David Burke is an American Impressionist & Modern artist
Nel Futuro: libertà di pensare, libertà di dire, libertà di scrivere …
… a ruota libera
di Davide Torrielli
Se tutte le volte che qualcuno si slancia nel dire o reiterare cavolate dovessimo appellarci al filtro, leggi, censura, saremmo fritti!
Ho in questi anni, ormai parecchi, di frequentazione di questo magazine, potuto apprezzare l’estrema libertà che la redazione offre ai propri autori di poter scrivere il proprio pensiero anche se in evidente contraddizione con quello della redazione stessa, in un clima di massima tolleranza.
La stessa tolleranza tecnicamente competente, è stata sempre applicata anche per quanto concerne lo stile di scrittura, molto diverso da autore ad autore, e, ciò nonostante, si è potuto accedere alla lettura dei diversi stili espressivi, traendone di certo, insegnamento perché non esiste età per imparare!
Il confronto e solo quello, è maestro e foriero di crescita, e sempre lascia insegnamenti. Mai prendere la strada del preconcetto costituito, ancor peggiore se basato su un bieco quanto cieco arroccarsi su posizioni culturali suppostamente superiori.
Ecco, il richiamo, a mio avviso certamente erroneo, ad un filtro sugli articoli, è assolutamente figlio di un periodo storico dove chi non la pensava come era scritto, detto ed uso, era da non leggere, da non considerare, sia che si parli di destra o sinistra non importa.
La denigrazione poi di chi la pensa in modo diverso, l’irridere, porta male molto male ed invece, proprio chi la pensa diversamente è da considerare, criticare sul campo in modo educato ma fermo e con la massima competenza. Gli epiteti denigratori denigrano in primis chi li scrive e evidenziano carenze culturali figlie di chiusura mentale di altri tempi.
Anche chi asserisce che la terra è piatta, che i vaccini fanno male e che Putin è un santo in terra, è da leggere con attenzione perché qualsiasi asserzione porta conoscenza e merita commento, quei commenti che a volte fanno fatica ad emergere in quanto rimangono spesso, erroneamente, nella penna di chi si sente superiore o meglio, forse, di chi manca di strumenti per indirizzare la proprio critica costruttiva.
Anche la violenza verbale deve essere consentita se scevra da insulti, purché motivata e circostanziata da elementi solidi e non pareri campati in aria.
Questo il mio pensiero, perché il giorno nel quale un magazine inizierà a filtrare e selezionare gli articoli sulla base di una supposta quanto arbitraria opportunità, di certo non potrà più avere il sottoscritto tra gli autori, il che forse avvantaggerebbe qualcuno, ma danneggerebbe di certo la propria autonomia, libertà di espressione e trasparenza.
Che ognuno si esprima e che altri lo commentino e critichino, questo il sale del mio punto di vista.
Tutto si deve poter dire, tutto si deve poter commentare.
Te curas.