Buona Scuola: Autonomia, merito e valutazioni
di Alessandro Ferrari e Michela Carlana – Action institute
Il tema dell’istruzione è di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e sociale di un Paese. Negli ultimi anni, tuttavia, il panorama italiano è stato caratterizzato da una bassa spesa per l’istruzione e da risultati PISA scoraggianti se confrontati con quello degli altri Paesi che hanno partecipato al test. Infatti, nel 2013 gli stanziamenti per l’istruzione in Italia si fermavano al 4% del PIL, a fronte del 5,2% della media dei Paesi OCSE (Rapporto OCSE “Education at a Glance”) e nel 2014 si registrava il 50% in meno di studenti eccellenti rispetto alla media dell’OCSE.
In questo contesto, la legge 107/2015 che è stata approvata nel mese di luglio del 2015, la cosiddetta “Buona Scuola” introduce una serie di misure strutturali che modificano radicalmente il sistema scolastico italiano: (i) un nuovo processo di assunzione e formazione del corpo docenti, (ii) chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico, (iii) valutazione e bonus economico legato al merito per dirigenti scolastici e insegnanti, (iv) rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro per le scuole secondarie di secondo grado.
In questo Commentary viene fornito il contesto precedente alla riforma e vengono toccati i punti principali della “Buona Scuola” per poterne valutare i pregi e per poterne identificare le aree di miglioramento.
In particolare, gli autori, Alessandro Ferrari e Michela Carlana, propongono: (i) il potenziamento dei criteri di merito adottati dalla riforma, (ii) l’introduzione di incentivi per i docenti che insegnano in scuole situate in contesti difficili, (iii) la creazione di cicli didattici, volti all’orientamento universitario o al riconoscimento di crediti accademici, da integrare al programma di alternanza scuola-lavoro.
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