In difesa della menzogna.
Si può mentire in modo volontario come accade il più delle volte e in questo caso lo si può fare per necessità, per il piacere di farlo, per nascondere qualcosa o qualcuno, per abitudine, per proteggere una relazione o una persona.
Ma si può anche farlo in modo involontario quando si presume di sapere tutto dell’argomento su cui si mente o perché si confondono situazioni e persone nei ricordi o nelle valutazioni.
La presunzione di sapere tutto, come ogni atto umano di arroganza e di soverchieria, può costituire moralmente addirittura un comportamento più grave come ci suggerisce un grande filosofo tedesco.
La menzogna è sempre stata considerata una manifestazione brutta dell’uomo ed infatti dare del bugiardo ad una persona è un’offesa e rappresenta un giudizio morale pesante ed è anche da molti considerato l’indice di una sua inaffidabilità e quando viene scoperta spesso può dar luogo a rotture di relazioni anche violente e persino guerre come si può facilmente verificare scorrendo la storia.
La menzogna può coprire tutta la verità o parte della verità per diffondere notizie che inducono un avversario o un interlocutore in ogni caso a comportarsi come il bugiardo desidera o come tende a volere e questo può succedere in qualsiasi atto umano, dalle grandi strategie attuate nelle guerre, fredde o calde che siano, a quelle delle imprese, in tutto il mondo della comunicazione pubblica o politica e ancora in qualsiasi rapporto di ogni persona.
La menzogna, dunque, può manifestarsi semplicemente mascherando con qualche velo la verità e quindi inducendo a pensare ad una cosa diversa da questa o addirittura dicendo una cosa completamente falsa al posto di quella vera.
E’ probabile che nessuno possa dirsi immune dalla menzogna, perché in qualche modo volontariamente o involontariamente ogni persona ne fa ricorso anche se la giustifica a se stesso come necessaria per il fin di bene. Rappresenta certamente un comportamento umano sul quale tutti si accaniscono formalmente, ma sul quale forse nessuno, molto probabilmente, potrebbe scagliare la prima pietra.
La menzogna tuttavia va riabilitata perché è un sistema formidabile, è la chiave di molti rapporti commerciali, politici e personali, è molto spesso l’unico modo per salvare situazioni e persone, per realizzare progetti e desideri, per vivere in una comunità fatta da tante persone con culture e conoscenze diverse, con caratteristiche umane diverse e con principi morali e comportamenti assolutamente non coincidenti. Nella sfera dei sentimenti la menzogna spesso riesce a salvarli scavalcando errori, momenti di incertezza nonché radicali e pericolose prese di posizione.
In altri termini sulla menzogna vive la società, su di essa vivono molti rapporti personali, su di essa prospera il mondo degli affari. Per questo motivo la menzogna va riabilitata, come un sofisticato sistema di relazioni del proprio io con il resto del mondo sul piano pubblico o privato se non si vuole ricorrere a rotture drastiche o all’uso della violenza.
Una società senza menzogna non potrebbe esistere o piomberebbe nel caos totale perché gli uomini in questo stadio della loro evoluzione non sono pronti a convivere sempre con la verità e la stessa religione cattolica per esempio fa ricorso alle menzogne che vengono presentate come visioni percepite da santi e beati o come messaggi divini tramandati nei secoli attraverso passaparola sempre scelti tra pastorelli, ingenue fanciulle o religiosi.
La menzogna non solo è la base dell’attuale vivere civile e del suo sviluppo, ma è anche un sistema di difesa contro la violenza senza il quale tutto sarebbe più difficile e pericoloso.