Ali Banisadr (Tehran, Iran, 1976 - New York) - Hypocrisy of Democracy
Se questa è una democrazia
di Ruggero Cerizza
Nelle ultime settimane non ho seguito le cronache giornalistiche delle vicissitudini politiche in tema di elezione del Presidente della Repubblica Italiana e del correlato prosieguo della XVIII Legislatura.
Non avendo perso tempo nell’ascoltare la ridda di notizie, commenti, dichiarazioni, accuse, mal di pancia che ci hanno propinato quotidianamente i nostri media attenti esclusivamente all’audience, alle copie e agli accessi ai siti-web di testata, ho potuto dedicarmi ad una piccola analisi storico-quantitativa della recente vita politica italiana …., non abbandonatemi, sarò molto breve e conciso.
La XVIII legislatura è durata sino ad oggi 47 mesi, di cui 41 con un governo e 6 mesi senza. Nei 41 mesi in cui siamo stati “governati” si sono avvicendate tre compagini ministeriali diverse con tre maggioranze parlamentari diverse: il primo governo Conte è rimasto in carica 14 mesi (Giugno 2018 – Luglio 2019), il secondo governo Conte è rimasto in carica 17 mesi (Settembre 2019 – Gennaio 2021) e il terzo governo Draghi (Marzo 2021 ad oggi) è in carica da 10 mesi e non è probabile che vi rimanga a lungo.
Quindi nominalmente siamo stati amministrati per l’87% del tempo, dico nominalmente perché è evidente a tutti che con una crisi di governo in media ogni 14 mesi, vuol dire essere costretti ad agire perennemente “sulle sabbie mobili”.
E mi limito ad evidenziare senza commento che nel corso degli ultimi 24 mesi, caratterizzati da una emergenza sanitaria di dimensioni mai viste, ci apprestiamo a cambiare anche il terzo governo.
E’ altresì interessante ricordare che la XVIII Legislatura è stata interessata da 1 tornata di Elezioni Politiche, da 7 tornate di Elezioni Regionali, da 1 Referendum di Modifica Costituzionale e da 1 Elezione Europea: 10 tornate in 47 mesi, quindi in media una campagna elettorale ogni 5 mesi (sic!).
Come se non bastasse, l’elezione del Capo dello Stato, cosa non certo ignota o imprevista, sta tenendo in scacco il governo da più mesi distogliendone l’attenzione dalle vere questioni nazionali, internazionali e dai veri compiti a lui delegati, che stanno assumendo contorni davvero molto preoccupanti.
Come può un organo esecutivo, indipendentemente dallo spessore delle persone che lo compongono, porre in essere le “azioni” di pianificazione ed esecuzione che gli competono, e che richiedono anni per poter essere portati a termine e per poterne misurare i risultati, se l’unico vero scopo è quello di “raccattare” il maggior numero di voti nella prossima imminente elezione (e stendo un velo pietoso sull’indegno, e oserei dire diabolico, strumento dei sondaggi elettorali settimanali).
Credo che nessuno, se in buona fede e onesto intellettualmente, possa negare il fatto che neppure degli eroici semidei potrebbero governare efficacemente un sistema democratico vincolato a queste bizantine liturgie. Ora, se è vera quest’ultima affermazione, ne discendono due conseguenze: la prima “il sistema Italia attualmente non è governato”; la seconda “il sistema Italia non è comunque governabile”.
Forse è giunto il momento di mettere le mani seriamente ad una carta costituzionale che, se ha consentito una tale degenerazione dei costumi politici, non può davvero essere definita “la più bella costituzione del mondo”.
Perché se è vero che la nostra costituzione è stata formulata nella paura di ricadere nell’errore di un “regime dittatoriale” e altresì vero che adesso ci ha fatto cadere nell’altrettanto rischioso errore di un “regime non governato e non governabile”.
In un processo ad un sistema democratico accusato di inefficacia, non è metodologicamente corretto mettere sul banco degli imputati solamente la classe politica con i suoi riti, procedure, comportamenti e mentalità, perché se democrazia vuol dire “comando” esercitato dal “popolo”, quest’ultimo non può ragionevolmente ritenersi innocente quando è lui a scegliere.
I cittadini dovrebbero prestare maggiore attenzione ad individuare ed eleggere propri rappresentanti misurandone il senso dell’onore, la fede, la fierezza, la coerenza ed onestà intellettuale e non solamente sulla base della loro maggiore o minore propensione a distribuire mancette, elemosine, bonus e altri piccoli e grandi privilegi.
Ritornando un momento alla oscena pantomima di questi giorni, mi permetto di dare ai nostri uomini politici un piccolo suggerimento - ovviamente non richiesto - per provare a limitare la cosiddetta “disaffezione dei cittadini dalla politica”: se davvero temete come il diavolo un “modello di repubblica presidenziale con elezione diretta del capo dello stato da parte dei cittadini”, invece del “conclave” come proposto da qualche esponente (sic!), suggerirei, per l’elezione del Presidente della Repubblica, una molto più prosaica “estrazione a sorte”, che, a parità di efficacia nell’individuare la persona “con il giusto profilo istituzionale”, almeno celerebbe all’opinione pubblica il vostro miserrimo e davvero vergognoso “modus operandi”.
Se per curare il nostro sistema democratico ammalato, dobbiamo, però, affidarci ai protagonisti ed ai loro comportamenti di questi giorni .... si salvi chi può!
Questa, a mio modestissimo avviso, è l’impasse nella quale si trova l’Italia e dalla quale, sinceramente, al momento non vedo la via di uscita.
PS: Sono sollevato dal fatto di aver preparato queste mie note e considerazioni prima di conoscere il risultato delle votazioni quirinalizie, perché se le avessi redatte alla luce dell’esito finale sarei stato certamente passibile di denuncia per “vilipendio alla Costituzione”, “vilipendio al Capo dello Stato”, “vilipendio al capo del Governo” e …. chi più ne ha più ne metta.