Sarah Jane Szikora (Durham, England, 1971 - ) - Stop me and buy one
Capitalismo e obesità
di Franco Morganti
All’Università del Winsconsin-Madison hanno inventato un chip che impiantato nello stomaco genera impulsi elettrici che ingannano il cervello facendogli credere che lo stomaco sia già pieno dopo pochi bocconi di cibo. Nei test ha aiutato gli obesi a perdere quasi il 40% del peso corporeo. Buone notizie per l’obesità che parafrasando Lenin (“il frazionismo malattia infantile del comunismo”) potrebbe diventare la malattia senile del capitalismo.
L’obesità, uno dei principali problemi di salute pubblica, è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, condizione che determina gravi danni alla salute. Dipende, come causa più frequente, anche se esistono anche cause genetiche, psicologiche, farmacologiche, endocrino- metaboliche e persino cerebrali, da uno squilibrio energetico fra le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle consumate: in genere si associa un aumento dell’introduzione di cibi calorici ricchi di grassi e zuccheri e una riduzione dell‘attività fisica in parte legata alla sempre maggiore sedentarietà. Quindi nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti, quindi sarebbe una condizione ampiamente prevenibile, ma nonostante questo è in costante e preoccupante aumento soprattutto nei Paesi occidentali, dove è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali il diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari, malattie muscoloscheletriche e tumori. In totale, sovrappeso e obesità rappresentano il quinto più importante fattore di rischio e i decessi attribuibili all’obesità sono almeno 2,8 milioni/anno nel mondo.
Secondo dati dell’OMS la presenza dell’obesità a livello globale è raddoppiata dal 1980 al 2008; nel 2008 si contavano oltre 1,4 miliardi di adulti in sovrappeso (il 35% della popolazione mondiale), di questi oltre 200 milioni di uomini e oltre 300 milioni di donne erano obesi (il 10% della popolazione mondiale).
Uno studio multicentrico cui aderisce anche l’Italia (HSBC-Italia) nel 2010 ha evidenziato che la frequenza dei ragazzi in sovrappeso e obesi è più elevata negli 11enni (29,3% nei maschi e 19,5% nelle femmine), che nei 15enni (25,6% nei maschi e 12,3% nelle femmine). Questo dato è particolarmente preoccupante perché indica che il fenomeno obesità è in espansione e colpisce più frequentemente le generazioni più giovani.
In Italia le persone obese sono 5,5 milioni, con oltre 100mila nuovi casi all’anno e un impatto economico stimato in 9 miliardi di euro l’anno: tra i fattori considerati, oltre ai costi sanitari in senso stretto, anche calo di produttività, assenteismo, mortalità precoce (European Obesity Day, Milano 21 maggio 2016). Il costo annuo dell’obesità arriverebbe a più di 22 miliardi di euro se si calcolassero anche i costi complessivi delle patologie correlate (Michele Carruba, direttore del CSRO).
Se nonostante l’attenzione e le cure attuali l’obesità raddoppiava in 28 anni e tenuto conto dell’espansione fra i giovani (+30% in 4 anni) si può stimare che nel 2050 il costo annuo dell’obesità per l’Italia sia dell’ordine di 90 miliardi di euro, una cifra vicina al costo annuo attuale del debito pubblico italiano. E’ come se avessimo il doppio dell’attuale debito: chi comprerebbe più i BTP decennali?