Cao Yong (1962 - Xinxian, Henan) - Voice of the East
La Cina è più vicina?
di Gianni Di Quattro
La politica del Presidente Xi Jnping prende corpo e con rapidità. All’interno del paese aumentano gli investimenti per costruire la grande Pechino e in generale le grandi città, con la revisione totale della struttura dei trasporti e dei servizi, all’esterno continuano in modo mirato le acquisizioni e le partecipazioni imprenditoriali per acquisire competenze ed esperienze e essere presenti nei settori di mercato che si prevede si svilupperanno di più a livello internazionale.
In questo contesto rientrano gli investimenti immobiliari in tutta Europa, Italia compresa, proprio perché è prevedibile una ristrutturazione anche del modo di lavorare e di vivere nelle nostre città. Allo stesso modo si capiscono gli investimenti in telecomunicazioni e in tecnologia in generale, nel settore del lusso e del made in Italy dove la Cina contende alla Francia il maggior numero di acquisizioni di aziende italiane.
Senza escludere gli investimenti nelle grandi aziende di energia e presumibilmente in un futuro vicino anche nel settore bancario e finanziario. Anche la grande distribuzione è nei piani cinesi come strumento per la diffusione del commercio on line in cui vorranno essere un protagonista mondiale non importa con quali prodotti. Non è casuale che il Presidente cinese va in giro per il mondo ed è presente sempre nei grandi consessi economici, dove si tracciano le tendenze e si capiscono i protagonisti futuri.
Ed ancora la cessione della metà del credito statunitense che era nei portafogli del gigante cinese ceduto al Giappone per avere le mani libere nella nuova imprevedibile politica americana di Donald Trump rappresenta una altra mossa propedeutica ad una politica diversa dal passato.
Una politica che potrebbe anche essere centrata sulla sostituzione del ruolo degli Usa nella globalizzazione finanziaria in atto e diventare condizionante a livello mondiale, ipotesi realistica se Trump fa quello che ha detto in campagna elettorale e cioè si concentra sempre più nel suo territorio.
Con un sistema di alleanze diverso rispetto al passato e in cui i criteri di base per la loro scelta e definizione sono rappresentati dal business, dalle influenze e dalle convenienze. Così si spiega l’avvicinamento verso la Russia e l’allontanamento dalla Cina visto come un competitore globale più pericoloso e che potrebbe portare la stessa Cina sempre più vicino all’India.
Trump in altri termini potrebbe in modo cosciente o incosciente cambiare la geografia politica ed economica del mondo e contribuire in modo definitivo a separare la politica dalla ideologia. La Cina potrebbe davvero rappresentare non solo la prima economia del pianeta, ma il gestore del fenomeno della globalizzazione presumibilmente ormai inarrestabile e il riferimento finanziario e strategico per ogni paese in qualsiasi angolo si trovi.
Certamente la nuova Cina, quella che il Presidente Xi Jinping sta disegnando, non ha niente a che vedere con la vecchia Cina che produceva a basso costo per fare commercio e basta puntando sul costo del lavoro basso e sulla indifferenza verso la qualità dei prodotti.
E noi, nel nostro paese, dobbiamo forse augurarci di continuare a far gola ai suoi investimenti, visto che il capitalismo italiano non investe, perché rappresenta una condizione irrinunciabile per lo sviluppo del lavoro e dell’occupazione, per muovere la nostra economia.
Comunque la Cina è più vicina.