1 donna del Secret Service si lanciano su di lui, lo sollevano e lo trascinano a terra, dietro al leggio. Alle sue spalle la folla urla, scatta foto e cerca un riparo. Lui si alza, si dibatte e con il pugno teso, incita alla lotta.
Gli spari. Altri spari, circa 5-8. Le forze dell'ordine identificano il fucile Ar-15 come l'arma dalla quale il ventenne Thomas Matthew Crooks ha sparato durante il comizio a Butler, borgo a un’ora da casa sua.
Il fucile. È l’arma d’assalto con cui Thomas ha sparato i colpi che hanno ucciso una persona e ferito altre due persone e Trump durante il comizio. Conta 40 milioni di pezzi venduti. Prodotto dalla Colt, il modello Ar-15 ha ispirato repliche ed è diventato il simbolo di gruppi politici che si schierano contro la limitazione delle armi dopo quella varata nel 1994 dall'amministrazione Clinton. Dalla sparatoria alla scuola elementare Sandy Hook (Connecticut) del 2012 a quella di Las Vegas nel 2017, il nome dell'arma compare in tante stragi di massa negli Stati Uniti. Il fucile a colpo singolo è in grado di sparare fino a 60 colpi al minuto. L'Ar-15 ha una presenza capillare nelle armerie americane ed è acquistabile per poco più di 1.000 $. La popolarità del fucile ha generato la nascita di un'associazione ad esso dedicata, la Ar-15 Owners of America. La pericolosità del fucile semi-automatico è ben nota già negli anni ‘90 quando l'allora amministrazione Clinton riuscì ad imporre una moratoria di 10 anni. Varato nel 1994, il blocco alla vendita non è stato rinnovato e dal 2004 Ar-15 ha conosciuto un'impennata di diffusione. Nel tempo è asceso a simbolo di associazioni e gruppi politici conservatori apertamente schierati contro la limitazione delle armi per uso privato. Un anno fa il modello è stato raffigurato in spille e cravatte indossate da parlamentari repubblicani al Congresso in una campagna per rilanciare il diritto degli americani a portare armi a scopo di difesa. Fino all'inizio della presidenza Biden, è in commercio un kit da 99 $ che lo trasforma da semi automatico in automatico con velocità 975 m/s e gittata massima 550 m. I due mitra sparano colpi fino all'esaurimento del caricatore (da 5 a max 100 proiettili). Essendo un'arma semiautomatica, l'Ar-15 non è un fucile da cecchino. I tiratori scelti preferiscono fucili a colpo singolo, di calibro maggiore e con ottiche di mira che li rendono letali anche a grandi distanze.
Gli agenti. Pochi secondi prima che aprisse il fuoco su Trump, Thomas si è trovato faccia a faccia con un agente di polizia municipale che era andato a esaminare il tetto a seguito di una richiesta delle forze dell'ordine per identificare un individuo sospetto visto vicino alla manifestazione. Lo ha dichiarato al Washington Post Michael T. Slupe, sceriffo della contea di Butler. Slupe ha detto che un agente di Butler Township si è issato abbastanza in alto per sbirciare sul tetto dell'edificio adiacente al raduno e l'uomo armato si è girato e gli ha puntato contro l'arma. Il poliziotto si è salvato abbassandosi. A quel punto Thomas ha cominciato a sparare in direzione del palco. Pochi millimetri più a sinistra, e Trump sarebbe stato centrato in testa. Uno solo degli 8 proiettili sparati da Thomas, a una distanza di circa 130 m, l’ha raggiunto di striscio, ferendolo leggermente nella parte superiore dell’orecchio destro.
La ferita di Trump. Doug Mills, fotografo al seguito del New York Times, ha immortalato con la sua fotocamera digitale Sony la traiettoria del proiettile che ha sfiorato l'orecchio di Trump, a pochi passi dal palco colpendolo di striscio. Trump si è portato una mano all’orecchio, ha visto il sangue e si è accucciato mentre gli agenti del Secret Service gli si sono lanciati sopra, schermandolo.
