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Generare libertà
di Bruno Lamborghini
Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, noti sociologi dell’Università Cattolica, hanno pubblicato (edizioni del Mulino) un libro intitolato “Generare libertà” con il sottotitolo “Accrescere la vita senza distruggere il mondo”. Gli autori si propongono di cercare di definire il rapporto tra la libertà individuale di ciascuno con la libertà degli altri ed in particolare con l’ambiente, senza determinare danni alla società ed alla natura, ma anzi apportando effetti migliorativi.
Dalla lettura del libro si possono trarre alcune riflessioni stimolanti partendo dai due temi centrali, la libertà individuale e le relazioni tra le persone e con l’ambiente. Il riconoscimento della libertà di ciascuno, inattuato o scarsamente attuato, in tutta la storia umana, si è venuto definendo e realizzando negli ultimi due secoli a partire dalla rivoluzione francese e da quella americana, ed in modo più esplicito in Italia ed in Europa nel dopoguerra attraverso riforme costituzionali.
Le condizioni di libertà individuale sembrano ora ridursi e per comprenderne le cause vale la pena partire da qualche premessa storica. Nella seconda metà del ‘900 in Europa e negli Stati Uniti si è avuto uno straordinario sviluppo economico guidato da mercati di massa e dal benessere diffuso, peraltro senza preoccupazioni sociali e circa i gravi danni apportati all’ambiente ed alle risorse naturali.
Con la fine dell’Unione Sovietica e dei due blocchi contrapposti, nell’ultimo decennio del secolo si sono aperte le frontiere al commercio globale, dando vita ad una diffusa crescita economica mondiale ed allo sviluppo della grande potenza cinese. La popolazione mondiale si era andata più che triplicando dagli anni ‘50 superando otto miliardi, un livello mai raggiunto nella storia umana, determinando peraltro nuove problematiche.
La straordinaria crescita economica e demografica ha moltiplicato squilibri sociali ed ambientali che divengono sempre più pressanti e preoccupanti. La grande industrializzazione ed i consumi di massa hanno determinato e continuano a produrre in modo incontrollato enormi quantità di Co2, gas serra, scarichi inquinanti, sprechi e distruzione di risorse naturali irriproducibili, riscaldamento globale con alluvioni e siccità, accanto a squilibri demografici nei maggiori paesi con invecchiamento e mancate nascite, assieme a crescenti ondate migratorie che creano conflitti socio-politici nei paesi di arrivo, assieme a crescita di diseguaglianze e povertà.
Negli anni 2000 si accentuano nel mondo condizioni di freno ai processi di scambio (deglobalizzazione) con crisi finanziarie, rallentamento o stagnazione, assieme all’aumento di governi conservatori, nazionalismi e regimi autoritari. Ma ancor più preoccupante è il verificarsi improvviso di pandemie e di eventi bellici su base regionale, con rischi di estensione incontrollata (invasione russa dell’Ucraina e guerra di Gaza).
Le nuove condizioni di frammentazione geopolitica, incertezza e imprevedibilità dei contesti economico-politici mondiali stanno determinando profonde crisi nei comportamenti individuali e sociali, aumentando le paure e rischiando di mettere in crisi le libertà sia individuali che collettive, assieme ai valori democratici. Sul piano personale e sociale crescono individualismi, egoismi sociali, la ricerca di una falsa libertà individuale che limita le relazioni, privilegiando interessi individuali a danno di altri e a danno dell’ambiente e del futuro.
La difficoltà e carenza di relazioni interpersonali tende a sostituirsi in parte con relazioni impersonali o falsamente personali attraverso i social creando gruppi fittizi, non comunità, solo rapporti precari senza tempo e spazio basati spesso sullo scambio incontrollato di fake news. Social e ChatGPT di A.I. rischiano di far perdere libertà individuale, lasciando spazio a forme di dominio e dipendenza.
La libertà individuale invece si basa sulla capacità di relazioni dirette che ciascuno ha con gli altri, facendo crescere comunità di persone, un intreccio creativo di relazioni umane positive, avendo chiaro che senza relazioni non esiste la vita umana.
Giorgio Gaber aveva capito il problema quando cantava in La libertà: “Libertà non è stare sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione”.
Il significato di partecipazione va oltre la condivisione con gli altri nel lavoro e nelle attività, perché è nella vita intera che si intende contribuire con la libertà di ciascuno a favorire la crescita della libertà di altri. Come dicono gli autori, l’obiettivo è generare libertà negli altri mettendo a disposizione la propria libertà. La libertà non rimane patrimonio personale, ma è un virus contagioso che deve essere trasmesso da ciascuno ad altri. Questo processo dinamico è anche alla base della costruzione della vita democratica.
Solo nelle relazioni con gli altri diventiamo noi stessi ed esercitiamo la vera libertà “in modo transitivo e generativo, non estrattivo e predatorio”. La libertà di ciascuno di noi, se non riesce ad essere generativa di libertà per gli altri, rischia di divenire predatoria nei confronti di questi e soprattutto nei confronti della natura e delle sue risorse.
E’questa la logica che presiede la vita umana e che può aprire la strada verso una società libera, giusta e sostenibile. Libertà è accettazione di rischiare sempre per affrontare le contraddizioni, ma soprattutto per avere relazioni generative con gli altri nel rispetto della libertà degli altri e nella capacità attraverso il nostro rapporto relazionale di generare libertà negli altri.
Questa è la libertà di una società senza conflitti che non crea danni verso gli altri e verso la natura. La natura, l’ambiente, come la società umana, sono bene comune con cui si devono creare relazioni generative per restituire più di quanto la società e la natura ci ha dato. Solo a queste condizioni, a livello individuale, e di conseguenza a livello politico, si può generare sostenibilità sociale ed ambientale in grado di fermare un degrado che noi stessi abbiamo prodotto.