Giovanni Maranghi (Lastra a Signa, FI, 1955) - Metaverso (2021)
Metaverso al posto dell’Universo?
di Bruno Lamborghini
La decisione di Zuckerberg di rilanciare Facebook creando Meta, cioè la società del Metaverso, ha reso più evidente un processo già da tempo in atto, lo sviluppo di una realtà virtuale parallela a quella fisica, il Metaverso basata su tecnologie di blockchain e di realtà virtuale aumentata.
Il termine Metaverso prende origine dal libro Snow Crash di Neal Stephenson pubblicato nel 1992 in cui il mondo è una enorme sfera nera del Cyberspace in cui operano avatar.
Ma il Metaverso di oggi non è costituito da fantascienza o astrazioni come in passato ad esempio Second Life conclusa rapidamente, ma iniziative concrete in un mix reale e virtuale che vedono coinvolti banche, marchi, squadre di calcio, grandi gruppi, designer e artisti che attraverso gli NFT producono e vendono opere d’arte ad alto prezzo.
La garanzia della tutela della proprietà di beni su Metaverso è data dalle sicure registrazioni della rete blockchain.
In questa direzione stanno nascendo nuove professioni e si stanno orientando nuove modalità di lavoro che traggono spunto anche dalla diffusione dello smart working a seguito delle limitazioni pandemiche.
Le transazioni avvengono via bitcoin o altre criptovalute consentendo condizioni di realtà pienamente parallela, ma con possibili interazioni con la realtà fisica.
Ci si augura che si possano realizzare esperienze in parte virtuali ed in parte reali come avviene nel lavoro ibrido, al fine di evitare scompensi psicologici di una vita completamente virtuale senza contatti fisici con le altre persone ed evitare il rischio di una generazione, in specie dei giovani della generazione Z, fuori dalla vita reale, come in parte sta avvenendo per alcuni con l’utilizzo totalizzante dei social e dei videogames.
Il giro d’affari attorno alle attività del Metaverso secondo Bloomberg andrebbe dagli attuali 400 miliardi di dollari a 800 miliardi nel 2024 e addirittura Citygroup prevede nel mondo da 8 a 13 trilioni di dollari al 2030.
Come riporta Barbara Ardù su Repubblica del 6 maggio, sul Metaverso vi sono già state le sfilate della Fashion Week, acquisti di terreni virtuali, attività di banche come JP Morgan o Azimut, partite di calcio, attività commerciali di aziende come Procter & Gamble o Nike, marchi della moda, centri di formazione
Il progettista, designer e costruttore che progetta e costruisce nel virtuale in tempi rapidi, poi passa al reale, trasformando in realtà quanto sviluppato nel Metaverso. La progettazione di auto sportive e aerei avviene già attraverso simulazioni virtuali, come opera Dallara.
Le banche apriranno sempre più sportelli virtuali con avatar al posto di impiegati.
La diffusione di criptovalute faciliterà sempre più l’utilizzo di forme diverse di Metaverso, con rischi macroeconomici di perdita del controllo dei flussi monetari e dell’economia reale.
Ma la domanda che di fronte a questa rivoluzione si deve fare è se la realtà virtuale, il Metaverso, consentirà di difendere e rafforzare i nostri valori umani fondamentali o invece li indebolirà e ci trasformerà in robot al servizio di reti ed ambienti di Metaverso controllati da interessi economici o da governi autocratici.
Ci sono molti approfondimenti da sviluppare su questo argomento. Il mio articolo è solo una provocazione per invitare gli amici esperti di Nel Futuro a pensarci ed a contribuire e perché no, Pietro, anche organizzare una discussione via webinar?