Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Marina Molino (Milano, Contemporanea) – Luigi Di Maio – Caricatura (2017)

Dato l’avvicinarsi di scadenze elettorali confermiamo che Nel Futuro pubblica nella sezione Politica le opinioni espresse dai diversi Autori senza ovviamente alcuna forma di censura, ribadendo peraltro, come in passato, che queste non necessariamente significano accordo da parte dell’intera Redazione di Nel Futuro.

 

Gigirobot

di Tito Giraudo

 

Ieri sera, mi sono scoperto intollerante. Gli ultimi scampoli della campagna elettorale mi mostravano i leader dei vari Partiti intenti a distruggersi l’uno contro l’altro e a sciorinare programmi irrealizzabili.

Mi sono sintonizzato un po’ innervosito su “Ghost”, film datato con una Demi Moore in forma fisica smagliante. Mi è venuto di pensare che da una parte, vagavano tanti fantasmi un poco sbrindellati, dall’altra, uno solo senza macchia e senza paura.

Alla fine del film mi sono detto: ma quanto è brava la Goldberg, cialtrona, truffatrice di mezza tacca, eppure l’unica in grado di aiutare il fantasma. Non la bella moglie in procinto di darla all’assassino. Era la sintesi di quello che avveniva sui canali dove quattro dei candidati avevano il ruolo della veggente di colore, ma del quinto non mi riusciva di capire se era il fantasma o l’assassino.

Poi, come faccio sovente prima di entrare in catalessi da vecchiaia, ho pensato all’articolo che forse avrei mandato prima di Domenica, cercando non di influenzare i miei 4 lettori (ormai sono sicuro del quarto), ma per cercare di ragionare con voi, soprattutto per ragionare con me stesso.

Sulla scena elettorale, ci sono sicuramente 4 Leader: in ordine alfabetico, per par condicio: Berlusconi, Meloni, Renzi e Salvini. Possiamo criticarli quanto vogliamo ma tutti sono dei capi, il che fa venire in mente quale occasione persa sia non avere un meccanismo elettorale di tipo presidenziale.

Poi c’è Di Maio. Il più osannato con Salvini a ruota. La differenza è che le televisioni inquadrano i fans grillini ma tentano di nascondere quelli leghisti, come se i primi fossero presentabili e i secondi impresentabili, dimenticando che i fans della lega sono tutti concentrati al Nord in centinaia di Comuni da loro amministranti, nemmeno male, e comunque meglio dei Sindaci grillini.

Ma se Di Maio non è un Leader cos’è?

Mi è venuto in mente che fra un po’ organizzeremo iniziative sull’intelligenza artificiale perciò sono stato illuminato: Gigino è un Robottino. Una creatura all’apparenza perfetta, creata apposta per piacere. Ma, la sento la vostra obiezione: un robot non sbaglierebbe mai i congiuntivi, non confonderebbe l’Argentina con il Cile.

Qui vi sbagliate. Gigino è stato programmato così. Deve piacere a quegli italiani che con i congiuntivi non hanno dimestichezza e che di Pinochet non hanno mai sentito parlare.

Ma chi sono i programmatori del Gigirobot?

Sicuramente attualmente è la Casaleggio Associati.

A Grillo, Di Maio sta sicuramente antipatico, troppo educato, troppo prevedibile. Un Robot Doroteo non può piacere a uno che una volta ha fatto un Film dove si credeva Gesù ma forse lo era davvero.

Non mi resta che pensare che le menti della Casaleggio Associati, devono essere entrati in Google e digitato: le dieci cose che fanno incazzare gli italiani. Le prime cinque le hanno messe da parte.

Poi sempre su Google hanno digitato: le dieci cose che piacciono agli italiani, anche di queste hanno scelto le prime cinque ricavandone le dieci cose che piacciono e non piacciono agli italiani.

La mente del “Gigirobot” era vergine come Maria Goretti, caricarla è stata un attimo, un download con la superveloce fibra ottica meneghina e voilà: il gioco è fatto.

Io non sono un dietrologo: non penso che la Monsanto spruzzi i parassiti agli olivi a pro del transgenico, o la Bayer nasconda un’epidemia di autismo da vaccino. Coerentemente, penso che il Movimento 5 stelle sia stato partorito da Grillo e cresciuto all’asilo di Casaleggio padre, abbia frequentato le medie inferiori alla Casaleggio Associati. Ora però sono alle superiori e il loro tutor potrebbe chiamarsi Urbano Cairo. Non è dietrologia cari amici ma attente constatazioni.

Urbano Cairo, ovvero: tra i due litiganti il terzo gode.

