Bobby Yazzie (Northern Arizona, AZ, United States) - Heartless
Senza cuore
di Gianni Di Quattro
Una società dove avanzava l’egoismo, l’interesse per il denaro ed il successo, nella quale piano piano andavano scomparendo i valori ideali portati avanti da ideologie anche contrapposte, sempre più prigioniera di mediocrità, schiacciata da una tecnologia che si andava diffondendo senza rispetto per persone anziane o fragili, dove si diffondeva la solitudine, il disinteresse per il cambiamento ed il futuro di conseguenza, proiettata a consumare, alla ricerca di fuochi fatui cui aggrapparsi. La società si cominciava a percepire così prima del covid e molti sociologhi, analisti, osservatori, uomini di cultura si interrogavano non solo per capire come eravamo arrivati a questo punto, ma se il futuro poteva offrire alternative e speranze.
Poi è arrivato il covid che ha seminato morti e tante infermità, ha sconvolto il paese non solo negli aspetti sanitari ma in tutti quelli sociali, ha spaventato la gente non abituata a situazioni di emergenza di tali dimensioni, ha creato reazioni imprevedibili in tanti, ha buttato tanta gente nello sconforto. Ha peggiorato la crisi sociale, provocato un certo arretramento culturale generale, cancellato o quanto meno ridimensionato speranze.
E mentre sembrava che la pandemia, il covid, stesse rallentando la sua azione devastatrice (ora, a distanza di pochi giorni, sappiamo che non è così), è arrivata la guerra quasi alle porte di casa, una guerra che in qualche modo coinvolge anche il nostro paese, una guerra dura, con tanti morti e feriti, con tanta distruzione, dolorosa, mostrata passo a passo dalle televisioni e commentata come una partita di calcio dai giornali.
Una guerra feroce, inconcepibile, mai dichiarata formalmente e avviata cinicamente, fatta per motivi di conquista di territori o per supposti motivi di disporre ai propri voleri, paesi terzi ma succubi senza se e senza ma, ai propri confini. Come avere un giubbotto antiproiettile in caso di attacco. Naturalmente chi vuole il giubbotto non si interessa dei rischi e delle condizioni morali e umane di chi deve fare il giubbotto perché costretto.
Il segnale che domina la nostra società, dunque, ormai da tempo è il non avere cuore. Significa che a tanti, a tanti che contano, non interessa vivere, interessa vivere con il potere, interessa disporre di cose, magari di cose che altri non hanno e se le hanno, loro le vogliono. I sentimenti e le emozioni? Ma questa gente non ha cuore, e questa gente cresce sempre. Noi che ancora abbiamo un cuore e sentiamo che è bello avere un cuore, come possiamo reagire, come possiamo adattarci ad una vita senza colori e senza passioni? Come possiamo pensare alla vita solo come un passaggio tecnico chissà da dove e per andare chissà dove. Maledetti!