Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

 

È difficile essere laico

di Gianni Di Quattro

 

Ricordo i tempi universitari negli anni 50 quando noi studenti in tanti atenei cercavamo di imparare la democrazia che stava faticosamente avanzando nel paese, impegnandoci in politica, costituendo gruppi locali o aderendo a gruppi nazionali, confrontandoci, formando il nostro parlamentino, cercando di individuare i nostri interessi e di progredire. Eravamo entusiasti di tutto quello che facevamo e studiavamo, leggevamo, partecipavamo a dibattiti ed incontri letterali e culturali, tutte cose che non avevano un passato, che erano bandite o controllate nei decenni passati, quelli che ci hanno portato alla guerra che abbiamo perso.

C’erano i giovani democristiani cattolici, il loro gruppo si chiamava Intesa e comprendeva la Fuci, e c’erano i giovani comunisti nel gruppo che si chiamava CUDI, un gruppo che poi Palmiro Togliatti decise di sciogliere perché aveva poche adesioni. I giovani sentivano poco l’attrazione di partecipare ad un gruppo che rappresentava ideologie totalitarie anche se presentate in nome del proletariato. La stessa cosa succedeva per il gruppo dei nostalgici fascisti aderenti al loro MSI e che negli atenei si chiamava la Fiamma. E poi c’era l’UGI che era indipendente dai due grandi partiti che si spartivano la maggioranza degli italiani, la DC e il PCI, e che in qualche modo si richiamava al laicismo rappresentato dai partiti di centro che comprendevano i socialisti democratici, i liberali ed i repubblicani. Negli anni tanti uomini politici cresciuti nell’UGI hanno avuto poi ruoli di primo piano nel paese, tanta cultura si è sviluppata intorno ai valori del laicismo dell’UGI.

Ecco il laicismo, cosa intendevamo noi per laicismo? Non solo l’indipendenza da qualsiasi religione, ma l’indipendenza da qualsiasi dottrina. Avevamo voglia di libertà, di pensare libero, senza pregiudizi, senza ideologie che costituivano barriere, avevamo voglia di amare il confronto libero. E pensavamo che questa forma di laicismo poteva, anzi    doveva essere la forma di espressione più intelligente e progredita e colta dell’uomo.

Pensavamo che la società, una volta libera dalla dittatura, una volta resa irreversibile la democrazia sicuramente sarebbe stata la palestra migliore per un pensiero libero, foriero di rispetto e di attenzione verso chiunque. E pensavamo che lo studio, la cultura avrebbe certamente favorito lo sviluppo di una società laica, così come intendevamo, cioè libera, indipendente, amante della cultura, della bellezza, soprattutto della umanità.

Tanti anni sono passati, tanta acqua è passata sotto i ponti, il paese è andato avanti, ma quando qualcuno di noi si ritrova con qualche vecchio amico e compagno di pensiero e di speranze, succede che gli sguardi si incontrano, i ricordi pure e un velo di tristezza ci assale. Non riusciamo a spiegarci dove noi giovani di allora abbiamo fallito e non riusciamo a spiegarci perché i giovani di oggi in una società dove proliferano odio, pregiudizi e disumanità, rimangono inerti.

 

Inserito il:20/09/2023 21:33:12
Ultimo aggiornamento:20/09/2023 21:45:52
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