Nancy Standlee (Texas, Contemporary - ) - Fascination
Il fascino esiste ancora?
di Gianni Di Quattro
Il fascino è anche mistero, di più, magia, perché crea tra una persona o qualsiasi altra cosa, come una opera d’arte, un panorama, un oggetto, un racconto, una situazione, e chi osserva, un fluido non definibile che spinge quest’ultimo verso l’oggetto dei propri pensieri come una calamita attrae qualsiasi oggetto ferroso. Il fascino, in altri termini, è sempre stato un grande componente di qualsiasi rapporto tra persone e cose e l’origine di altri forti sentimenti come l’amore e l’amicizia e di momenti di beatitudine personale come il piacere e l’estasi.
Ma nell’epoca in cui la tecnologia domina ogni giorno di più regolando non solo comportamenti, ma anche sensazioni e guidando sentimenti e favorendo relazioni e decisioni, il fascino è ancora un componente importante della nostra vita? Riesce ancora a consentire la percezione di qualcosa come una magia a prescindere dalla consapevolezza della attrazione e le persone, i giovani soprattutto, riescono a capire che qualche loro attrazione deriva da un qualcosa di indefinibile e magari di magico?
Forse bisognerebbe dire che non esiste nemmeno più la magia, quella della natura, non esiste più il mistero e che tutto ciò è relegato a manifestazioni e trucchi di esibizionisti a scopo di lucro.
Perché per definizione l’epoca della tecnologia è dominata soprattutto dalla razionalità, dalla consequenzialità, dagli algoritmi che si mettono a caposaldo di ogni cosa per guidare e indirizzare ed evitare che chiunque si disperda in pensieri e misteri che non può controllare e che non rientrano più nella logica di una società umanamente sempre più aliena.
Ma allora viene da chiedersi, anche i sentimenti, se svuotati dal componente fascino, perdono intensità e si modificano? Evidentemente sì, i sentimenti non sono uguali nel tempo e la loro interpretazione varia con il variare delle epoche e delle culture. Oggi i sentimenti sono quasi caratteristiche, sono maniere di essere suggerite dalla società e dai social e da qualsiasi altro strumento mediatico che incide profondamente nella vita di tutti.
È pur vero che la nostra epoca è di trasformazione e proprio per questo si possono ancora trovare anziani personaggi che vivono l’ingresso nella epoca della tecnologia senza esserne prigionieri e quindi sono ancora soggetti al fascino delle cose e questi sono chiamati, da qualcuno con sufficienza se non con disprezzo, gli ultimi romantici. I rappresentanti di una specie di umani in estinzione che ama ancora sognare in libertà e inseguire le sensazioni magiche che persone e cose emanano e che ormai pochi riescono a percepire.
Prima o dopo qualcuno scriverà l’elogio del fascino come a suo tempo un certo Erasmo si era dedicato all’elogio della follia. Perché la scomparsa del fascino come componente essenziale della vita di tutti è la vera caratteristica del mondo che nasce e che si prepara per il futuro.
Forse qualcuno potrebbe dire che il fascino c’è ancora, ma chiama fascino altra cosa, una specie di incontro con persone e cose che attraggono perché omologate, perché in linea con quello che rappresenta quello che nella società avviene secondo le regole della tecnologia, la quale ormai è quasi vicina a non essere più scritta neanche da geniali programmatori, ma si genera autonomamente. Esistono è vero alcuni malfattori della tecnologia e cioè gli hackers, la mafia della nuova epoca destinata a condizionare molte società deboli, come sino ad ora le mafie reali hanno fatto.
Allora la scomparsa del fascino è il simbolo della trasformazione della nostra epoca, come a suo tempo Pasolini individuò nella scomparsa delle lucciole la trasformazione di quella società e predisse il futuro poi puntualmente verificatosi. Ma forse la domanda ancora più esistenziale e drammatica è la seguente: chi si sta rendendo conto che il fascino sta scomparendo?