Carolyn Ritchie Bedford (Nova Scotia, Canada) - Plugged Interface
Discorso sulla situazione e sui giovani
di Gianni Di Quattro
La situazione del paese è molto difficile, qualcuno non a caso si spinge a definirla drammatica. Abbiamo una struttura istituzionale non più aggiornata e inefficiente, uno squilibrio tra i poteri dello Stato, una democrazia che si può definire zoppa, una grande mediocrità che avvolge i partiti politici, un odio nelle relazioni tra i protagonisti sociali, una grande disattenzione verso il futuro e i temi della modernità. Infine, cerchiamo di affrontare tutto quanto con persone, culture, metodi vecchi, impossibilitati ad ottenere un qualche significativo risultato.
La situazione è andata degradando ormai da diversi anni e raramente ha avuto attenzione seria da parte dei governi che si sono succeduti e dei partiti impegnati a conquistare consenso ed a combattersi tra di loro, non riuscendo tutti insieme ad andare oltre la metà circa dei votanti almeno nelle ultime elezioni. Un astensionismo dovuto evidentemente ad uno scarso riconoscimento della politica, dei suoi leader, delle sue strategie spesso sfocianti in volgari liti. C’è purtroppo da sottolineare anche il disinteresse e la mediocrità professionale del mondo dei media, in difficoltà economica e arretrati sul piano delle iniziative di mercato, ancorati alla pubblicità e alla vendita delle copie e degli abbonamenti, senza il coraggio di guardare in faccia la modernità. Forse anche per l’assenza di editori veri ed esperti, ma nelle mani di imprenditori più orientati alla speculazione.
Un paese orientato prevalentemente verso il conservatorismo, diffidente verso l’innovazione, ancorato ai privilegi, incurante delle differenze sociali non può prestare molta attenzione ai giovani. Ed è quello che succede nel paese e la maggioranza dice che i giovani non si interessano della politica, ribaltando la realtà, che i giovani sono disattenti e non preparati e che marciano verso l’astensionismo in massa in occasione di elezioni politiche. Un paese che non capisce che i giovani si astengono, non partecipano perché non condividono le istanze e i comportamenti della politica e perché non vi ritrovano le loro istanze e i loro pensieri.
I giovani sono preparati e rappresentano il vero futuro di questo paese, il quale prima lo capisce prima riuscirà ad uscire dal tunnel della crisi che sembra irreversibile. Speriamo che in questo facciano da apripista i partiti che sono progressisti, o almeno che dicono di esserlo, e che dicono che sono per l’innovazione. Speriamo insomma.