I testimoni. Secondo quanto riferito da uno spettatore che si trovava sulla linea di tiro, un uomo è stato ucciso con un proiettile in testa; il testimone, intervistato dalla Nbc News ha raccontato che era seduto sugli spalti all'estrema sinistra del podio quando ha sentito risuonare diversi spari, provenienti da dietro le gradinate e ha visto un uomo a un paio di metri di distanza cadere dopo essere stato colpito alla testa. Si tratta di Corey Comperatore, 50 anni, ingegnere, ex capo dei vigili del fuoco volontari del quartiere di Buffalo della contea di Butler, ucciso mentre proteggeva con il suo corpo la moglie e le due figlie. Sette i colpi contati dal testimone che ha aiutato a portare il corpo dell'uomo in una tenda vicina, insieme ai familiari che erano con lui sugli spalti ignari dell’attentato.
Chi è Thomas, l’attentatore. Il giovane che ha sparato contro Trump era stato avvistato fuori dall'evento dalle forze dell'ordine locali, che lo avevano ritenuto sospetto. Lo riferisce la Cnn citando fonti informate. Le autorità hanno annunciato via radio di tenerlo d'occhio e l’hanno trasmesso anche al Secret Service.
Era stato visto da parecchi cittadini presenti al comizio di Trump. Forse preparava una strage a scuola.
Errori nella sicurezza. Numerosi i testimoni che confermano l’impreparazione delle forze dell’ordine, mentre altre tre pallottole sparate dall’Ar-15 di Thomas hanno colpito altrettanti spettatori del rally repubblicano. Due sono rimasti gravemente feriti e sono in rianimazione all’Allegheny hospital di Pittsburgh.
Si aggiunge all’errore dello sparatore il fatto che un uomo sospetto, armato di fucile, era stato visto e segnalato da parecchi cittadini mentre si era appostato su un tetto. Un agente della municipale – ha detto lo sceriffo Michael T. Slupe – è salito sul tetto e tenendosi con le mani al bordo ha sbirciato e ha visto l’uomo armato, che si è girato e gli ha puntato contro l’arma. Per non essere ucciso, l’agente ha mollato la presa e si è lasciato cadere, salvandosi. È stato allora che Thomas, vistosi scoperto, ha sparato. Impulsivamente, preso dalla fretta, ha ferito Trump, portato in ospedale e in perfetta forma, al punto che lasciando il palco ha mostrato alla folla il pugno. Pochi secondi dopo, uno dei due cecchini del Secret Service identificava lo sparatore e lo freddava con un colpo alla nuca, secondo gli ordini ricevuti dalla Direttrice del Secret Service.
Il giorno dopo l’attentato. Dovrei essere morto. Così ha detto Trump in una intervista al New York Post. Non dovrei essere qui, dovrei essere morto. Per fortuna o per Dio, molti dicono che è grazie a Dio se sono ancora qui. Ha anche chiarito la richiesta di prendere le sue scarpe prima che gli agenti lo portassero al sicuro dopo essere stato ferito. Gli agenti mi hanno colpito così forte che mi sono cadute le scarpe, e dire che le mie scarpe sono strette, ha continuato. L’avete ucciso con un colpo in mezzo agli occhi. Avete fatto un lavoro fantastico. Così Trump ha elogiato il lavoro degli agenti incaricati della sicurezza mentre emergono dubbi sull’operato del Secret Service e su come l’attentatore abbia sparato da distanza così ravvicinata.
