Aggiornato al 26/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

A Vanvera (11)

di Massimo Biondi

 

Armi

Un grafico del portale Statista illustra alcuni numeri del commercio americano. Negli USA ci sono 10.843 punti della catena di caffetterie Starbucks, 14.350 McDonald’s, 38.015 negozi di alimentari con un giro di affari di almeno 2 milioni di dollari e 64.747 rivenditori autorizzati di armi.

Il secondo emendamento della Costituzione americana, quello che sancisce il diritto di ogni cittadino di possedere armi, sembra intoccabile, non perché anche là ci sono i Bersani e i Salvini (D’Alema no, è un esemplare umano poco diffuso) ma in quanto pare che la larga maggioranza della popolazione sarebbe contraria anche solo all’introduzione di limitazioni parziali.

Qualcuno disse che nella cultura americana la violenza è più radicata della torta di mele.

 

Responsabilità

La famiglia di una ragazza americana morta negli attentati di Parigi ha fatto causa a Twitter, Facebook e Google per aver dato "supporto materiale" ai terroristi. Forse negli USA accedere ad avvocati azzeccagarbugli è anche più facile che acquistare armi.  

 

Assenteismo (1)

Nessuna sanzione civile per i vigili urbani di Roma che hanno festeggiato il capodanno 2014 con i loro cari invece che in servizio come previsto. Revocate anche le sanzioni ai sindacati perché il giudice del lavoro ha valutato che le assenze di 767 agenti fossero dovute ad iniziative individuali, non ad una forma anomala di protesta come sostenuto dall’Autorità Garante per gli Scioperi.

D’altra parte la stessa Avvocatura Generale dello Stato aveva evitato di schierarsi in giudizio. Perciò tutto bene. Indulgenza plenaria.

Rimarrebbe l’indagine verso 101 medici definiti compiacenti. Falso, truffa, accesso abusivo al sistema informatico (cioè con credenziali false), referti compilati senza visitare i pazienti, qualche volta, pare, firmati direttamente dalle segretarie. Rischiano la radiazione dall’Albo. In realtà siamo tutti pronti a scommettere che non rischiano nulla.  L’Ordine dei Medici in queste faccende si è sempre dimostrato alquanto comprensivo.

Ah! I politici che mascalzoni!

 

Assenteismo (2)

La nazionale di calcio ha giocato il venerdì pomeriggio alle 15. Un po' di voli cancellati a Fiumicino per sciopero dalle 13 alle 17, qualche autista di autobus che si è sentito poco bene all’ora della partita ma niente di clamoroso, pare. Non ci si può incazzare per tutto. Prendiamola con filosofia, per una volta. E con ironia, se possibile.

Qualche anno fa una partita Fiorentina-Roma fu giocata di lunedì pomeriggio, non so per quale motivo. Massiccia affluenza di tifosi romanisti, qualche migliaio. Troppi, per una trasferta in un giorno lavorativo. Ma nella tribuna occupata dai romanisti apparve uno striscione: “semo tutti parrucchieri”. Applauso.

 

Netturbini

La negoziazione per il rinnovo del CCNL Ambiente è tesa. Tra uno sciopero e l’altro in qualche città si creano nuove emergenze rifiuti.
Situazione ingarbugliata: i Comuni si dicono disponibili a riconoscere un incremento salariale di 110 euro mensili a fronte di recuperi di produttività. In particolare chiedono la riduzione dei distacchi sindacali retribuiti, cioè persone pagate dalle aziende che però lavorano per i sindacati. Troppe, dicono, 388.800 ore, per un costo di oltre 11,5 milioni di euro all’anno. Le aziende propongono che il monte ore sia portato allo stesso livello di altri settori. I sindacati nicchiano.

Non prende posizione la Commissione di Garanzia, alla quale viene tra l’altro richiesto di rivedere il codice di regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici, che è del 2001.

Tutto fermo perciò, come i rifiuti.

L’atteggiamento attendista della Commissione potrebbe essere influenzato anche dall’aria placida e distaccata che probabilmente è ancora presente nelle stanze e nei corridoi della sua sede: piazza del Gesù 46. Sì, dove aveva sede la Democrazia Cristiana, che nell’evitare grane aveva un’abilità inarrivabile.  

 

Economia

Alla fine Juncker, presidente della Commissione Europea, non ha dato retta agli americani e a qualche Paese europeo contrario ed è andato al Forum Economico di San Pietroburgo. Anche Renzi è andato: a lui piace smarcarsi e se deve sottoporsi a qualche intervista in più non dà l’idea dell’insofferenza.  

Hanno fatto bene entrambi, preceduti tra l’altro da Sarkozy che più vede all’opera Hollande più è ottimista sulle sue chances presidenziali per le elezioni del prossimo anno.

Juncker e Renzi hanno combinato affari, soprattutto Renzi: con i tempi che corrono sia in politica che in economia la frattura con la Russia non conviene a nessuno. Tra l’altro l’economia russa non sta andando bene, probabilmente perciò è un buon momento per trattare, cercando di far accettare a Putin proposte che in altre situazioni respingerebbe.

Normalizzazione, si dice, anche se le sanzioni decise post disputa sull’Ucraina dovessero essere prorogate, magari per ragioni di politica interna americana ed europea. Che poi fra pochi mesi vedremo che succederà negli Stati Uniti. Se ci fosse la trumpizzazione si dice che un motto guida sarebbe business first, anche perché Trump non pare per nulla angustiato dalle faccende dell’Ucraina.

