Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Joseph Highmore (Londra, 1692 – Canterbury, 1780) – A Club of Gentlemen

 

Quelli che parlano di futuro nella logica del passato

di Gianni Di Quattro

 

La gente, molta gente parla di futuro. Alcuni perché è una maniera di sperare in una situazione migliore, magari meno miserabile (non solo economicamente), ma tanti altri perché credono di capire come si stanno mettendo le cose, sono certi di sapere intercettare le tendenze. Questi ultimi amano comunicare che loro sanno, hanno capito, un modo per mettere in mostra conoscenze e qualcuno di questi si azzarda a pensare persino cultura e magari lo dice pure.

Ecco, la maggioranza di questi ultimi fa previsioni, indica tendenze, fa persino i nomi di futuri protagonisti, giudica quello che accade, ipotizza le condizioni politiche, sociali ed economiche in relazione alla storia, alle esperienze del passato proprie o meno. In altri termini, costoro, che sono tanti, giudicano le cose che succedono e che possono succedere in relazione ai valori che loro hanno nella testa, ai loro pregiudizi spesso, alle cose che sono accadute e che ritengono si ripeteranno. Dicono che la logica non fa sconti.

In generale si tratta di persone anziane in età che vantano anche successi personali nei loro ambienti di lavoro precedenti (anche attuali per chi resiste) e che hanno raggiunto prestigio e posizione economica di grande tranquillità, al di fuori di ogni possibile mareggiata economica e persino politica. Quindi, credono di essere nelle condizioni migliori per dire quello che succederà, per dare giudizi, confortati dal loro passato e dal loro distacco dal presente.

Queste persone sono, come quasi tutte quelle che sono nello stesso tempo anziane e in buona posizione economica, dei conservatori perché, ed è evidente, hanno da salvaguardare (direbbero gli svizzeri) quello che hanno conquistato e diffidano di cambiamenti, di innovazioni in generale, perché possono mettere a rischio le loro posizioni economiche, ma anche, e forse soprattutto, di pensiero.

Tale fenomeno è alla base del distacco delle generazioni in generale e da sempre ed è uno dei motivi per cui le vecchie generazioni cercano di frenare, di ostacolare quelle nuove che si agitano legittimamente per sostituirle e che sono i fautori e gli attori dei cambiamenti, dei fenomeni innovativi in tutti i settori, dalla politica alla società, dall’economia alla tecnologia.

Nel passato vincevano spesso le nuove generazioni perché erano sempre in maggioranza e quindi facevano valere i loro diritti in tutti i paesi e le situazioni dove la democrazia è la regola di vita delle comunità. Oggi al contrario le nuove generazioni sono in minoranza (meno natalità e allungamento di vita) e questo esaspera le loro difficoltà a trovare spazio nella società e, allo stesso tempo, rappresenta un freno alla innovazione mettendo il pallino nelle mani degli anziani, in maggioranza conservatori. E questo spiega quello che sta avvenendo in tanti paesi del mondo, come Gran Bretagna (Brexit), Stati Uniti (Trump), Germania (AfD) per esempio, ed anche nel nostro paese dove i partiti della conservazione, dei muri, del freno al cambiamento vincono e pare che siano destinati a continuare a vincere.

Forti nel numero, sicuri della loro vittoria dunque, questi anziani conservatori fanno circolare le loro idee sul futuro che sono nella sostanza delle riproduzioni del passato con un po’ di tecnologia in più (e qualche fantasia), propongono alla idolatria tutti i leader che dichiarano ed operano per fermare il futuro a vantaggio del presente e di quelli che nel presente sono in vantaggio. Sono esperti e furbi (naturalmente), spingono nella conservazione ma dicono e fanno finta di aprire le porte del futuro e ai grandi cambiamenti, additano come colpevoli dei problemi del mondo qualche leader progressista che ha gestito il potere magari per un tempo limitato, creano modelli di riferimento pieni di altezzosità, cinismo ed egoismo, cercano il potere e da un po’ di tempo hanno ripreso molti linguaggi del passato.

I vari sondaggisti di questo paese, gli osservatori della politica non affrontano questo argomento perché lo considerano irrilevante, forse perché non vogliono dispiacere (o hanno interesse a non farlo) alle categorie sociali che influenzano le persone (qualcuno direbbe il popolo) come i media ed altri operatori dedicati allo studio dei fenomeni socio politici.

Il problema è dunque che stiamo nel mondo (almeno in quello occidentale che pareva avviato a nuove conquiste) parlando di futuro con la logica del passato e si lasciano i giovani a giocare con la tecnologia e si destinano ad altre funzioni di secondo piano (dove non possono fare molti cambiamenti), mentre (almeno i più coraggiosi) cercano di girare il mondo alla ricerca di opportunità e di vita nuova come direbbe il nostro più grande poeta. Per la verità qualche cosa nel mondo succede che può essere un esempio di un modo nuovo di affrontare il futuro, ma sono pochi i casi e piccoli gli ambienti dove si manifestano e quindi siamo lontani dal futuro, quello vero, quello che un giorno si potrà chiamare davvero futuro.

 

Inserito il:27/12/2019 17:12:18
Ultimo aggiornamento:27/12/2019 17:18:14
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