Jenny Mc Connell (Donegal, Ireland - Contemporanea) - Inkling of a doubt?
Il dubbio
di Gianni Di Quattro
Penso e quindi sono, diceva Cartesio. Forse bisognerebbe aggiungere un importante corollario e cioè dubito e quindi ragiono. Infatti solo il dubbio spinge a riflettere, a pensare, a ragionare sulle cose con apertura e con disponibilità. Pensare e ragionare per pregiudizi, cioè in base a concetti predeterminati, non importa se costruiti personalmente o mutuati, significa non avere dubbi, cioè significa non ragionare. Vuol dire, in altri termini, interpretare la propria vita e il mondo nel quale ci muoviamo, persone e cose, come una rappresentazione teatrale, che è sempre uguale perché così è stata scritta e noi dobbiamo solo seguire un copione.
In altri termini, il dubbio è la manifestazione più evidente del funzionamento della intelligenza umana che ricerca e analizza e, nello stesso tempo, la dimostrazione di una cultura che, proprio perché tale, riesce ad ammettere errori od omissioni, pronta a rivedere, ripensare, correggere. Perché l’intelligenza funziona sempre e perché non ci sono paletti per relegarla da qualche parte ed entro certi limiti.
Perché parlare del dubbio di questi tempi? Perché il mondo sembra sempre più fatto da chi ha certezze e da chi cerca certezze, mentre coloro che esprimono dubbi, che pongono problemi sono espulsi, ripudiati come individui inutili e pericolosi, che non sanno quello che vogliono e che non possono guidare un mezzo o un gruppo di persone. Il mondo cioè sta attraversando sul piano del pensiero un periodo di stasi, al contrario di quello che succede per la tecnologia che è sempre più invasiva e presente in ogni manifestazione pubblica o privata della nostra vita e chissà che non ci sia una relazione. E l’assenza di dubbi, un mondo popolato di certezze sembra essere appunto la cartina di tornasole del momento che stiamo vivendo.
Assistiamo a protagonisti mondiali, leader di grandi paesi, che fanno affermazioni incredibili con l’aria di qualche santone che sta rivelando le grandi verità, di altri che prendono iniziative spesso provocando vittime senza che il minimo dubbio sfiori la loro mente concentrata. Tutta gente che non sta ragionando, sta dicendo cose ritenute utili a se stessi e al proprio clan e che non sono discusse perché gli amici non hanno dubbi ed i nemici si combattono e si sa che se esprimono dubbi lo fanno per opporsi e non per ragionare. Questa è la filosofia intesa come modo di stare al mondo che domina sempre più chi ha in mano le leve del potere e per contro coloro che sono il popolo cercano nella loro miseria morale sempre di più qualcuno che fa affermazioni senza lasciare dubbi perché solo così sembra potere offrire speranza e aiuto.
La scomparsa del dubbio risalta con tutta evidenza anche dalle vicende politiche che stanno attraversando il mondo intero. Vicende che vedono lo sviluppo del populismo, la ricerca dell’uomo forte o che comunque appare forte, la necessità di sentirsi consolare e promettere nello stesso tempo a prescindere se poi queste promesse siano mantenute o meno.
Non ragionare per assenza di dubbi significa anche la scomparsa di valori guida e il declino di una moralità sociale, comunque la cosa rappresenta una spinta importante verso il vuoto morale. Ed ecco che assistiamo allo sviluppo di tanti fenomeni che consideriamo piaghe sociali come corruzione, omicidi per motivi futili, standardizzazione del modo di vivere anche in conseguenza della diffusione della tecnologia che tende per definizione all’appiattimento dei comportamenti, prevalenza della forma sulla sostanza.
D’altra parte in merito può venire in mente la saggezza dei napoletani quando dicono per indicare uno che non ha dubbi su qualsiasi cosa “quello è nato imparato”. Ecco il mondo sembra essere pieno di nati imparati che lo rendono sempre più duro e molto antipatico.