Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Autore OneLineStock - Un disegno a linee di giovani che parlano

 

I giovani

di Gianni di Quattro

 

I giovani sono giovani in tutte le epoche ma possono essere giovani in modo diverso. Per esempio, mi capita di osservare i giovani di oggi e confrontarli con quelli della mia generazione, gli anni 50. Ecco, 70 anni fa tutto era diverso e i giovani erano giovani in modo diverso.

Oggi sono molto più belli, più alti, più atletici, fanno molto sport e hanno a disposizione palestre e piscine mentre ai miei tempi lo sport era poco praticato non solo per mancanza di attrezzature, ma anche per motivi politici. Veniva considerato un retaggio del fascismo quando il Duce aveva voluto dedicare un giorno alla settimana (il famoso sabato fascista) alle attività fisiche che tutti dovevano fare, nelle scuole, negli uffici, in ogni dove. Bisognava essere forti e pronti a combattere, per questo lo slogan dei giovani di allora era se lo sport è salute viva la tisi. Un modo per liberarsi da un obbligo e un modo per distaccarsi da un regime.

I giovani inoltre oggi hanno più disponibilità di studiare, di scegliere, di approfondire, imparano le lingue, viaggiano, usano la tecnologia. Con le ragazze organizzano week end, si incontrano, si prendono, si lasciano, si riprendono. Hanno la paghetta, vestono alla moda, tutti uguale ma alla moda, se non hanno l’auto, hanno lo scooter, vanno ai concerti ovunque siano, organizzano feste con gli amici, frequentano ristoranti e non si perdono l’happy hour.

La politica non è tra gli interessi dei giovani oggi, mentre era molto importante per i giovani di una volta. Nelle università si creavano gli organismi rappresentativi, si facevano le elezioni per costituire il parlamentino, si imparava a fare democrazia, si pretendeva di partecipare negli organismi che stabilivano le politiche assistenziali come l’Opera Universitaria, ci si incontrava in convegni ed assemblee a livello nazionale. Ci si riuniva ed al posto di tante happy hours si facevano dibattiti spesso interminabili in cui fra l’altro si confrontavano letture e culture.

I giovani di una volta, salvo alcuni figli di benestanti, non avevano paghetta, si inventavano servizi a terzi per potere avere qualche lira, i libri si passavano di mano in mano, non c’era la tecnologia, si cercava di capire lo stesso che succedeva nel mondo e nel paese. Si voleva la democrazia, se ne parlava molto, si sperava che si potesse tutti migliorare, si condannavano i regimi dittatoriali anche se fascisti e comunisti sovietici ce ne erano tanti anche tra i giovani di allora.

A pensarci bene le differenze, dunque, sono tante come è tanto diverso il mondo di oggi rispetto a quello di allora, ma la cosa che più mi pare importante è il disinteresse per la politica, come se questa sia una attività riservata ad una casta inaccessibile, inutile per molti versi, senza valore.

Quindi è per questo che oggi il nostro paese, ma tutto il mondo è nelle mani di vecchi o di giovani che sono giovani solo in apparenza e che hanno scoperto che mettersi al servizio di qualche parolaio rappresenta un lavoro, ben retribuito e di prestigio per giunta, un modo di risolvere la propria vita è di dedicarsi a giochi, viaggi, divertimenti, farsi vedere in televisione, frequentare bella gente soprattutto ricca, abbandonarsi al niente, dare per risolto brillantemente il significato della propria vita.

Forse non è così, a me pare che sia così. Il fatto è che non si può parlare di futuro se i giovani si disinteressano della politica, per questo oggi siamo senza prospettive perché siamo nelle mani dei vecchi che coniugano sempre i verbi al passato, mai al futuro. Dunque, aspettiamo i giovani e spero che non facciano aspettare molto.

 

Inserito il:07/09/2021 17:51:55
Ultimo aggiornamento:07/09/2021 17:56:52
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