 

Telecom

Telecom Italia parteciperà a tutti i bandi per la banda ultralarga nelle aree C e D, quelle giudicate non redditizie in base al solo mercato, ma non farà alleanze con Enel. Anzi, il presidente Recchi, autore della dichiarazione, ci tiene a precisare di avere milioni di chilometri di fibra posata, per cui Telecom è l’assoluto leader di mercato. Ci mancherebbe altro, lascia intendere, di fare accordi con dei principianti.

Comprensibile. Dove ora c’è rame Telecom può mettere fibra senza chiedere nulla a nessuno. Tuttavia rimane da chiarire se la società come è oggi può o no attingere ai fondi pubblici essendo una struttura verticalmente integrata: dal cunicolo dove corrono i cavi al computer del cliente finale.

Stando ai bandi si direbbe che non può, ma allora sorgono altri problemi: scorporare la rete attuale? Vecchio discorso. E nel caso quale perimetro e che valore dare alla società della rete? Metterci dentro anche le torri, cioè la “rete” del mobile? Di quanti dipendenti dotare lo spin off? E quali risorse economiche attribuirle? Chi investirebbe? Solo TIM o anche terzi? E la governance?

Insomma, di decisioni da prendere ce ne sono tante, e tutt’altro che di poco conto. Fossi un azionista TIM non sarei contento di vedere il presidente che minimizza e si comporta come un politico che dice che va tutto bene dopo una delusione elettorale.

 

Media e telco

Da noi Vivendi (media) è il primo azionista di Telecom e acquisisce la parte TV a pagamento di Mediaset.  Agli antipodi, in Nuova Zelanda, si fondono Sky (media) e Vodafone (telco). Sky deve difendersi dai nuovi entranti proprio nel mercato della TV a pagamento, Vodafone dalla contrazione dei margini sui servizi tradizionali. Ma forse ci sarà dell’altro, magari la messa a punto in un mercato relativamente piccolo e periferico di un modello di business da replicare poi nei mercati chiave. Per limitarsi alla vendita abbinata dei prodotti di ciascuno infatti bastava un accordo commerciale come ce ne sono tanti, non era necessaria una fusione. Una situazione da monitorare.

 

Banche

Tredici banche venete in crisi (Federico Fubini, Corriere della Sera). In questi giorni sulla cresta dell’onda, per modo di dire, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Già viste le situazioni Banca delle Marche, Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara. Prima il Monte dei Paschi (con suicido sospetto di omicidio), ora, ancora, una serie di banche commissariate, evidentemente in quanto non proprio floride.

Riepilogando: Azionisti e amministratori delle banche, talvolta anche dirigenti; Banca d’Italia; Consob; politici locali e no; Governi (più di uno, evidentemente); investitori/speculatori ingordi; investitori sprovveduti; dipendenti delle suddette banche spacciatori non ignari di titoli scartoffia. E una parte della stampa, che in qualche modo c’entra sempre; nei casi migliori perché distratta. Chi è senza peccato?

Non per nostalgia, ma al tempo della banda Cavallero in banca era chiaro chi erano i rapinatori e chi i rapinati.

 

Cronache vintage

Il piano Solo fu lo schema per un eventuale colpo di Stato, o qualcosa di molto somigliante, messo a punto dal generale dei Carabinieri Giovanni De Lorenzo e non sdegnosamente respinto (eufemismo) dal presidente della Repubblica Antonio Segni. I tempi erano quelli del primo governo con partecipazione del Partito Socialista Italiano, 1964: Moro presidente del Consiglio, Nenni vicepresidente.  

Antonio Segni però di manifestazioni non perfettamente in linea con lo spirito, e anche la lettera, della Costituzione ne aveva già date, ben prima dell’elezione al Quirinale.

A parte avere fatto “sorvegliare” le mosse di colleghi dei quali non si fidava, tipo Fanfani considerato troppo disponibile proprio verso i socialisti, rimane abbastanza famosa, tra altre performance, la richiesta all’Avvocatura dello Stato nel 1956 (Segni era presidente del consiglio) di avanzare ricorso contro la decisione della Corte Costituzionale, appena insediata, di giudicare la costituzionalità di alcuni articoli del Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1931. Pretendeva, Segni, laureato in Giurisprudenza, che la Corte non avesse titolo per esaminare leggi precedenti la Costituzione.

Quegli anni subivano in effetti lo strascico di una legislazione ancora in buona parte fascista applicata da funzionari e giudici che solo in parte non avevano riserve sul nuovo corso. Quando pure non covavano autentiche nostalgie.

Tra le leggi dell’epoca fascista ancora in vigore c’erano quelle contro la migrazione interna, che saranno modificate solo nel 1961 quando il fenomeno era ormai esploso. La cultura popolare però con quelle leggi era rimasta abbastanza in sintonia, tanto che la CISL di Gela poteva sostenere che “Allo stabilimento petrolchimico di Gela non c’è posto per la mano d’opera forestiera”. I forestieri in questione provenivano da Agrigento.

Ma le arretratezze del tempo si esprimevano ancor più palesemente nei giudizi che la classe dirigente italiana (e anche vaticana, ad abundantiam) dava dell’evoluzione sociale e degli strumenti che la accompagnavano o semplicemente la rilevavano. In primis la televisione, che secondo i censori corrompeva costumi e coscienze.

Ero troppo piccolo per giudicare, ma le lamentele dovevano essere del tutto infondate, anche perché fino al 1956 direttore della RAI è stato un ingegnere molto cattolico già in precedenza responsabile di imprese importanti: Filiberto Guala. Lasciata la RAI diventò frate trappista.

 

Pensierini

I fascisti del futuro si definiranno antifascisti. Winston Churchill

L'argomento migliore contro la democrazia è una conversazione di soli cinque minuti con l'elettore medio. Winston Churchill

Inserito il:18/06/2016 16:30:59
Ultimo aggiornamento:18/06/2016 16:41:46
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445