René Magritte (Lessines, Belgio, 1898 - Bruxelles, 1967) - L’Espion
Poveri illusi
di Davide Torrielli
Quanta energia, carta, riunioni, disposizioni e leggi sono state elaborate e studiate sul tema della mitica ed ineffabile privacy!
In queste ore impazza da parte degli utenti di WA una sorta di rivolta con cancellazione di profili, esposti e quant’altro nella convinzione che si possa in qualche modo limitare lo strapotere di certi gruppi ai quali, molto tempo fa, abbiamo consegnato le nostre vite, non oggi ma allora.
si susseguono quindi prese di posizione di alcuni utenti, i più convinti per formazione culturale specifica o impegno sociale tese a segnalare il proprio dissenso uscendo da WA, privilegiando l’uso di altri social networks diventati ormai, purtroppo, indispensabili per la comunicazione e non solo.
Capita infatti che lo Zucchemberg abbia semplicemente detto la verità quando tranquillamente confessa che se scriviamo sul social che ci piace la mortadella, arriverà presto la pubblicità della Negroni, e che se amiamo il caffè al mattino, troveremo nella ns. posta elettronica il cartoncino sconto Nespresso.
Che c’è di male in questo? Lo Zuk dice la verità e chi si stupisce di questo, denuncia una ingenuità senza pari: tanto tempo fa, ormai, in uno dei miei primi articoli, denunciavo che Internet è una grande menzogna, un pozzo nel quale, volente o nolente, ci finisci e che se tenti di non sprofondarci ti consumerai solo le unghie nel tentare di risalire le pareti riscivolando giù ogni volta che ci provi.
Chi cancella il social, utilizzandone un altro, fa un’operazione di cerotto su un bubbone che appartiene ad un poveretto malato di peste bubbonica, cura uno delle centinaia di rigonfiamenti mentre altri crescono a millimetri di distanza. O fai lo stilita, passando la tua vita urlando a Tartuliano, oppure, nel momento in cui ti “connetti”, “condividi” qualcosa anche di insignificante, occorre comprendere con grande e saggia serenità, che la tua privacy è finita, morta e sepolta.
Perché quindi scandalizzarsi?
Perché evitare di usare quel servizio quando di fianco ne usi un altro simile che vede come ladro di informazioni, invece di Zuk, un fantomatico Pik o Lek?
A chi frega se a spiare i nostri profili sia Carmelo o Rocco, ammesso che in ogni caso uno a farsi i cazzi nostri c’è di sicuro?
Facciamo una bella riflessione di che cosa abbiamo di connesso, per poi renderci conto che facciamo acqua da tutte le parti, un colabrodo di informazioni, uno scolapasta nel quale versiamo barolo e che pensiamo possa trattenerlo turando un buchino con uno stuzzicadenti.
Poveri illusi.
Il mitico Zuk non ha fatto altro che creare la necessità, dare a tutti gratis qualcosa a qualcuno, che non si è però chiesto come mai ci regalavano qualcosa senza chiedere nulla in cambio: ecco il conto è quello.
Non vi aspettate che altri facciano omaggi senza pagare, perché su questa terra Si paga tutto, prima o poi e prima ce ne rendiamo conto e meglio è.
Cari fautori della protesta, tenetevi il social se vi serve, fatene un uso consapevole senza scocciare altri o usarlo per creare disinformazione o zizzania, ma sappiate che tutto si paga, e su internet, si paga doppio.
Il nocciolo del problema non è questo o quel social ma la rete in se stessa!
Basta saperlo per diventare da poveri illusi, dei sereni consapevoli.
Cià!