Genevieve Esson (St. Louis, Missouri - Contemporary) - The Sphinx
Né carne, né pesce
di Davide Torrielli
A me piacciono i motti ed i detti, da matti. Forse sarà per l’età, forse per la mania per il modo di trasferire in modo completo e sintetico un concetto con poche e dirette parole, sta di fatto che i detti dei vecchi, trovano il modo di esplicitare un concetto con poche e dirette frasi; bellissimo è poi quando per essere moderni, alcuni soloni della comunicazione utilizzano versioni aggiornate di espressioni che affondano il proprio nascere in tanti e tanti anni or sono ma conservano sempre il loro essere diretti come un Freccia Rossa.
In questi giorni, ho risentito un detto che non ricordavo più: “né carne, né pesce”; è un modo di dire che si usava per tante cose ed anche io nel mio piccolo, ho piacere di aderire in qualche modo nell’adottare espressioni che in italiano si usano meno od addirittura non si usano più.
Essere “né carne, né pesce”, indica un comportamento, un modo d’essere od al limite un qualcosa di concreto che secondo i normali canoni di valutazione, non si classifica né di qua, né di la, ma rimane a cavallo di due classi lasciando il valutatore in una sorta di imbarazzo nel fare quello che oggi risulta fondamentale, pare, fare ovvero la profilazione: avvalersi di tecniche di profilazione, significa classificare merci o persone, in base a dei criteri per poi poterli ritrovare tutti insieme con sopra una bella ed appiccicosa etichetta.
Bene, qui invece siamo nell’epoca del … ne carne, ne pesce … che per essere fighi e moderni meglio declinare come “ibridi”!
Il termine ibrido, si usa per tutto e fa tanto bello e moderno, dimenticando che l’ibridazione non sempre sortisce risultati positivi e molte volte, invece, garantisce il grigio al posto del nero o del bianco, il grigio è un ibrido e contiene al suo interno sia il bianco sia il nero, per buona pace dei supporters dei due colori.
Tutti contenti.
Bene, le mie farneticazioni intendono far riflettere su tempi nei quali cambia la nostra vita, in modo sostanziale non tanto per decisioni prese in modo errato, ma per non averle prese, lasciando che il sì ed il no, non si esplicitino in modo serio e chiaro, ma il ni impera. Un ibrido nelle decisioni.
Ed allora divertiamoci con qualche esempio, lasciando volare il ragionamento …
Assicurazioni che fanno le banche e viceversa, arrivando a proporre anche acquisto di beni di consumo; si incrociano, si mischiano ibridandosi. Auto ibride, moto ibride, uomini e donne ibridi. Essere di qui o di là, non fa moderno, essere nella terra di mezzo, in tutti i campi in musica, si chiama “contaminazione”, ma è sempre ibridare generi. Cereali che diventano frutta e viceversa, dopo che le pesche sono diventate noci e le albicocche si presentano come arance.
Dopo che i carrozzieri ibridati diventano gommisti e meccanici, abbiamo le facoltà di ingegneria che stufe di essere fornaci di ingegneri, propongono ingegneria del cinema e viene proposto un liceo classico senza greco … e poi telefoni che si ibridano con pc, frigoriferi che scaricano dati dimenticandosi a volte che devono refrigerare i cibi.
Padri e madri che si ibridano con amici, perdendo il proprio posto nei confronti dei figli.
In tutti i campi, vediamo ibridazioni: giocatori Cromagnon di calcio che diventano cantanti e cuochi, starlette del piccolo schermo che si improvvisano filosofe così come campioni olimpici che diventano professionisti nella sociologia.
Insomma, una grande insalata in tutti i campi dove la politica regna sovrana, la destra non è più destra ma centro-destra e lo stesso per la sinistra. Tutti che si spostano un po’ per perdere la nettezza del colore, delle scelte e dell’essere dichiaratamente appartenenti ad una specifica e ben identificata classe tanto perché appartenere ad un’identificata categoria, possa svalutarne il valore … un po’ di quello ed un po’ di questo: essere non è moderno, non essere neanche: è moderno essere un po’ ed un po’….
Automi che tentano di ibridare sintetizzando uomo e macchina, saranno la nuova generazione di esseri indipendenti che gestiranno quanto devo mettere di quello e quanto di questo, per decretare lo scivolamento di una classe verso l’altra, oppure forse ci ricorderemo di colpo quanto era bello scegliere se svoltare a destra o a sinistra ad un bivio invece di fermarsi ad aspettare dubbiosi che ci costruiscano, l’ibrida strada di mezzo!
Nel frattempo, io giro in tondo, ma sempre dalla stessa ostinata parte.
Te curas.