Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

B G Bujjarappa (Karnataka, India, 1955 - ) - Misunderstanding

 

Capire quello che succede

di Gianni Di Quattro

 

Il nastro delle cose della vita passa davanti a tutti allo stesso modo, ma non tutti vedono le cose che passano allo stesso modo. Perché ciascuno le vede con la propria cultura, con il proprio pregiudizio che molto spesso spinge a vedere quello che si vuole vedere e non quello che si vede, ed anche in modo alternativo secondo il proprio stato d’animo felice o infelice.

Capire le cose è difficile perché comunque richiede un lavoro di interpretazione o di quello che gli altri dicono o dei fatti che succedono e che in generale hanno come tutte le vicende della vita non una sola causa, ma un sacco di concause come si direbbe nel diritto penale a proposito del delitto colposo. Si tratta di individuare, sempre e in ogni occasione, la causa principale, quella senza la quale l’evento, il fatto che si osserva e si giudica, di cui si parla, non si sarebbe verificato. È il difficile lavoro dei giudici quando devono giudicare questo tipo di reati mentre è facile quando il colpevole confessa o gli inquirenti raccolgono le prove sufficienti e chiare per condannarlo o assolverlo. Ma è difficile il lavoro di ogni persona nel capire il pensiero degli altri e quello che dicono alcuni quando proclamano che tutto è chiaro, qualche volta persino si affrettano addirittura a dirlo, può essere una menzogna o la voglia di dimostrare che si possiede un grande e veloce intuito, o perché si vuole mascherare il fatto di non avere capito.

Qualche volta si tratta di persone la cui formazione culturale para scientifica, ma non solo, non prevede l’esistenza del dubbio. E quelli che non hanno dubbi condannano sempre quelli che li hanno, in fondo il dubbio è come una eresia per un religioso che crede nella sua religione in modo totale e di conseguenza anche nelle cose cui ragionevolmente è difficile se non impossibile credere.

Un metodo molto diffuso quando il supporto della cultura e la voglia di ragionare sulla cose vengono meno è decidere di non giudicare quello che avviene ma la persona o le persone che le provocano o che le gestiscono o che ne sono responsabili, cioè si sposta il giudizio dalle cose che non si capiscono alla persona che si vede e che si può osservare come si muove e cosa fa nel bene o nel male. Questo è tipico della politica, quando masse di persone seguono non tanto una idea o un futuro o un modo di essere, ma una persona perché quello che dice suona positivo e perché quello che dice pare comprensibile e somiglia al modo di come tutti parlano delle cose più frequenti nella giornata di ciascuno, quelle che non riguardano il pensiero o l’esecuzione di una professione.

In tutte le lingue esiste la parola equivoco, che significa sbagliata interpretazione, ma che in effetti significa che chi interpreta male non ha gli arnesi culturali e di pensiero adatti a capire quello che altri dicono o le cose che succedono. Bisogna anche dire che spesso non tutti amano dire quello che pensano ma dicono quello che pensano in modo contorto per cui qualcuno può capire quello che pensano, ma la maggioranza può capire qualcosa di diverso, volutamente si capisce.

In conclusione, il mondo è pieno di gente che non capisce e si semplifica la vita rinunciando e attaccandosi a un qualcuno, di gente che dice di avere capito solo perché lo vuole fare credere e di gente che si inventa quello che dice di avere capito per qualsiasi motivo. Quando la cultura media di una comunità o globale per qualsiasi motivo degrada, questa confusione aumenta e può anche diventare pericolosa, perché avvia processi che provocano miseria quando non anche violenza. In definitiva la parabola della Torre di Babele è sempre attuale!

 

 

Inserito il:18/06/2019 17:25:42
Ultimo aggiornamento:18/06/2019 17:38:07
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