William Glackens (1870-1938) - Christmas Shoppers, Madison Square -1912
La gioia malinconica del Natale: alcune riflessioni
di Anna Maria Pacilli
“Ogni regalo è un augurio di felicità”
Richard Bach
Mancano pochi giorni e sarà di nuovo Natale. Per tutti noi, indistintamente, al di là del credo o della fede, è una festa. La festa dell’Uomo, per coloro che credono, ma, per tutti, di ogni uomo. Dovrebbe esserlo. Perché ogni nascita dovrebbe portare gioia, sempre e comunque. La vita è un regalo, nascere una fortuna. Vivere bene una combinazione cosmica, forse…
Il Natale riveste un significato mitico e mitologico, antico, legato ai ritmi del sole e della luna, alle festività solari, al solstizio d’inverno e al culto del “Sol Invictus”. Qui la sua dimensione cosmica, che ci riporta al mito e al rito, un rito collettivo che ravviva sulla terra le luci proprio nel periodo in cui le tenebre sono più lunghe.
Ogni anno, nei nostri preparativi, ripercorriamo le viuzze della nostra memoria, ritroviamo i gesti consueti, ma ogni volta rinnovati, che abbiamo appreso sin da quando eravamo piccoli, e che tramandiamo di generazione in generazione.
Questo vale per chi vive in famiglia, perché ha una famiglia, o perché riesce a condividere questi momenti in famiglia, ma anche per chi è solo, anche se è sempre più difficile per chi è solo cercare in un sorriso amico la possibilità di una nuova famiglia. Ma perché questo sia possibile, è necessario avere occhi colmi di luce e prestare attenzione alle cose intorno a noi, anche a quelle che ci sembrano apparentemente meno importanti.
Tutto ciò mentre in giro la luce c’è, ma sembrerebbe a volte solo per illuminare la solita (forse ogni anno sempre meno) frenesia degli acquisti, la gente affaccendata alla ricerca del consumismo da regalare o da regalarsi. Bisogna farlo, è Natale! Eppure è diventato sempre più difficile scorgere sui volti un sorriso sincero, o meglio, un sorriso davvero allegro, uno di quelli, per capirci, che stimolano il muscolo orbicolare dell’occhio a produrre le zampe di gallina.
Siamo tutti un po’ malinconici e forse ogni anno un po’ di più. Oppure, mi suggerirebbe Freud, sono io che scrivo ad esserlo e proietto sugli altri il mio stato d’animo.
Comunque sia, il Natale, andando avanti negli anni, diventa un misto di gioia ma anche di malinconia, aumentano i ricordi, si riducono le aspettative future, c’è sempre qualche rimpianto in più.
Per chi c’era ieri vicino a noi e poi, volente o nolente, è andato via. Perché aumentano le nostre preoccupazioni per la salute nostra e dei nostri cari. Perché Natale dovrebbe essere all’insegna dell'”on happy day”, ma come si fa se non è così? Si dovrebbe fingere allora, una felicità che non si prova? Si deve fingere un sorriso che non sentiamo di fare? Si deve nascondere una lacrima, perché in questi giorni “on happy” è vietato piangere? Direi che è meglio, molto meglio, lasciarci andare alle nostre emozioni, quelle vere.
Ovviamente impariamo a farlo sempre, e non solo perché oggi è Natale. Lasciamoci andare ai regali che vengono dal nostro interno, spargendo le nostre emozioni nell’aria come fossero bruchi dimoranti nei nostri cuori, ma lì pronti a diventare coloratissime farfalle svolazzanti a rallegrare il cielo. Quel cielo che ci dona lo spettacolo di tante splendide stelle ed in questi giorni anche della stella cometa.
Con l’augurio per tutti che quell’astro ci guidi per riuscire a trovare dentro di noi la luce per continuare un cammino troppe volte opaco e per imparare a comunicare con gli altri con un linguaggio, quello del cuore, di cui a volte ci sembra aver smarrito l’alfabeto.
Buon Natale a tutti!!