A Vanvera (02)
Una nuova rubrica di Nel Futuro curata dall’amico Massimo Biondi, da anni osservatore attento di quello che succede nel paese, nei mercati a partire da quello delle tecnologie ma non solo, del comportamento di partiti politici e protagonisti della società. Un modo per Nel Futuro per osservare, criticare, provocare. Ed ancora un modo per seguire la attualità e guardarla con occhi esperti e disincantati, con equilibrio e senza fanatismo. Infine e soprattutto un modo per partecipare, ampliare, coinvolgere.
Panama Papers
C’è chi minimizza ma questa storia è avvincente, ottima per un film. Un informatore ignoto avrebbe inviato alla Suddeutsche Zeitung 2,6 Terabyte di dati, 11 milioni di file, riguardanti 113.000 società fittizie messe in piedi a Panama dallo studio legale Mossack Fonseca. Materiale imponente. L’informatore pretende di muoversi nel più assoluto anonimato, per ora con successo. Nel film sarebbe facile costruirgli addosso un personaggio e fargli raccontare episodi, circostanze, rischi corsi, non necessariamente del tutto veri. Ma sono interessanti anche gli altri protagonisti. C’è el senor Jurgen Mossack, avvocato di origini tedesche al centro delle trame di occultamento del denaro. Oltre a ciò Jurgen sarebbe figlio di un nazista delle SS fuggito a Panama, come molti suoi camerati che si sono risistemati tra centro e sud America. Oltre tutto il padre di Jurgen, non si sa se ex o nostalgico nazista, avrebbe anche svolto attività per conto della CIA.
Ci sono poi non pochi istituti finanziari di tutto il mondo che attraverso pagatissimi manager – che al cinema “riempiono” bene - sono stati controparte dei panamensi in favore dei loro clienti, oltre, ovviamente, che di se medesimi. E ci sono infine i beneficiati, tra i quali sono numerosi i personaggi molto in vista.
Cercasi perciò bravo regista e bravo produttore per un film che racconti la vicenda arricchendola con quel po' di spettacolo e di suspense che piace al pubblico. Oscar 2018? Speriamo, comunque più tempestivamente del “caso spotlight”, oscar 2016 per il magnifico racconto di eventi vecchi una dozzina di anni.
Carmela Rozza
Assessore ai lavori pubblici e arredo urbano nella giunta Pisapia, già capogruppo PD al Consiglio Comunale di Milano, propensa alla giustizia fai da te.
Probabilmente in memoria delle molto elogiate operazioni spontanee di ripristino ambientale dopo le scorrerie dei no Expo quasi un anno fa, circa 1400 volontari hanno deciso di replicare. Tra questi l’assessore, che però oltre che sui muri imbrattati passa una mano di vernice anche su un’auto in sosta irregolare. Fotografata durante l’atto sorride soddisfatta. A chi le chiede conto precisa che la contravvenzione è troppo poco, che così l’automobilista villano impara meglio l’educazione. L’automobilista, naturalmente, non lei, l’assessore nonché pubblico ufficiale verniciante abusiva e non pentita.
Pur delicatamente rimbrottata per la marachella pare che il PD milanese abbia comunque deciso, purtroppo, di confermare nella liste elettorali per il Comune la signora Rozza. “Nomen omen”, i latini ritenevano che nel nome fosse indicato il destino.
Giornalismo
Sarebbe bello un giornalismo incalzante, che non faccia sconti; che scavi, che analizzi, confronti, spieghi. Un giornalismo ancorato ai fatti.
Difficile trovarlo. Scarseggiano l’autonomia di giudizio, l’imparzialità, forse proprio la qualità professionale e anche la statura personale.
Poi c’è l’audience, che aggrava di molto la situazione nel giornalismo televisivo.
Lampante esempio di tutto ciò l’intervista TV al figlio di Totò Riina e la conseguente considerazione – a fronte delle critiche - che Bruno Vespa avrebbe intervistato il figlio di Totò Riina così come Enzo Biagi aveva intervistato Sindona, Buscetta, Liggio e altri personaggi che la cronaca portava in primo piano per fatti criminosi. Cose molto diverse. Innanzi tutto il figlio di Riina non era per nulla al centro delle cronache. Nessuno se lo filava prima che comparisse da Vespa. Poi nessuno degli intervistati di Biagi sfruttava l’occasione per lanciare un libro. Biagi non faceva “marchette”. Ancora: gli intervistati di Biagi erano i protagonisti diretti delle vicende sulle quali venivano interrogati e non loro familiari. Infine le domande erano del tipo “giornalismo che non fa sconti”, che scava, spiega. Quello che fa Vespa sembra proprio un altro lavoro. Lasci stare Biagi.
Privacy
Secondo l’analista Mary Maaker, che non conosco ma sembra molto quotata, di questi tempi si pubblica sui social network ogni 2 minuti lo stesso numero di immagini scattate nei primi 150 anni della fotografia. E’ chiaro perciò che riferirsi alla privacy intendendola come quando si è cominciato a difenderla non ha più senso. Anzi, andrebbe stabilito che tutto ciò che viene pubblicato in rete dall’autore non è soggetto a tutela.
Fibra ottica
Accordo Governo-ENEL (e ENEL con Vodafone e Wind) per lo sviluppo della rete in fibra ottica, o banda molto larga. Finalmente. Ma naturalmente c’è chi si lamenta. I sindacati, per esempio, che hanno sempre una certa difficoltà di adattamento alle novità. Prospettano fino a 15/20.000 esuberi in Telecom a causa dell’intervento di ENEL.
Può darsi, i numeri in queste circostanze sono sempre aleatori, ma questi mi sembrano esagerati se riferiti solo all’intervento di ENEL. E comunque non considerano alcuni elementi:
- le nuove tecnologie sono più affidabili; costano meno e perciò spesso conviene sostituire invece di riparare; la manutenzione da remoto è sempre più diffusa ed efficace. Per questo tutte le telco, compresa Telecom Italia, vanno riducendo da anni il numero dei dipendenti.
- è ormai consolidata la prassi per cui sono i fornitori di apparati, e non più le telco, ad assicurare l’assistenza tecnica
- l’aspetto commerciale diventa sempre più decisivo, e richiede addetti
- la rete di ENEL non sarà stesa per opera dello spirito santo e qualche lavoratore dovrà pur occuparsene
- le nuove reti sono progettate anche per fornire nuovi servizi, i cui fornitori fanno segnare incrementi consistenti di personale
Perciò anche in questo caso, come si è visto da sempre in economia, si perdono posti di lavoro da un lato ma se ne creano da altri. Quello che si può dire è che i posti nuovi potrebbero essere un po' meno di quelli persi e saranno presso altri datori di lavoro, probabilmente meno generosi di Telecom. E questo forse rafforza la resistenza al cambiamento.
Cronaca vintage
1957 (DC imperante). “Per un prete quale tragedia più grossa di questa potrà mai venire? Essere liberi, avere in mano Sacramenti, Camera, Senato, Governo, stampa, campanili, pulpiti, scuola e con tutta questa dovizia di mezzi divini e umani raccogliere il frutto di essere derisi dai poveri; odiati dai più deboli; amati dai più forti. E avere la chiesa vuota” Parole di don Lorenzo Milani.
Pensierini
E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio (Albert Einstein)
Il Paese ha bisogno di riforme, ma anche le riforme avrebbero bisogno di un Paese (Altan)