Aggiornato al 26/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Lawrence Alma-Tadema (Dronrijp 1836/ 1912,) Sappho and Alcaeus (1881)

 

Mondo, sono Gay! E adesso che lo sappiamo?

di Davide Torrielli

 

Il mondo è bello perché è vario diceva qualcuno …

I formiconi/e si agitano impazziti sulla crosta terrestre a destra ed a manca, stabilendo relazioni, incontrandosi, odiandosi ed amandosi l’un l’altra o … l’un l’altro. Non fa o non dovrebbe fare differenza a parte la banalissima considerazione sul fatto ancora irrisolto del perché a scorrazzare nell’eden nuotando nel latte  a staccare mele a morsi non c’erano Carmelo  e Rocco ma un certo Adamo ed una certa Eva e la mela non era ancora  quella della Apple oltre al fatto che  sembra che Eva non fosse neanche malaccio!

Quindi il mondo è partito, pare, da quanto ci raccontano, da un maschio ed una femmina ma su questo non dilunghiamoci troppo.

Nel guazzabuglio nel quale sguazziamo, sembra che l’essere normale, dibattendo poi sul significato vero di questo termine, sia diventato un torto e la modernità va di pari passo con l’essere o cercare di essere diversi. La pochezza della consistenza personale degli uomini digitali li porta quindi a mio avviso, a cercare in un tentativo disperato di differenziarsi con stili di vita e roba, la soluzione a tanta irrilevanza personale; il granello di sabbia che per emergere deve colorarsi, per mostrarsi diverso tra i tanti nell’amletico dubbio del perché sia proprio necessario emergere per essere felici.

Certamente il riconoscimento da parte degli altri stimola la ben nota produzione di ossitocina, dopamina ed endorfine, così come l’autostima, ma vivere per avere riconoscimento pare faticoso ed ansiogeno fuori misura.

In questo, splendido è considerare di essere orgogliosamente normali o meglio, per non ledere la suscettibilità di chi polemizza sul termine, … come quelli che hanno caratterizzato la maggioranza di uomini e donne  nelle ultime centinaia di migliaia di anni.

E quindi, saltellando ai giorni nostri, plaudiamo agli outing compulsivi aiutati dalla discarica digitale dove riversare ogni sorta di monnezza nella consapevolezza che tutto si mischia e trita.

Quindi la moltitudine  che si agita per far conoscere agli altri le proprie particolarità, come se a qualcuno interessasse qualcosa.

Le mille dichiarazioni della propria omosessualità al mondo liberano senz’altro il singolo aspirante gay, ma a chi frega sapere quali che siano le sue abitudini entro i confini della propria pudicizia?

Se il dichiarante è orgoglioso di dire al mondo che lui preferisce zucchini a patate, a chi potrà mai interessare?  

Al pari dovrebbe interessare a tutti sapere che io sono eterosessuale e che mi piacciono le donne, ma sembra non suscitare interesse al pari del contrario: lamentarsi quindi della segregazione sociale cui gli omo sono teoricamente relegati, attiene specificatamente a chi dichiarandone socialmente il proprio stato ne fa una particolarità invece di considerare le proprie abitudini sessuali come un normale componente della vita di tutti i giorni come il piacere nel gradire il caffè, il prosciutto cotto oppure sciare o viaggiare.

E allora perché al mondo dovrebbe particolarmente interessare il particolare interesse verso gli zucchini piuttosto che per le patate?

Ma che ognuno faccia a casa sua quello che vuole, nel rispetto degli altri e che non ne faccia un aspetto degno di costituire una tale particolarità da essere segnalata alla comunità tutta.

Un conto è reputare di interesse generale segnalare agli altri formiconi di essere in grado di inventare nuove medicine, congegni, teorie, etc etc che possano concretamente contribuire al miglioramento della nostra società, altra storia pensare che le proprie abitudini a letto possano significare svolte epocali negli altri.

Cari gay, che lo siate o meno non interessa a nessuno così come interessa poco far sapere agli altri che a me piacciono le donne.

Se la comunità omosessuale combatte per essere considerata al pari degli altri altro non dovrebbe fare che niente fare e comportarsi come fanno tutti quelli considerati “normali” ovvero vivere sereni la propria vita astenendosi dall’ostentare così come è opportuno che il desiderio di un uomo verso una donna sia un oggetto da conservare e fruire nella propria intimità: così deve essere per chi preferisce la Y alla X.

La stima verso la sensibilità ed intelligenza tipici degli omo mi spinge quindi ad esortare loro a farne una cosa normale non evidenziandola in modo ossessivo al fine di evitare che una caratteristica personale diventi una peculiarità tale da costituire motivo di diversità conclamata.

Chiediamoci quindi perché le associazioni gay e lesbo dovrebbero rappresentare un polo di interesse, o meglio, per quale motivo dovrebbero interessare di più di un’associazione per la tutela del calabrone svedese o della iena mongola.

Non ci è chiaro in quanto si tratta di semplici usi e costumi che per quanto particolari, non possono né devono costituire attrattiva per i più.

Ancor meno chiaro è il motivo per il quale tali sodalizi dovrebbero godere di particolari facilitazioni o vie preferenziali rispetto ad altri: ad esempio, perché consentire continue manifestazioni o cortei pubblici così come un occhio di riguardo a discapito di altri interessi?

Se sei gay ti viene concessa l’autorizzazione a manifestare in centro a Roma se invece vuoi manifestare per la diffusione dell’eutanasia no! una passione personale portata in piazza con canti e danze, contro un argomento di interesse mondiale sul quale dovremo esprimerci a forza che viene taciuto, soppresso, zittito.

Che cosa ce ne frega di vedere saltellare omoni in gonnella e rossetto coccolati da profumatissimi boa di struzzo che tentano di coprire la ricrescita e attempate signore con taglio marines e sguardo severo e testosteronico in tuta mimetica che sognano di possedere un pene anziché sentire le ragioni di chi vuole andarsene con dignità per non soffrire come un cane o altri che protestano per far sì che qualcuno si accorga dell’esistenza di malattie genetiche per le quali non facciamo ricerca sulle staminali?

Ci sono tanti tantissimi motivi per alzare la voce e farsi sentire, ma personalmente che nella stanza da letto venga scelta una cosa piuttosto che un’altra, a noi poveracci non frega proprio nulla.

De gustibus non disputandum est!

… sed marrones rompere non debet.  Latino moderno

Te curas.

Inserito il:22/02/2017 18:29:10
Ultimo aggiornamento:22/02/2017 18:51:20
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