The KRAH (Londra, UK) - The fall of the Greek Gods of Olympus
La fine di un mito
di Gianni Di Quattro
Sono siciliano per nascita e passione, ma nel mio percorso di vita l’occasione è stata incontrare la Lombardia. E questa occasione è diventata scelta, scelta consapevole e felice perché mi sono ambientato, mi sono sposato, ho conquistato tanti amici, ho apprezzato l’umanità che la regione contiene e cerca in tutti i modi di esprimere. Naturalmente ci ho vissuto con il mito della Lombardia, inizialmente con qualche punta di invidia e poi anche con orgoglio perché mi piaceva sentirmi parte di questo mondo.
Il mito della Lombardia cioè la efficienza dei servizi, la serietà della gente, l’onestà diffusa di un territorio che lavorava, produceva, rappresentava più del 25 percento del PIL dell’intero paese, si confrontava con le grandi regioni europee come la Baviera peraltro anche geograficamente relativamente vicina.
È così è stato per un po’, quando la gente lombarda guardava il resto del paese con sufficienza, quando era fiera persino dei suoi vigili, i famosi ghisa. Ci sono stati gli splendidi anni 60 dove in Lombardia tutto è nato dal cabaret ai salotti letterari, dal piacere di vivere al modo di impegnarsi per il lavoro e, infine, al famoso 68 quando nelle Università milanesi sono nate le rivolte.
Poi piano piano tutto ha cominciato a scivolare sino ai giorni nostri con la ndrangheta presente ormai nel territorio in modo massiccio, con lo sfascio totale dei servizi al cittadino, con la mediocrità delle persone chiamate a gestire la cosa pubblica, alcune delle quali sono finite persino in galera o agli arresti domiciliari che è la stessa cosa sul piano morale e giuridico.
È finito il mito. Il mito lombardo, è crollato ed è un grande dispiacere non solo perché è diventato più difficile vivere in questa regione, ma anche perché rinunciare a tutto ciò che si credeva è sempre un trauma per chiunque.
Naturalmente la colpa, siamo in democrazia, è dei cittadini di questa regione, 10 milioni circa di persone, che non sono state più in grado di scegliere, sono andati dietro a parolai spesso ignoranti, hanno buttato via i loro soldi e il loro futuro pensando invece di salvaguardarlo e di proteggerlo. Una grandissima pena, un grande dolore umano, paragonabile certamente per tutti i lombardi ad un crollo di un muro!