Yaoyao Ma Van As (Los Angeles, California, 1982 - ) - Melancholy Christmas
Non ho voglia di festeggiare il Natale
di Giovanna Casertano
Quest’anno non ho voglia di pensare che sta per arrivare il Natale.
Non ho voglia di festeggiare il Santo Natale.
Non ho voglia di addobbare l’abete con le palline colorate, né di fare il presepe, come da tradizione.
Non ho voglia di girare per negozi e scegliere con cura dei bei regali da confezionare con la carta, i fiocchi e i nastrini brillanti.
Di solito, un gradevole motivetto accompagnava piacevolmente i miei acquisti, ma anche quest’anno comunicati intermittenti distolgono la mia attenzione dalle cose che vorrei comprare, per ricordarmi di mantenere la distanza di sicurezza e di tenere sempre la mascherina sul volto. Così, come un riflesso condizionato, controllo che la mascherina sia ben fissata sul naso e mi guardo intorno per accertarmi che le altre persone siano, ad occhio, almeno ad un metro da me. E continuo a scusarmi se incrocio qualcuno mentre passo tra gli scaffali, quasi mi sentissi in colpa per aver invaso l’altrui “spazio vitale”. E poi disinfetto per l’ennesima volta le mie mani alla cassa, dove trovo un altro dispenser, che a volte dosa del liquido dal forte odore di alcool, altre una sostanza gelatinosa ed appiccicosa, leggermente profumata.
Forse anche per questo Natale, dovrei comprare i regali online.
Mi rifiuto di credere che tutte quelle persone, le stesse che dai balconi cantavano per darsi vicendevolmente coraggio e sostegno, che si abbracciavano da lontano e inviavano messaggi di amore e pace, in poco più di un anno siano diventare tra loro cattive, intolleranti, sospettose, insofferenti, diffidenti. E mi spaventa il solo pensiero che forse anch’io potrei diventare così …
Eppure non sento più nell’aria quell’atmosfera natalizia che riempie il cuore di tanto calore: non la percepisco, non la respiro più, nonostante le luminarie e le vetrine luccicanti e la gente per strada che, con l’aria festosa, sembra non accorgersi che molte cose sono cambiate, ma immagino che stia semplicemente riscoprendo piccoli momenti di felicità.
Non riesco neanche più a respirare dietro quella mascherina che mi copre il viso, mi nasconde e mi toglie il sorriso; che dovrebbe proteggere e proteggermi ed invece mi ricorda solo che dobbiamo, anche questo Natale, stare ancora distanti invece di condividere istanti; che non possiamo più stringere una mano, ma che è normale salutarsi da lontano.
Non mi va più di dire: “andrà tutto bene” a me stessa e a chiunque, nonostante ci creda, ci speri; e neppure di pronunciare la parola pandemia, forse per una sorta di scaramanzia.
E non ho voglia, anche quest’anno, di sentire, di nuovo, come salvare o come dovrà o dovrebbe essere questo particolare Natale.
Non ho più voglia in questo periodo, di seguire i tg o i programmi di approfondimento su ciò che sta accadendo; di ascoltare ancora e ancora, le discussioni tra medici o litigi tra politici che si scontrano e non si incontrano su alcunché; dei pareri di giuristi e degli opinionisti, delle interviste dei giornalisti, degli interventi degli influencer ... E i commenti, gli insulti e le offese sui social: mi intristiscono, mi stressano, mi rovinano le giornate, mi cambiano l’umore.
Non ne posso più di complottismi, di fake news e di falsi allarmi; di informazioni contraddittorie, messaggi terroristici, o inutilmente rassicuranti; di statistiche, grafici e numeri di vaccinati, contagiati, ospedalizzati, morti … come se non si trattasse vite, di persone.
Non riesco più a credere ai governi che si succedono e che come un carrozzone che va avanti da sé, continuano ad emanare decreti su divieti, obblighi e restrizioni, su greenpass e supergreenpass; ad aumentare tasse, dicendo che va tutto bene o non ancora bene, anzi per nulla bene, mentre sembrano indifferenti e sordi, alle persone che soffrono, si impoveriscono, si indeboliscono ed alcuni impazziscono.
Non vorrei nemmeno più pensare a quanto sia paradossale, surreale tutto ciò che sta accadendo, né vorrei chiedermi come sia successo e perché. Ed invece mi ritrovo incollata davanti alla tv, forse nella vana speranza di avere buone notizie, delle risposte ai miei dubbi. Ma niente, continuano a non arrivare.
E cambio anche canale quando passano gli spot dei panettoni: mi ricordano che neanche quest’anno lo potrò assaporare insieme ai miei affetti più cari.
E non mi va più di guardare quei film strappalacrime a lieto fine, in cui le famiglie si ritrovano e si abbracciano calorosamente nel giorno di Natale, mentre i bambini giocano e gioiscono, aspettando impazienti che arrivi Babbo Natale. Ma - “Babbo Natale non esiste” - sembra abbia detto il vescovo di Noto. E ci mancava che anche la Chiesa ci mettesse lo zampino per rovinare le feste ai suoi piccoli fedeli! Menomale che è soltanto un’altra fake news.
Non mi sembra vero invece, che la commissione europea abbia pensato, anche se solo per un momento, di vietare la parola “Natale”!
Ma come si può solo pensare di “cancellare” la parola “Natale”?! Significherebbe spazzare via tutta la magia che in essa è racchiusa: l’amore che diamo e riceviamo, l’amicizia che ci fa ricordare, la pace che auspichiamo, la bontà di cui siamo capaci e l’umanità di cui a volte ci dimentichiamo…
Mi manca la voglia di festeggiare il Natale, così ho ritenuto inutile addobbare l’albero, ma ho pensato fosse importante mettere insieme le statuine del mio piccolo presepe sotto una simbolica Stella di Natale: strano, quest’anno sembra più bello, quasi che infonda un maggiore spirito natalizio!
Ho anche comprato e impacchettato con cura dei regali: volevo che le persone che amo sapessero che, nonostante non mi senta in vena di festeggiamenti, i miei sentimenti per loro non sono cambiati. E magari, perché no?! assaggerò anche una fetta di panettone e brinderò alla nascita del Salvatore.
Manca ancora l’entusiasmo, ma continuo ad avere buoni propositi e a fare programmi per l’anno che verrà. In fondo sono certa che presto tutto questo finirà.
E allora ci sarà un altro Natale e poi un altro ancora: finché esisterà il Natale, ci sarà speranza, e finché ci sarà speranza ci sarà futuro.
Non vorrei quest’anno fare gli auguri di Natale.
Ed invece mi ritrovo ad aver ancora voglia di farli. Nonostante tutto.
Auguri di Sereno Natale!