Hall Groat II (1967 - Cazenovia, New York) – The U.S. Capitol in Washington
A caldo su Trump - Pro e contro
di Tito Giraudo
Fabrizio Rondolino ha lanciato una provocazione. Da quando si è liberato del Centralismo democratico, nonostante diriga un giornale a me inviso (non per quello che scrive oggi ma per le sue radici), pone un problema serio: quello del Suffragio Universale e dei rischi che questo pone.
Non credo che Rondolino abbia una ricetta sensata da opporre a quella novecentesca conquista, la quale segnò la fine dei Liberali italiani che l’avevano promosso. Si pensi che gran parte dei Socialisti erano contrari al voto perché non credevano nella Democrazia dei Partiti, ma solo nella rivoluzione. Le sinistre diedero nel dopo guerra il voto alle donne e queste, anche contro i mariti, fecero vincere la DC. Che dire poi dei suffragi a Grillo…..
Quindi il problema esiste.
Esiste anche il problema delle preferenze, da sempre fonte di clientelismo e voto di scambio. La Democrazia dunque è imperfetta, ma finché qualche genio non inventerà qualche cosa di meglio, dobbiamo tenercela così come è perché, dove non c’è, è sicuramente peggio.
Quella che, secondo me, proprio non funziona è la democrazia diretta e plebiscitaria, dove si chiama il Popolo a decidere di cose che, o non è in grado di comprendere, oppure anche solo non vuole spremersi le meningi. Troppi sono gli esempi di voto sciagurato e contraddittorio. Quindi, se non possiamo rinunciare al Suffragio Universale, dobbiamo ricostruire la democrazia rappresentativa.
Tornando a Trump, anche io sono convinto che poteva esserci di meglio. La sua elezione però rappresenta il fallimento di una classe politica sinistrosa, radical scic e quindi lontana non dico della “ggente” (perché alla “ggente” in politica credo poco) ma dai temi reali che vanno anteposti a quelli fru, fru che troppo spesso i liberal sbandierano per nascondere il vuoto di idee.
Cosa mi fa ben sperare Trump e cosa mi preoccupa di lui?
Non sono d’accordo con coloro che sono preoccupati per il troppo potere, visto che le due Camere sono state suo appannaggio. Il sistema Americano, pone la scadenza di due anni dall’elezione del Presidente per il rinnovo di una Camera e quindi, se Trump non manterrà gli impegni, sarà punito e fortemente condizionato. Mi preoccupa invece la sua propensione alle semplificazioni.
Sul tema degli immigrati quella del muro con il Messico è risibile, così come è una semplificazione farla troppo facile sulla globalizzazione. Intanto deve spiegarci perché lui fa l’immobiliarista in tutto il mondo, mi sorge il dubbio che voglia risparmiare quel 35 % di imposizione fiscale America.
Potrebbero essere invece positive nuove regole con imposizioni di tassi doganali a quelle merci prodotte da mano d’opera sottopagata, aiutando così (è il caso della Cina) il progresso sociale anche dei lavoratori manifatturieri. Anche se non la vedo facile…
Detto questo, che si debba governare meglio l’immigrazione, mi sembra puro buon senso. Il fatto che gli ispanici ormai trapiantati, abbiano anche votato per lui, sta a significare che il buonismo è appannaggio solo di chi il problema non lo vive. Andate a chiedere ai tanti Rumeni, da anni in Italia cosa pensano dei nuovi immigrati……
Un altro contributo positivo, Trump potrebbe darlo all’ipocrisia politicamente corretta che predica come l‘Islamismo non sia un problema anche religioso e dottrinario e che non riguardi solo il fondamentalismo ma un po’ tutto il mondo islamico che, se non condizionato, con queste sinistre occidentali libertine, porterà a uno scontro di civiltà non augurabile. L’isolamento di Israele, unica roccaforte della cultura democratica e occidentale in quello scacchiere, perseguito da Obama, è stata la follia che ha incentivato l’atteggiamento persecutorio e manicheo delle cosiddette istituzioni internazionali verso gli Israeliani. Bene Trump, se come ha dichiarato rinsalda l’amicizia.
E veniamo alla Nato. Se è forte la preoccupazione del disimpegno dell’America nei confronti dei Partners europei, va detto che è vergognoso che, a parte il Regno Unito, l’Europa si rifugi sotto l’ombrello americano e mentre questi mandano i militare a morire, esponenti politici (sovente al governo) partecipano alle marce della pace anti USA. Se Trump darà una sterzata in quella direzione, forse, costringerà l’Europa a dotarsi di un esercito e soprattutto di una politica estera europea.
Un’altra cosa positiva che già si verificò da noi in Italia con i successi elettorali di Berlusconi, è quella di cambiare la sinistra e l’omologazione di gran parte dei media su di essa: la vittoria di Trump, può favorire nella sinistra americana la nascita di nuovi leader (ma non parlatemi di Sanders), e di commentatori politici che non si occupino solo dei gay o del femminismo, o peggio di quanto siano avanzate e democratiche Madonna e Lady Gaga.
Naturalmente uno come Trump, se mal consigliato, potrebbe provocare non pochi casini. Tutto dipenderà dalla sua squadra e da come lui se ne servirà.
Anche io, se fossi stato americano, avrei votato per la Clinton, non sono di quelli che saltano sul carro del vincitore. Sono un vecchietto, magari arzillo, e la prudenza non è mai troppa. Sono però altrettanto vecchio da ricordarmi l’effetto che fecero l’elezione di Ronald Reagan e le politiche thatcheriane. I risultati non diedero ragione ai tanti scandalizzati. Sperem….dicono i lumbard.