Aggiornato al 21/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Salvatore Piras (1970 -        )– Aspettando la quiete – Olio su tela

Si muove la politica. Probabilmente si ferma il Paese, che già non va spedito.


Il senatore Mauro, che lascia la maggioranza al Senato con due followers, uno dei quali sottosegretario, sembrerebbe uno dei politici più ondivaghi della storia repubblicana. In realtà non è ondivago per nulla. Lui è nei secoli fedele a Comunione & Liberazione: osserva, studia, fiuta e si posiziona di conseguenza. Magari seguendo i consigli del cardinale Scola.

Nella mia malizia io vedo il nostro – già ministro superfluo del governicchio Letta - allontanarsi con il tradizionale stile curiale dagli imbarazzi che potrebbe provocare l’annunciata discussione sui diritti civili. Quelli non riconosciuti, naturalmente. Tra Binetti e Scalfarotto lui non ha dubbi.  

Parallelamente porta tre mattoncini all’amato proporzionale, che piace più o meno a tutti, salvo Renzi. Cioè comincia posizionandosi in pole nella strategia di far saltare la baracca prima che Italicum e riforma del Senato entrino in vigore. Il proporzionale è una garanzia di pace: tutti vincono e nessuno governa. E non si vanno a disturbare sacrestie ben presidiate.

Forse la cosa è in linea anche con l’ambizione del suo compare di congrega Lupi, che deve a sua volta riposizionarsi in vista delle elezioni per il sindaco di Milano, 2016. Lupi e Salvini in contesa, e Lupi – che avrebbe gli stessi imbarazzi ideologici - per essere il candidato del centrodestra non si può presentare sostenendo il governo Renzi. Alfano si rassegni a tornare comparsa, ma il proporzionale gli consentirà la prosecuzione della carriera.

Poiché di quello che accade nel PD si sa, e si vede ogni giorno, sarà bene tirare un po' di somme e concludere che nella primavera del 2016 si voterà per alcuni comuni importanti ma anche per le politiche.

Ci divertiremo: nel centrodestra per la lotta tra la destra in giacca (o in tailleur) e quella in felpa; nel PD per la lotta alle candidature; nel terzo polo per vedere se le miserie politiche e umane degli altri due “rassemblement” – come fa chic dire - consentiranno al movimento di diventare davvero il primo partito, come dicono senza esserlo da un paio d’anni.

Inserito il:04/06/2015 16:06:18
Ultimo aggiornamento:26/06/2015 13:53:11
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