John Perrello aka JonOne (1963 - Harlem, New York) - Expressing the Chaos
Il caos del futuro
di Giorgio Panattoni
Mi pare che ci troviamo nel caos di un cambiamento che ci sconcerta e abbiamo timori per un futuro che si annuncia complicato.
Trump costruisce il muro (anche lui, e subito) e vuole farlo pagare al Mexico, che ovviamente non ci sta. È così incomincerà il boicottaggio dei prodotti e le imposte selettive. In entrambi i casi a pagare saranno le aziende e i cittadini americani, con tanti saluti ai proclami di crescita e di sviluppo nella autonomia. E per di più ha anche cancellato gli accordi di libero scambio che aiutavano anche i paesi più deboli. Assurdo ritorno al protezionismo e alla chiusura artificiale dei mercati.
Poi blocca la immigrazione da molti paesi del medio oriente, CON DECORRENZA IMMEDIATA! Ovviamente un caos incredibile. Così il responsabile di un centro di ricerca americano non può rientrare nel paese, e un regista candidato agli Oscar deve restare a casa.
Ma cosa gli è venuto in mente? E cosa c'entra la motivazione di bloccare il terrorismo? Quanto tempo ci metteranno i possibili attentatori a provenire da paesi esclusi dal blocco? (come già oggi l'Arabia Saudita, probabilmente in omaggio al petrolio).
Davvero inquietante che tutto ciò avvenga negli USA, un paese che esiste solo per l'apporto degli immigrati, visto che la popolazione autoctona è stata a suo tempo sterminata o rinchiusa in riserve.
E a sentire quanto Trump ha affermato siamo solo agli inizi.
E cosa fa la Unione Europea? Vedremo. Per il momento sta dando una mano decisiva alla propria disgregazione, con la sua politica di pressione inconsulta nei confronti dei paesi meno forti, favorendo la nascita di movimenti populisti e rinforzando quelli che ci sono già, che l'Europa non la vogliono.
Non si tratta di rispettare comunque le regole, anche in presenza di eventi drammatici e imprevisti, come dicono quelli che gli eventi non li hanno avuti, ma di una prospettiva politica, che va perseguita se è un obiettivo condiviso. Altrimenti i paesi che usciranno dall'Unione saranno molti, di fatto o di sostanza.
Anche perché con questa assurda politica super nazionale, e con i disastri delle politiche nazionali, i populismi interni, che non vedono il momento di distruggere quello che c'è, si sentono più forti, e con i disastri internazionali che si annunciano, e non solo negli USA, insomma con tutto quello che stiamo vedendo e che purtroppo si annuncia, mi pare che il futuro sia tutt'altro che piacevole.
E il disastro si completa con la constatazione che i populismi nazionali o non hanno una soluzione qualsiasi o quando ce l'hanno è peggio che non averla.
In questo clima a dir poco complicato e con le elezioni alle porte D'Alema dice "al voto liberi tutti", che con una legge proporzionale significa grande probabilità di perdere.
Possibile che non si possa rimandare lo scontro interno e la rivincita a quando possibilmente si è vinto? Cosa già di per sé difficile, ma così quasi impossibile.
E il risultato finale potrà essere un governo che nel caos si troverà quasi bene.
Resterà la soddisfazione di aver contribuito a farlo eleggere sconfiggendo equilibri interni già difficili e precari.
Del resto qualcuno, purtroppo ancora pochi, incomincia a pentirsi di aver vinto il referendum.
Il solito pianto del coccodrillo, che però avviene dopo aver mangiato, non restando a digiuno.