Mappa dei confini turchi
Giochi d’amore di Putin e Khamenei nel talamo d’Europa
di Vincenzo Rampolla
Il 19 luglio 2022 i presidenti russo Vladimir Putin e l’iraniano Ebrahim Raisi si sono incontrati a Teheran. Con questo vertice, Putin ha cercato di ristabilire la sua leadership, soprattutto dopo la visita di Biden in MO, mentre rafforza i suoi rapporti strategici con Cina e India.
Il vertice si è concluso con Khamenei che ha elogiato Putin per aver lanciato la sua invasione dell'Ucraina, spalleggiando apertamente l'offensiva militare russa. Si tratta di un inquietante allargamento delle ambizioni militari dell'Iran oltre il MO. Molto incisivo e rivelatore il commento di Khamenei nel suo appello all'Iran e alla Russia per aumentare quella che ha definito reciprocal cooperation tra i due Paesi su cui pende minacciosa la spada di Damocle delle sanzioni occidentali.
Immediate le reazioni delle Cancellerie occidentali e delle Agenzie europee di sicurezza in vista di un consolidamento dei legami commerciali tra i due Paesi e di un’accresciuta cooperazione militare.
Le palesi affettuosità dell'Iran con la Russia scardinano e ribaltano la tradizione dei politici Usa e europei che da sempre hanno visto in Teheran, dotata di potente arsenale di armi nucleari, una minaccia applicata esclusivamente al MO, in primis contro Israele. Il coinvolgimento crescente dell'Iran nel sostenere lo sforzo bellico russo contro l'Ucraina dovrebbe fare scattare il campanello d'allarme per i leader occidentali su una latente sfida militare iraniana.
L’ambigua e confusa posizione di Joe Biden sulla questione dell'Iran è stata virale, resa addirittura pubblica con un certo scalpore dal Direttore dell'Agenzia di intelligence britannica dell'MI6, che all'Aspen Security Forum di luglio 2022 - incontro mensile e apartitico di leader per discutere le principali questioni di sicurezza nazionale e di politica estera del giorno - ha dichiarato che, a suo avviso, l'Iran avrebbe mostrato scarso interesse a negoziare un nuovo accordo nucleare. Non credo che il leader supremo dell'Iran voglia concludere un accordo, ha affermato. Non credo che gli iraniani lo vogliano. La verità è che la politica di Biden nei confronti dell'Iran è diventata decisamente insostenibile, e quanto prima lui e i suoi funzionari riconosceranno che il loro corteggiamento a Teheran è destinato a franare, tanto meglio sarà per tutti. Da quando, da più di 40 anni, gli ayatollah hanno preso il controllo del Paese, il Corpo delle Guardie Islamiche Rivoluzionarie (IRGC), portabandiera del regime, ha per lo più limitato le sue attività militari nella regione del MO, senza sconfinare e indipendentemente dal fatto che si tratti di una guerra contro il vicino Iraq o si minacci Israele, attraverso i suoi delegati in Libano e Siria. Le uniche occasioni in cui l'IRGC si è avventurato oltre il MO sono state operazioni terroristiche, come l'attentato nel 1994 a un centro della comunità ebraica in Argentina che uccise 85 persone e ne ferì più di 300, o l' ondata di attacchi condotta in Europa. Arduo per Raisi contenere le onde dei terroristi sciiti.
Secondo fonti della sicurezza occidentale, è in corso una marcata escalation nel coinvolgimento di Teheran nel conflitto ucraino, proprio a partire dal vertice Putin - Khamenei di Teheran, presenti E.Raisi, il leader supremo Ayatollah Ali, i due vertici della linea dura del Paese, e il Presidente turco Erdogan.
Pur descrivendo la guerra come brutale e dura, Khamenei ha suggerito che se la Russia non avesse preso l'iniziativa, l'altra parte, di propria iniziativa, avrebbe comunque creato una guerra ... Con la strada aperta alla Nato e se non fosse stato fermato in Ucraina, con il pretesto della Crimea la stessa guerra sarebbe iniziata qualche tempo dopo.
Funzionari statunitensi hanno riferito che un team di esperti militari russi ha visitato due volte una base aerea nell'Iran centrale per effettuare una valutazione dettagliata dei droni di fabbricazione iraniana. Ciò segue un rapporto del Consiglio di sicurezza nazionale Usa secondo cui l'Iran si è offerto di fornire 900 droni per aiutare lo sforzo bellico della Russia in Iran.
