Una storia e una carriola.
Viviamo in un mondo che pare stia andando all'inferno con la carriola, ho letto tempo fa. Fatti, informazione, internet, voci, sano realismo insano. La fine si avvicina?
Allora, vi racconto una storia, vera.
Si era nell'agosto del 1944. I nodi ferroviari in Italia erano bombardati dagli aerei americani, per impedire i rifornimenti e la fuga ai Tedeschi, soprattutto sugli Appenninini, via aperta verso il Nord. Nell'intervallo fra le le incursioni aeree e i lanci di bombe, due giovani partigiani, andarono in una chiesa vicina a sposarsi. Così, come si potrebbe attraversare la strada di corsa, per evitare l'acquazzone.
Nel frattempo i tedeschi compivano massacri (vedi Marzabotto) che avrebbero fatto vergognare le orde di terroristi islamici in Siria, in Iraq o in Africa.
Non era il caso, in quelle condizioni, di preoccuparsi di futuro, di lavoro, di sicurezza, di musica o arte.
Chiamiamo lei Chiara e lui Paolo. Lei insegnava pianoforte, lui Latino e Greco, entrambi senza contratto e senza garanzie, in una scuola privata. Andavano al lavoro tutti i giorni in bicicletta, dalla campagna alla città, dalla città alla campagna, coprendo più di trenta chilometri. Pedalavano lungo strade pattugliate da caccia inglesi e americani, pullulanti di repubblichini, gente esasperata dall'odio li circondava. Spaventati da partigiani nervosamente troppo pronti a sparare.
A volte Paolo trasportava messaggi o armi per i partigiani, rischiando una brutta fine se fosse stato fermato. Quale poteva essere il futuro di quei ragazzi? Ammazzati, torturati, spediti in Germania. Eppure quegli incoscienti che si amavano, nonostante la guerra, misero al mondo un figlio, sicuramente non in ospedale, senza ecografia nè esami, nè ostetrica.
La loro unione, il matrimonio e il desiderio di un figlio, erano stati più importanti della paura, della miseria, dell'angoscia di un futuro che poteva essere non più lungo del tragitto dalla campagna alla città.
Quei ragazzi ci insegnano che nonostante le bombe, i tedeschi, gli americani sopra la testa, la fame, la paura, la delazione, nella vita c'è sempre Vita: quella certezza che ci portiamo dentro, soprattutto in quei momenti in cui il mondo pare andare alla deriva... anzi, all' inferno in carriola.