Mandrogno, (Alessandrino per i “gnurant”), bocconiano ex Fininvest pentito, in questi anni ha assistito al duello al sole tra l’Ingegnere e il Cavaliere i quali si sono scornati a vicenda. Entrambi hanno fatto politica, uno in prima persona perché è un temerario, l’altro per interposti giornali dopo che ha perso Mondadori ma si è tenuto Repubblica e pure una “paccata” di milioni gentilmente donati dal Berlusca, naturalmente per via giudiziaria.

Oggi, a ben vedere lui, l’Urbano (nome papale) è l’astro nascente.

Degli altri due, non possiamo che notare il declino dovuto, non solo all’anagrafe ma al logoramento di una guerra dei vent’anni. Quale dei due se la passerà meno peggio è ancora difficile dirsi, prevedo che la competizione non sarà continuata dagli eredi molto più cauti ma, dai due ottuagenari per il dominio dell’assemblea dei delegati sindacali degli ospiti di Villa Arzilla.

Tornando ad Urbano, solo dei ciula come quelli di sinistra, sempre pronti a giudicare solo l’ascesa di Berlusconi (il loro chiodo fisso), potevano non accorgersi che Cairo diventava non solo il terzo polo dell’editoria di questo paese, ma forse anche un terzo polo politico.

Ho sempre sostenuto che la 7 prima, e ora anche il Corrierone, puntassero ad acquisire il bacino d’ascolti dei 5Stelle. Secondo me, ora Cairo ha capito che i Grillini oggi sono dei miracolati e che i miracoli non solo non si ripetono ma con il tempo tendono a diventare ricordi da santino. E quindi potrebbe essere tentato di capitalizzare, non solo gli ascolti ma anche l’influenza politica dei 5Stelle, esattamente come fece il duo Scalfari De Benedetti a sinistra e Berlusconi a destra.

Un nuovo tripolarismo? Non lo credo. Dal momento che la presa di Berlusconi sulla destra deve sempre più fare i conti tra Salvini, l’anagrafe, il butolino e gli interessi di una famiglia che lui, a differenza dell’ingegnere, ha ancora unita e solidale mentre quest’ultimo, è riuscito pure a litigare con il figlio cui ha lasciato l’impero editoriale. Impero, che pur tra mille difficoltà comuni a tutto il settore, si è recentemente pappata la Stampa degli Agnelli proprio come risposta un po’ di retroguardia dopo che gli eredi dell’Avvocato stanno in altri paesi affaccendati, perdendo però quell’influenza politica sulla sinistra che negli anni passati è stata determinante, non per il bene del Paese ma per la lotta al Cavaliere.

Tutto gioca, a mio parere, a favore di Urbano che da buon contadino piemontese, ha fino ad oggi rifuggito la ribalta che invece hanno cavalcato Berlusconi e De Benedetti.

Gigirobot, in questo ultimo periodo è stato riprogrammato. Cairo, non si è esposto più di tanto, certo una mano la sta dando. L’uomo ha già dimostrato una volta di essere un temerario, rompendo un patto di solidarietà aziendale ma aprendone un altro con i Magistrati che fino ad ora, il becco nei suoi affari proprio non ce l’hanno messo.

Vi siete chiesti come mai Travaglio non fiati sulla condanna a 18 mesi con la condizionale commisurata al nostro editore pentito che lo ospita di fisso credo pagandolo lautamente? E non abbia mai chiesto l’origine delle sue fortune partite dal licenziamento Fininvest che avrebbe dovuto vederlo disoccupato? Secondo me è tutto regolare: ma per Travaglio?

Io, che non sono Travaglio, sono convinto che Cairo sia un grande imprenditore, che la sua condanna per patteggiamento rientri nella normalità delle disavventure imprenditoriali, esattamente come è successo a Berlusconi e non successo a De Benedetti ed Agnelli causa santi in Paradiso. Sono i media che mi preoccupano, sia quelli in declino come quelli in ascesa che denunciano l’imbarbarimento della politica, ma non si preoccupano se Attila è alle porte.

Vorrei dare un consiglio a Cairo, si può vivacchiare con il Toro nell’attesa di comprare la Juve, o il Milan di cui si dice sia tifoso. Comprare il Movimento 5Stelle è operazione più rischiosa ma forse basterà un’Opa sulla Casaleggio Associati, oppure entrare nella Fondazione Rousseau con l’aggiunta di Robot sempre più sofisticati: Quantici!.

 

Inserito il:01/03/2018 21:39:15
Ultimo aggiornamento:01/03/2018 21:58:16
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