Tra i corteggiamenti tra Mosca e Teheran, non sono mancate segnalazioni, non smentite da gruppi di opposizione iraniana, secondo cui l'IRGC stia pianificando l’invio di truppe per combattere con le forze russe: dalla rivoluzione del 1979, prima volta che le forze iraniane si schierano sul suolo europeo. Il talamo UE ha acceso una nuova golosità sciita.
Anche per questa ragione, UK, Francia e Germania, i tre firmatari europei dell'accordo nucleare di Vienna a luglio 2015, hanno sostenuto gli sforzi dell'amministrazione Biden per rilanciare l'accordo. Il fatto dovrebbe indurre i negoziatori americani ed europei a rivedere seriamente il loro approccio alle trattative. L'espansione della partnership militare tra Russia e Iran è sicuramente un boccone amaro da digerire per l'amministrazione Biden, che ha investito molto capitale politico per riprendere i colloqui sul nucleare, ma ora, nel conflitto ucraino, arranca per negoziare con un Paese schierato dalla parte del suo avversario.
Obiettivo del summit è stato dimostrare all’Europa che la Russia non è isolata e che continua a coltivare i suoi rapporti internazionali con Ankara - grazie alla quale si sta sbloccando l’export di grano ucraino - e con Teheran, in risposta agli attacchi americani contro l’Iran. En passant, nel vertice è stato rievocato l’incontro avvenuto nel 1943 nella stessa città durante la Seconda Guerra Mondiale tra i leader Roosevelt, Stalin e Churchill, durante il quale ci si accordò, si parlò di Nato, delle mire europee della longa manus zarista e si pianificò il futuro dell’Europa.
Con Teheran, Putin non ha perso l’occasione per siglare accordi nel settore tecnico-militare, agricolo, informatico e della cybersecurity. Il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, ha dichiarato: Il contatto con Khamenei è molto importante e sulla maggior parte delle questioni, le nostre posizioni sono vicine o identiche. Il portavoce della Repubblica Islamica dal canto suo ha affermato: Putin non viaggia all’estero con promesse e dichiarazioni generiche di dialogo, ma ci sono sempre accordi concreti. Un tangibile segno dell'intensificarsi della cooperazione tra Mosca e Teheran è stata la firma di un memorandum d'intesa sull'energia da $40 Mld tra il colosso energetico russo Gazprom e la National Iranian Oil Company. La Russia e l'Iran hanno già cooperato su questioni energetiche, con Teheran che si offre di aiutare la Russia a evitare le sanzioni occidentali, mettendo a disposizione la sua rete globale di contrabbando di petrolio.
Anche Khamenei si è dichiarato molto fiducioso e soddisfatto degli accordi raggiunti con Vladimir, facendo sapere che Iran e Russia devono rimanere vigili contro l’inganno occidentale. Devono mantenere la loro indipendenza dagli Usa e devono impegnarsi ad eliminare il dollaro dal commercio globale.
Per chiudere, scopo della visita di Putin a Teheran è stato di incontrare Erdogan e Raisi per accordarsi sugli interventi in Siria, assecondando le voglie turche di accrescere la sua influenza militare nell’area allargando la safe zone; decisione, questa, che Iran e Russia non condividono. Putin ci ha provato, ma Khamenei ha ribadito: Mantenere l’integrità territoriale della Siria è molto importante e qualsiasi attacco militare nel Nord della Siria danneggerà sicuramente la Turchia, la Siria e l’intera regione e andrà a beneficio dei terroristi. Riaffermiamo comunque l’impegno a rafforzare la cooperazione trilaterale tra Russia, Iran e Turchia nell’interesse del raggiungimento di una normalizzazione sostenibile della situazione in Siria. Nonostante questo tentativo d’intesa, gli interessi di Mosca, Ankara e Teheran sono in forte contrasto: su Siria e Libia le posizioni russe e turche sono agli antipodi.
(consultazione: coughlin shillman - telegraph, editore difesa e affari esteri, journalism fellow di gatestone institute; washington post; times; aspen – colorado forum 2022; south china morning post; pravda; jerusalem post )