Abed Alem (Nazareth, Palestina, 1968 - ) - Freedom
Una riflessione sulle libertà costituzionali
di Alessandra Tucci
1948. Diventa legge. Suprema.
Diventa legge l’inviolabilità dell’essere umano. Della sua libertà.
Diventa legge ed è improfanabile, non (più) restringibile, l’espressione del proprio sé, del rispettivo essere. Ed ogni sua manifestazione. Di ciascuno, di tutti noi.
Agognate, negate, invocate, bramate, inseguite, implorate. Al buio di ritrovi clandestini, al calare di mannaie giustizialiste, sui bracieri ardenti della storia inquisitoria, dentro camicie di forza annodate nel non (con)senso, nelle righe infilate in tasca ai panciotti e tra sottane. Tra le lacrime di chi le ha scritte al fronte e in prigione. All’ora esatta della fine.
Le nostre libertà.
Liberi di pensare, che sia a favore o che sia contro, liberi di esprimerci e di tacere, liberi di riunirci e dissociarci, liberi nell’ascesi e nel dinamismo, liberi di cambiare, osservare, (pre)giudicare, liberi di pregare Dio o mammona, liberi di criticare. Liberi di amare chi scegliamo, per il tempo che sentiamo, tutte le volte che vogliamo. Liberi di creare e di distruggere, liberi di evolvere e ricominciare. Liberi di essere.
Le nostre libertà.
Un terzo dei Padri Costituenti sono finiti in carcere. Le hanno offerte per garantirle a tutti.
Non hanno smesso di lottare, sono riusciti a liberarle.
Le hanno strappate a tutto ciò che è dispotico regime e le hanno erette ad emblema e strumento di un (con)vivere civile. Perché il nostro Belpaese tornasse a concentrarsi su ciò che da sempre gli riesce meglio, la creazione della sua esplosiva bellezza, intima ed esteriore. Individuale e collettiva.
Prendiamo la Costituzione, cerchiamo lì le nostre libertà, ci sono tutte. E proviamo ad immaginare sulla pelle, una per una, cosa sia non averle (più).
Forse, così, ci fermerem(m)o un attimo prima della prossima incosciente acclamazione di una qualche loro privazione.