Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Steve Henderson (1957, Washington) - Forever yours

 

Il romanticismo non è più di moda

di Gianni Di Quattro

 

C’era un tempo quando si parlava di una persona nella esposizione dei suoi meriti e dei suoi difetti, che si poteva aggiungere che era una persona romantica. Lo si diceva con il sorriso sulle labbra, con la convinzione di dire una cosa bella e che avrebbe sicuramente oscurato o ricacciato eventuali altri difetti che magari si erano detti o pensati su quella persona. Si voleva dire che quella persona non era solo ancorata al pragmatismo, alla durezza dei modi, ma era capace di comportamenti dolci, gentili, attenti. Era capace di commuoversi davanti ad un panorama, ad una bellezza ed era capace di cercare in tutti i modi di sintonizzarsi con questa bellezza.

Essere romantico voleva dire, almeno nella considerazione comune, avere una grande sensibilità che portava non solo ad avere modi gentili per il piacere di rispettare gli altri, ad essere particolarmente attento nel maneggiare sentimenti ed emozioni propri o di altri vicino a lui. Ed ancora ad avere la tendenza a sognare, a ricostruire momenti di felicità o di benessere al ricordo di un particolare, di una musica, di un gusto, di un pensiero, di una persona alla quale si era stati legati da qualche sentimento.

In altri termini, essere romantico era un giudizio positivo a prescindere da legami letterari ed artistici. Le donne apprezzavano molto gli uomini romantici perché amavano la loro sensibilità, il tatto e la delicatezza dei sentimenti anche quando erano bruciati dalla passione.

Ma i tempi sono cambiati. Il romantico è visto come un mollaccione, una persona poco concreta, non coinvolta dall’onda del modernismo tecnologico, poco affidabile, lenta e alla lunga lontana dal modo di vivere attuale e che si capisce che è dietro l’angolo. Non è più di moda.

È vero che ora i tempi sono improntati a concretezza, i valori che contano sono il denaro, il successo, il prestigio, le conquiste e la vittoria. I valori di una volta magari non sono rinnegati formalmente, ma sono in secondo piano, sono ripiegati, non guidano più la vita di una comunità e delle persone singolarmente.

Oggi è importante la vita che si fa, le persone che si frequentano, le conquiste che si agguantano, le app che si usano, le donne e gli uomini con cui ci si accompagna. Oggi si viaggia più di una volta, ma insieme ad altri, dove c’è vita, dove ci si può divertire, si può bere e mangiare bene, dove si può conquistare ed esibire e poi si può raccontare.

Capita di essere con amici e di raccontare un piacere o una sensazione provata, magari un po’ retrò, e sentirsi dire ma come sei romantico, quasi con il tono ma cosa stai dicendo e sveglia!

Penso che bisognerebbe invece difendere l’essere romantico, perché affrontare la vita con delicatezza, commuoversi davanti alla bellezza e apprezzarla sempre, amare il rispetto e le relazioni umane per riempire la propria vita, sognare sempre insomma, è un modo per vivere una vita piena nel cuore e nella mente, per vivere una vita vicina alla felicità insomma.

Comunque la più vicina alla umanità e con il piacere e la consapevolezza di vivere la vita dal di dentro e non dal di sopra come se percorrerla di corsa a cavallo della tecnologia sia davvero l’unico modo di vivere. Come se fermarsi davanti alla bellezza e al sentimento sia un modo per perdere e non per vincere.

 

Inserito il:21/03/2019 22:58:16
Ultimo aggiornamento:21/03/2019 23:03:43
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