Le cose belle della vita.
Lavoravo a Ivrea tanti anni fa nel bel Palazzo Uffici della Olivetti. Bello perché c’era una scalinata fantastica, uno splendido e maestoso ficus che purtroppo ad un certo punto è deceduto forse perché non è riuscito ad adattarsi ad un ambiente tanto diverso dalla sua Amazzonia da dove, dicono, era stato prelevato, tanta luce in tutti gli uffici e, soprattutto, tanti amici con i quali si lavorava (non tutti lo erano si capisce), tante belle persone alcune di esse ancora nel mio cuore.
Nell’intervallo della giornata destinato al pranzo si mangiava alla mensa o talvolta con qualche amico si andava fuori per uscire almeno per un po’ dall’atmosfera dell’ufficio pur gradevole ma pesante se prolungata per un alto numero di ore di seguito, magari per fare qualche colazione di lavoro come si usava dire allora.
Spesso si andava in un borgo attaccato ad Ivrea che si chiama Pavone, dove una piccola macelleria aveva una piccola stanzetta e dava da mangiare a quelli che riuscivano ad arrivare prima o con accortezza prenotavano.
Il macellaio di Pavone era diventato un amico ed anche il fornitore di carne e di vino per alcuni di noi che rientravano a casa a Milano il venerdì sera. La carne era buonissima e il vino eccezionale, aveva infatti dei vini piemontesi (dal dolcetto al fantastico barbaresco) di alta qualità sempre, che lui si procurava e che faceva bere nel suo locale e che dava agli amici.
Dopo anni di frequentazioni e di simpatia è successo che sono stato trasferito in Messico dalla mia azienda e dove ho trascorso due splendidi anni di vita tra nuove amicizie, colori splendidi e accesi, calore dell’ambiente, nuove esperienze, nuove emozioni.
Sono andato in Messico e sono passati mesi quando un giorno qualcuno che veniva da Ivrea (c’era sempre qualcuno che veniva da Ivrea perché come Olivetti avevamo in Messico uno stabilimento di produzione e poi c’erano gli amministrativi che controllavano da vicino e in modo costante il nostro lavoro) entra nel mio ufficio e mi dice che ha un pacco per me aggiungendo che è una cosa personale. Questo per rispondere subito alla mia domanda che tendeva a sapere quale direzione o settore mi mandava quelli che io credevo fossero documenti o istruzioni.
Prendo il pacco e l’amico che veniva da Ivrea mi dice che me lo mandava il macellaio di Pavone. Procedo non senza una certa emozione alla sua apertura ed estraggo due meravigliose bottiglie di barbaresco.
La vita è piena di accadimenti importanti e meno importanti, di emozioni e di persone che entrano ed escono dalla nostra piccola suite, di fatti che provocano la nostra sensibilità, il piacere di vivere, la nostra cultura. Questi ultimi possono essere anche piccoli fatti, pensieri che si manifestano in tanti modi. Perché i pensieri si percepiscono, ma non solo. Si possono vedere, si possono capire, fanno rumore quando si aprono, quando si scartano come un pacco, arrivano e provocano gioia, dolore, amore, passione, amicizia, bellezza.
I pensieri sono particolarmente belli ed emozionanti quando arrivano inaspettati, quando arrivano da chi e da dove non ci si immagina. Si dice che è bella la sorpresa di vedere un regalo ma è più bello sapere che c’è un regalo che è arrivato, il che vuol dire che c’è stato un pensiero, un atto di amore, un segno concreto di umanità.
Ecco a un certo punto della mia vita mi sono trovato seduto davanti ad una scrivania con due bottiglie di barbaresco davanti e che continuavo a fissare mentre nella mia mente e nel cuore si affollavano pensieri, emozioni e sentimenti. Il piacere della conferma di un amico, la prova che hai lasciato un segno che qualcuno non ha dimenticato, la nostalgia dei luoghi e delle persone, la consapevolezza di come può essere bella la vita e come lo si può capire da un gesto piccolo ma strano, un gesto che è un ponte verso la umanità e il piacere di stare al mondo.
Da quel momento sono cambiate tante cose nel mio animo, sono cambiati i pesi dati alle cose, sono cambiati i valori della amicizia e del modo di manifestarla. E si è radicata la mia passione per il barbaresco!