A Vanvera (09)
di Massimo Biondi
Roma (ancora)
Ho dimenticato la settimana scorsa di lamentare che ormai si chiama Roma solo per gli intimi e i tradizionalisti. Ufficialmente è Roma Capitale, definizione abusata anche dal Comune, riportata sulle auto dei vigili urbani (pardon: polizia locale) e sulle bande di plastica che usano per isolare aree a vario titolo (come nei film americani le scene del crimine).
A me francamente sembra una cosa burina (slang locale). Che forse Parigi Londra o Berlino hanno bisogno di qualificarsi Capitale?
Torino
Riapre lo storico stabilimento cittadino FIAT Mirafiori. Ultimamente è stato utilizzato per poche attività marginali. Ora riparte con circa 1200 operai, che diventeranno presto 1500, per la produzione del SUV a marchio Maserati. Molto bene, a parte l’acronimo SUV, Sport Utility Vehicle, per chi non lo sapesse. Un modo fuorviante, io credo, per identificare vetture un po' più alte delle berline classiche ma usate di solito allo stesso modo. Senza farci l’inseguimento degli stambecchi e senza ambizioni sportive, si spera; solo più adatte a salire sui marciapiede.
Incertezze tecnologiche
Microsoft aveva sognato di estendere il suo dominio nei sistemi operativi per PC agli smartphone, perciò un paio di anni fa aveva acquisito e ben pagato il business dei cellulari da Nokia. Però il mercato non è andato nella stessa direzione. Le vendite degli smartphone con software Windows non sono mai decollate, almeno non abbastanza da convincere gli sviluppatori a realizzare app compatibili. Poche app, pochi clienti, la solita storia del gatto e della coda. Perciò fermi tutti: persi milioni di dollari e migliaia di posti di lavoro. 1350 di questi sono quelli passati da Nokia a Microsoft giusto un paio di anni fa. In Finlandia sono furiosi.
Se le vendite di PC diminuiscono a favore di smartphone e tablet il futuro di Microsoft non pare posto sul binario migliore. E forse neppure quello dei suoi clienti tradizionali, forzati ad adottare il sistema operativo Windows 10, quello progettato per essere multidevice. Non lo sarà mai, ora lo sappiamo, ma pare che ce lo dobbiamo tenere lo stesso, anche i nostalgici di Windows XP.
Il quotidiano all’epoca di internet
I quotidiani cartacei si arrabattano per limitare la diminuzione delle vendite: cambiano pelle e anche target. Ora abbondano le pagine di costume, cucina, viaggi, moda, salute. Resiste, ed è secondo me noiosissimo, lo spazio dedicato alla politica interna. In quel settore sembra evidente il problema che non sempre, non ogni giorno, c’è di che scrivere un pezzo interessante. Allora i giornalisti parlamentari si rivolgono al politico con il quale hanno dimestichezza per avere la notizia. Purtroppo costui la notizia raramente ce l’ha, ma due parole di propaganda le dice con entusiasmo, come se si trattasse di cose rilevanti. E dalle due parole, che poi diventano tre o quattro, un titolo si ricava sempre, magari forzando un po'. Ecco allora articoli senza contenuto richiamati da titoli ad effetto. Poiché molti leggono solo i titoli le reazioni non mancano. Magari sono fuori tema, ma così si crea materiale per i TG e resta già pronto anche il pezzo per l’indomani. Il tutto un euro e cinquanta, se non ci sono supplementi obbligatori.
Amministrative
Un gran parlare di rischio astensione. Che rischio è? Rischio è quando si vota tanto per votare, senza sapere perché e per chi. Senza conoscere nulla delle differenti opzioni, siano persone, partiti o programmi. Le liste civiche poi non è che aiutino a farsi un’idea. Anzi, paiono create apposta per confonderle. Perciò va bene che voti uno su tre, se questa è la parte di popolazione che segue anche superficialmente le faccende del proprio Comune.
Voce dal sén fuggita
“Abbiamo la capacità di anteporre le questioni personali agli interessi della collettività” ha affermato senza essere smentito un candidato alle prossime amministrative. Ecco, questo può essere motivo non solo per votare ma anche per esprimere un voto di preferenza. Per un altro candidato, ovviamente.
Legge 104
E’ questa una legge molto civile che consente ai lavoratori con disabilità o che hanno impegni di assistenza a familiari disabili gravi di usufruire di permessi retribuiti. Ne fa uso circa l’1,5% dei lavoratori dipendenti. Nel privato. Perché nella scuola pubblica accede ai benefici della legge circa il 13% dei docenti di ruolo. Nella scuola evidentemente c’è un’altissima concentrazione di famiglie particolarmente colpite dalla sfortuna.
SIAE
Questa sì che deve essere un’organizzazione molto efficiente. Molto severa. I suoi ispettori sono particolarmente occhiuti e intransigenti. Sui diritti d’autore non si scherza. C’è una ragione se esiste da 134 anni e si avvale di oltre 1200 dipendenti.
Perde soldi, ma svolge i suoi compiti con ammirevole diligenza. La scorsa settimana due ispettori si sono presentati in una struttura di Milano e hanno preteso di verificare accuratamente tutto il materiale musicale utilizzato, CD e altro. Uno per uno. Senza guardare in faccia a nessuno. Loro sono così, intransigenti. Non importa se l’ispezione riguarda una grande discoteca o un asilo nido.
Nel caso riguardava proprio un asilo nido: una ventina di bimbi sotto i tre anni. I CD invece una decina, che ai bimbi piace risentire sempre le stesse cose. Tutto in regola, pare. Anche l’hit del momento: le tagliatelle della nonna Pina.
La domanda della settimana
Che ci fa Carlo Cracco in una cucina Scavolini? E come mai in casa tutti lo chiamano Carlo? Temi angoscianti. Pubblicità che sarebbe meglio non trasmettere in fascia protetta.
Cronaca vintage
“Neppure fuori servizio l’impiegato statale può criticare pubblicamente il governo e i ministri; lo vieta la legge attuale, che non può dirsi fascista perché risale al 1908”. Mario Scelba, 4 dicembre 1954
Pensierino
Un giudizio si può discutere, analizzare, anche smontare. Con un pregiudizio questo è difficilissimo. Anna Maria Mori