Il mestiere di cecchino. Il pivello occhialuto, il cecchino con l’aria da chierico che ha sparato a Trump non ha agito da professionista perché non si improvvisa un attentato all'ultimo momento, salendo sul tetto di un edificio per imbracciare un fucile, mirare e sparare. Ci deve essere stato almeno un sopralluogo, il posizionamento deve essere avvenuto per tempo. Qualche movimento sospetto pare sia stato segnalato e forse non preso in considerazione nei tempi giusti. Ma in un evento pubblico così importante Thomas, non sarebbe dovuto arrivare fin lassù armato di fucile Ar-15. Per un attentato di questo livello, non si può e non si deve sbagliare. Ci vuole un fucile ad alto potenziale con un mirino telescopico, che permette di identificare bersagli a distanza anche di migliaia di metri, ci vuole una persona con elevate capacità decisionali e di strategia, eccezionale self control, ottimo tiratore. È altamente specializzato, con addestramento e preparazione tipiche di chi appartiene a corpi d’élite. Tutto va studiato con la massima cura. Non vaga qua e là tra tetti delle case circostanti sprovvisto di occhiali da tiro e cuffie, sceglie la posizione più precisa, permette al suo fucile di posarsi su qualcosa di diverso da chi spara e dal terreno. Favorisce una piattaforma stabile riducendo l'errore umano. Usa un mirino telescopico, e se fallisce non ne ha colpa.
Le munizioni. Le munizioni personalizzate o ricaricate possono essere pericolose se non caricate adeguatamente, ma possono essere una buona scelta per situazioni specifiche.
Occhiali da tiro e occhiali normali. La differenza sta semplicemente nel fatto che la lente degli occhiali da tiro che si trova davanti all’occhio che prende la mira, può venire adattata in ogni posizione quando si prende la mira, mentre gli occhiali normali, con lenti fisse, non sono adatti per il tiro al bersaglio. Data la posizione inclinata della testa, il tiratore non guarderà mai verticalmente attraverso il centro della lente, ma guardando attraverso gli occhiali, l’immagine che si forma è esatta solo se si guarda attraverso il punto centrale delle lenti. Per essere veramente buoni, gli occhiali da tiro devono permettere una regolazione fine. Se Thomas è miope, presbite o astigmatico, senza occhiali da tiro resta un dilettante, apprendista stregone dalla mira infallibile, capace di sfiorare il padiglione auricolare con un tocco magico, graffiandolo. È successo!
La ferita di Trump. Un’escoriazione determina fuoriuscita di sangue, un’abrasione non determina fuoriuscita di sangue. Se la ferita è profonda o grande, può essere necessario applicare punti di sutura con pomata antibiotica e un bendaggio. Ferite sono di striscio quando la superficie cutanea è interessata solo tangenzialmente dal proiettile: la ferita è vera, immortalata da una foto reale, non ritoccata né provocata da una magica manipolazione di Trump. La medicazione è giusta, quella strettamente necessaria.
Le ricerche sull’uomo-bersaglio. Oltre all'ex presidente, Thomas ha cercato online informazioni sul presidente Biden e aveva nel suo telefono foto di altre figure di spicco di entrambi i partiti. Ha usato un drone per esplorare il luogo del raduno di Trump e della prossima Convention nazionale democratica e ha scoperto che Trump aveva in programma di presentarsi a un'ora di macchina da casa sua, nella periferia di Pittsburgh. I funzionari federali ipotizzano che Thomas abbia cercato di portare a termine una sparatoria di alto profilo e che la vicinanza e la tempistica dell'evento di Trump abbiano offerto l'opportunità più accessibile. Thomas voleva portare a termine un attacco molto più ampio… ha forse iniziato con Trump perché era la via per la massima notorietà. Thomas aveva anche indagato su un killer che aveva sparato e ucciso 4 compagni di classe in una scuola superiore del Michigan nel 2021. Le ricerche sul web su quel tiratore, Ethan Crumbley, sono coerenti con quanto è successo con altri aggressori di massa, che ricercano online precedenti di persone che desiderano emulare, con l’idea di fare qualcosa di più grande, ha spiegato a CNN un funzionario federale.
