Aggiornato al 19/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Giuseppe Scalich (Zara 1941) – La forza dell’ondata - 1967

Cinque osservazioni sul tema migranti.

Qualche osservazione, personale, sul tragico tema dei migranti.

1. Prima di tutto: l’emergenza.

Nel linguaggio comune si intende con emergenza un accadimento improvviso, imprevisto, accidentale, spesso di breve durata e di forte intensità che quindi richiede interventi rapidi e tempestivi.

Nel nostro caso il problema dei migranti non è una emergenza, chiamarla emergenza distorce l’analisi del problema e induce  la speranza che si tratti di  fenomeno passeggero, transitorio.

Le emigrazioni ci sono sempre state, siamo di fronte a una situazione più vicina allo steady state della fisica cioè a situazioni quasi “a regime”, costanti, o quasi, nel tempo.

Le migrazioni non sono un problema nuovo, improvviso che come è emerso così si immergerà e scomparirà, al contrario.

Personalmente direi “per fortuna” perché i miei avi sono immigrati in Italia fuggendo dalla Tunisia solo 200 anni fa! E fortunatamente il Granducato non li ha respinti in mare!

 

2. Secondo punto: i muri.

Sono inutili: nessun muro può fermare i migranti: l’unico esempio di muro “efficace” è stato quello di Berlino ma era corto e non doveva trattenere folle di migranti.

Un altro esempio di muro “efficace” è la barriera protettiva creata da Israele che ha fermato (facendo gli scongiuri del caso) i terroristi ma non i migranti: in Israele vi sono centinaia di migliaia di immigrati [i] irregolari  provenienti anche  dall’Africa centrale entrati dal deserto aggirando il muro.

Questi sono i muri “migliori”! Vi sono poi decine di altri muri-colabrodo come la vecchia cortina di ferro, il muro tra USA e Messico (10 milioni di irregolari negli USA !), il muro di Orban utile come la Maginot: è già stato bellamente aggirato!

Volete un altro esempio: c’era una linea di confine difesa su due lati dai migliori eserciti del mondo: da una parte i nazisti e i solerti repubblichini, dall’altra l’esercito svizzero uniti per fermare i migranti: per fortuna, non hanno fermato migliaia di Italiani scappati in Svizzera [ii].

Conclusione non c’è muro, esercito, alpi, mari che fermi i migranti.

 

3. Terzo punto: deportazioni.

Parola che suona tragica e che dovrebbe essere bandita dal linguaggio italiano.

Ma a parte i valori etici ed i ricordi bellici si tratta di una mission impossible: dove li “riporti” ? Da dove vengono? Chi li accetta? E, se mai li accettasse, come li tratterebbe: decapitazione o impiccagione ?

Quelli che arrivano dobbiamo, con poche eccezioni, tenerli !

 

4. Una bella invenzione: asilo politico, migranti economici.

Si tratta di una fenomenale invenzione del politichese. Chi scappa adesso dalla Siria, dopo 30 anni di dittatura degli Assad, è un “politico”, mentre chi viene dalla Somalia, dove trionfa la  libertà, è invece un “economico” ? Come si fa a saperlo: basta chiederglielo precisandogli la differenza dei trattamenti successivi. Elementare Watson!

I migranti non si dividono in “gente che scappa” e in “gente che cerca di stare meglio” sono tutti migranti che cercano di stare meglio e scappano dalla Cina alla Russia, dalla Russia alla Finlandia, dalla Finlandia alla Svezia, alla Norvegia ….  tutti verso l’Europa.

Ogni etichetta è falsa ed è inutile, si deve invece dare loro una nuova identità sicura e stabile con  un documento di identificazione, Europeo, che resti poi valido per sempre indipendentemente se sei un rifugiato o un “economico”. Il documento, ovviamente elettronico, deve avere foto, impronte digitali e deve essere portato con sé per sempre. Non ha lo scopo di tracciare l’immigrato ma quello di identificarlo. (In questo modo sarà meno difficile individuare i delinquenti, terroristi,… sempre presenti ).

E poi, possiamo solo suddividerli tra le varie nazioni e ... tenerceli ricordandoci che le frontiere interne sono assolutamente trasparenti. 

Ancora una mia osservazione: nei paesi di forte immigrazione legale, tipicamente Israele e USA, il momento dell’ingresso è anche un’occasione per cambiare nome e assumerne un locale perdendo ogni connessione con l’identità precedente. Personalmente ho provato a ritrovare in Israele un immigrato Italiano ma aveva cambiato nome e la connessione era ….. evaporata !

Non scandalizzatevi, ho forse esagerato, ma abbiamo già un precedente di un “M. Cristiano A.”

Ho finito l’analisi.

 

5.  Proposte (un poco utopiche ).

Mi sembra chiaro che “se partono sicuramente arrivano a casa nostra” e poi “dobbiamo tenerli”. Muri e deportazioni non servono proprio a niente:  né qui né altrove.

L’unica cosa possibile è “fermarli prima che partano”, è difficile ma dobbiamo provarci, offrendo loro, sul posto, qualcosa di meglio.

Come noi “occidentali” manteniamo cinque milioni di Palestinesi[iii] così dobbiamo affrontare il problema globale dei migranti. I campi gestiti dalla UNRWA sono una tragica vergogna ma forniscono un’idea di come sia possibile mantenere milioni e milioni di persone.

Non è facile, è costoso, ma è meglio provare a mantenere i migranti a casa loro piuttosto che a casa nostra !

Si deve creare delle vere newton (non chiamiamoli campi,  per piacere)  per i potenziali migranti e sistemarli, mantenerli, possibilmente farli lavorare, istruirli, evitare che siano preda di trafficanti di esseri umani, e  sperare che poi vengano riassorbiti da territorio.

Oltre a tutto si tratta di persone con motivazioni ferree, disponibili a tutto pur di migliorare la loro condizione, affamati non solo di cibo ma anche, almeno la maggior parte, di un riscatto personale: sono loro i veri  hungry  and foolish !

Ho finito: su quanti punti siete d’accordo con me? Nessuno, 1…2… tutti e 5? Fatemelo sapere.

PS. Dopo tanto pessimismo una parola di ottimismo.

Le tragedie, le disgrazie, le guerre possono unire le popolazioni trasformando la sfortuna in fortuna. Possiamo sperare, con ottimismo, che la sfida di gestire e integrare migliaia di disgraziati ci  aiuti  a creare una Italia e una Europa più coesa e generosa ?

Der Spiegel [iv] dice a proposito dei migranti: ”They represent a burden, but also a chance to create a New Germany, one that is more cosmopolitan and generous.”

E perché non anche da noi?

 


[i]  Si parla di oltre 250.000 “clandestini” dei quali 20.000 africani

[ii] La Frontiera della speranza. Broggini 1998

[iii] Vedi Wiki, lo stato di questi profughi è trasmissibile ereditariamente

[iv] Spiegel on line del 31 agosto

Inserito il:05/09/2015 19:09:28
Ultimo aggiornamento:25/09/2015 14:55:58
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