Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

HipPostcard - Fish Comic - Two Fishermen Haul Exaggerated Blue Fish (1942)

 

La sindrome del pescatore

di Gianni Di Quattro

 

Tutti i pescatori che amano molto la pesca e che la frequentano sovente, si incontrano tra di loro e si raccontano le loro abilità sportive. In certe trattorie vicine a fiumi o laghi non di rado questi pescatori sono sorpresi mentre allargano le braccia come a voler indicare quanto bene vogliono ad un amico, ad un parente od alla propria donna, mentre di fatto indicano le dimensioni dei pesci da loro catturati. Dimensioni che ad ogni racconto peraltro continuamente ripetuto diventano più grandi. In effetti vogliono far sapere le loro capacità di individuare il posto giusto per pescare, di sapere calcolare a quale ora passano i pesci che si vogliono prendere, quando si sentono più affamati, come preparare l’esca e, infine, come farla dondolare nell’acqua per aumentare l’attrazione verso la preda.

Naturalmente tutti i pescatori sanno che queste storie che tra loro si raccontano sono inventate e, nella migliore delle ipotesi, esagerate come tante divertenti storielle riferiscono. I pescatori assumono lo stesso atteggiamento anche quando raccontano le loro gesta ad amici od a persone disinteressate che sono costretti a subire per educazione magari in nome di una amicizia o di un rapporto commerciale che si vuole istaurare. In genere chi racconta è sempre il potenziale compratore mai il venditore. Insomma, andare a pesca senza raccontare e senza vantarsi del bottino e delle strategie adottate, a prescindere dalla verità, sarebbe come non andarci, cioè rinunciare all’aspetto più affascinante della pesca

Ma non sono solo i pescatori a comportarsi così, perché anche i cacciatori soffrono della stessa sindrome e a volte persino in modo più esasperato. In particolare quelli che partecipano a battute di caccia grossa, cioè dedicate a tentare di uccidere grossi animali nel loro habitat direttamente. Ma anche i cacciatori della domenica come sono chiamati quelli che frequentano le campagne vicino a dove vivono e che sparano a tutto, spesso causando anche incidenti gravi perché inconsapevolmente colpiscono altri cacciatori o persone che nulla hanno a che vedere con questo che i cosiddetti cacciatori si accaniscono a chiamare sport.

Non è strano che molti cacciatori tornano alle loro case dopo avere comprato in negozi specializzati, che ormai ne fanno un business abituale, animali uccisi per dimostrare la loro bravura perché ovviamente dicono di essere stati loro ad ucciderli. Come non è raro assistendo a loro incontri nelle osterie specializzate ascoltare storie di uomini che vantano mire proverbiali, meglio di Buffalo Bill, e di conoscenze di animali da sparare come neanche uno studioso del settore. Anche ai cacciatori non si può togliere questo piacere di raccontare, di millantare, questi sacrifici che dicono di essere costretti a fare come alzarsi la mattina prima dell’alba, addestrare i cani che li accompagnano, attrezzarsi di tutto punto e poi sparare, sparare e ancora sparare.

La verità è che non sono solo i cacciatori o i pescatori a raccontare storie, a vivere per queste storie che raccontano. Gli uomini raccontano sempre a tutti, amici ed estranei, parenti e colleghi di lavoro, di loro successi magari caricandoli significativamente, di loro sconfitte, poche e peraltro dovute a complotti o a disattenzioni quando non a cattiverie criminali, di quante donne avute quasi tutte perdutamente innamorate dopo splendide conquiste, delle avventure di tutti i tipi che hanno riempito la vita. La cosa interessante è che gli uomini sanno che tutti esagerano, che si raccontano molte storie non vere, ma tutti fanno finta di credere alle storie degli altri perché così questi altri poi possono credere alle proprie storie.

Va così il mondo, tanta gente che racconta storie, che esagera, che dice di credere a cose impossibili. Per questo anche la politica è piena di personaggi che hanno il dono di sapere raccontare storie e che si trascinano dietro milioni di persone attratti dalla abilità e dal fascino di questi racconti. Penso che si possa dire che in fondo siamo tutti pescatori.

 

Inserito il:08/08/2021 19:35:52
Ultimo aggiornamento:08/08/2021 19:44:27
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