La cronistoria FBI, minuto per minuto (0.15 del 20 luglio 2024)
Sabato 13 luglio ore 17:10. Un membro di una squadra SWAT nella contea di Butler, Pennsylvania, ha avvistato Thomas Crooks, un giovane di 20 anni, circa un'ora prima della sparatoria, mentre passava davanti a una finestra. La squadra era composta da 8 cecchini e osservatori ed era in posizione dalle 10:30. Come molti partecipanti all'incontro, Thomas è stato fotografato alle 17:14.
Ore 17:32. Un cecchino ha visto Thomas consultare le notizie sul suo telefono e poi ha notato che aveva un telemetro, piccolo dispositivo di misurazione ottica che permette di conoscere le distanze in modo abbastanza preciso. Ha segnalato il fatto a un gruppo WhatsApp e ha avvisato il comando alle 17:41, aggiungendo che Thomas si aggirava attorno all'edificio sul quale poi è salito per sparare a Trump.
Ore 18,05. Thomas è stato visto due volte, una prima e una dopo che Trump era salito sul palco alle 18:05. Ore 18,12. un proiettile ha colpito Trump all'orecchio; un uomo, Corey Comperatore, è stato ucciso e altri due feriti gravi. 26 secondi dopo lo sparo, Thomas è stato freddato, con un proiettile nel cranio. Ordine di Chimberly Cheatle, Direttrice dei Servizi Segreti da settembre 2022: Shooter down.
20 luglio 2024 ore 15:19. Da quando un giovane di 20 anni, Thomas Crooks, ha sparato a Trump il 13 luglio, i Servizi Segreti responsabili di garantire la sicurezza dei presidenti, degli ex presidenti americani e dei candidati alle elezioni presidenziali, sono accusati di non aver impedito il tentativo di omicidio, mentre lo stesso giorno, i sostenitori di Trump presenti all'incontro hanno affermato di aver visto Thomas e di aver avvertito le forze dell'ordine. I repubblicani hanno chiesto le dimissioni di Chimberly. Trump, dal canto suo, non ha espresso commenti; l’ha anche incontrata martedì a Milwaukee, a margine della Convention.
Lunedì 29 luglio. Chimberly sarà interrogata dalla Commissione di Sorveglianza della Camera dei Rappresentanti, precedendo di due giorni il direttore dell'FBI. I repubblicani alla Camera vogliono far luce sulle lacune nella sicurezza che potrebbero aver permesso di sparare contro Trump. La cronologia suggerisce che il tentativo di omicidio di Trump avrebbe potuto essere sventato fino a 6 minuti prima che venissero sparati i colpi. È con questa tempistica in mente che lunedì lei testimonierà davanti alla commissione di sorveglianza, ha detto il portavoce dell'agenzia Anthony Gugliemi. I servizi segreti sono pienamente responsabili della sicurezza dei propri protetti, ha affermato. Ci impegniamo a comprendere meglio cosa è successo prima, durante e dopo il tentato assassinio dell’ex presidente Trump per garantire che non accada mai più. Ciò implica la piena collaborazione con il Congresso, l’FBI e altre indagini pertinenti.
Caso chiuso. Trump è vivo e vegeto. Thomas è cadavere. due cellulari di Thomas, da lui secretati, sono stati aperti e completamente letti grazie al software Cellebrite, tecnologia di Israele di massimo livello. La campagna elettorale continua. Biden si è beccato il Covid. La sua Vicepresidente tenta la scalata. Esplode tra i repubblicani la moda di bendarsi in bianco l’orecchio destro. Fresca di giornata Chimberly è la capra espiatoria, oggetto di un mandato di comparizione per mancata trasparenza e cooperazione e già si fanno i nomi di chi la rimpiazza. Fare secco Thomas, senza sentirlo cantare, l’ha fatta grossa. Chi l’avrà imbeccata?