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Voltaire

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  Jacques Delors, il padre dell’Unione Europea

     di Bruno Lamborghini

 

     A fine dicembre 2023 è scomparso Jacques Delors, il grande costruttore dell’Unione Europea nei suoi 10 anni quale Presidente della Commissione Europea. Sono stati anni fondamentali per i risultati da lui promossi e realizzati, ma soprattutto per le sue idee di futuro che possono essere la base su cui poter costruire il secondo tempo di una vera Europa unita.

     Il decennio della sua presidenza europea tra il 1985 ed il 1995 è stato uno straordinario periodo di grandi cambiamenti, dalla caduta dell’Unione Sovietica alla riunificazione tedesca ed all’avvio della moneta unica.  In quegli anni l’Unione Europea si è allargata a Spagna e Portogallo e successivamente ad Austria, Svezia e Finlandia.

     Ma è soprattutto opera di Delors la pubblicazione dei Libri Bianchi e dell’Atto Unico nel 1987, alla base dei tanti interventi che prendono il nome di Rapporto Delors nella seconda metà degli anni 80, la generazione di processi determinanti  verso una chiara integrazione comunitaria, lo sviluppo del Mercato Unico, la progressiva abolizione delle barriere protezionistiche doganali, la politica europea della concorrenza con la riduzione degli aiuti nazionali di stato, gli accordi di regolamentazione delle politiche di bilancio con il Trattato di Maastricht e l’abolizione delle frontiere interne con il Trattato di Schengen. Poi anche il rafforzamento della politica di coesione con l’introduzione dei fondi strutturali europei, con particolare attenzione verso la scuola e la formazione (con l’introduzione dell’Erasmus).

     La sua idea per arrivare ad una effettiva Unione Europea di tipo federalista si basava su processi graduali di integrazione, mettendo assieme funzioni di cooperazione in grado di far accettare agli stati membri condizioni di fatto per il superamento graduale delle sovranità nazionali. Un processo che si è poi prolungato con la creazione della Banca Centrale Europea e con le numerose Direttive divenute Leggi nei paesi membri.

     Durante la mia permanenza a Bruxelles nei primi anni 90 con la responsabilità della sede di rappresentanza della Olivetti presso la Commissione Europea, ho avuto la straordinaria occasione di incontrare spesso personalmente il Presidente Delors e di conoscere direttamente il suo impegno costante per la costruzione europea. Ricordo quanto proponeva nel Libro Bianco di fine 80 sulla politica economica e industriale comune con il progetto di sviluppo delle Reti infrastrutturali europee (Transeuropean Networks) con riferimento a trasporti, energia e telecomunicazioni da finanziare con fondi finanziari europei. E’ il modello che la Commissione Europea ha introdotto recentemente per affrontare la crisi economica determinata dall’emergenza Covid attraverso il Next Generation EU ed il suo finanziamento attraverso l’emissione per la prima volta di titoli a base europea.

     La motivazione dell’obiettivo post crisi pandemica ha consentito di superare temporaneamente il blocco da parte dei paesi membri di politiche fiscali comuni  e investimenti a base europea con perdita di  controllo nazionale ma ci si augura che il Next Generation EU sia il primo passo verso una effettiva politica finanziaria e fiscale comune in grado di consentire investimenti a dimensione europea,  la strada che Delors aveva già indicato per dare all’Europa un solido futuro democratico e sociale.

     Ricordo ancora il suo interesse per l’evoluzione delle reti informatiche quale strumento di integrazione dei paesi europei e la spinta che diede ai Commissari Filippo Pandolfi e Martin Bangemann, con cui ebbi molti incontri, per la liberalizzazione dei mercati delle telecomunicazioni e per una politica europea dell’informatica basata sulla ricerca e sulla formazione dei cittadini. Seguendo il Libro Bianco di Delors, venne predisposto il famoso Rapporto Bangemann sulla Società europea dell’informazione che divenne un importante riferimento delle politiche europee negli anni 90.

     L’aspetto sociale era al centro del suo pensiero politico di socialista e cattolico per una società più giusta e l’Europa unita ne poteva divenire il modello. Come ha detto Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, secondo Delors l’Europa per essere vincente deve avere tre caratteristiche: la concorrenza che stimola, la solidarietà che unisce e la cooperazione che rafforza. Sino all’ultimo è stato positivo e attivo (je suis activiste) nel proporre continuamente attraverso scritti e discorsi le strade per arrivare ad una piena integrazione con processi di graduale federalismo, con il voto all’unanimità e sostituendo le strutture intergovernative.

    La vita di Delors è stata sempre dedicata ad una politica rivolta al bene dell’Europa, come membro del Parlamento Europeo nel 1979, poi Ministro dell’Economia e Finanza del governo di Mitterand in Francia 1981-84, Presidente della Commissione Europea 1985-1995 e candidato dal partito socialista alla Presidenza dello Stato Francese nel 1994 al termine della Presidenza Mitterand, pur sapendo che aveva alta probabilità di essere eletto ritirò la candidatura, non essendo d’accordo sui condizionamenti del contesto (venne eletto per la destra Chirac). In seguito, partecipò senza incarichi pubblici al progetto europeo con una presenza ideale di “padre” dell’Europa, una presenza che resta viva nel tempo e rappresenta una guida da seguire per costruire una Europa di valori democratici e di responsabilità sociale ed etica in un sempre più complesso ed incerto contesto geopolitico mondiale.

     La domanda da porsi ora: il pensiero illuminato e la volontà determinata di Delors potranno influire sulle decisioni del nuovo Parlamento Europeo eletto a giugno 2024 per il quinquennio 2024-29 e sulla rinnovata Commissione Europea?  Il prossimo Consiglio Europeo potrà decidere non più con il voto bloccante dell’unanimità, ma a maggioranza? Soprattutto, tenendo presente che vi sarà l’allargamento dei paesi membri per una Unione a 31 paesi, con l’inclusione di Ucraina, Moldavia, Bosnia, Montenegro e Albania.

    Nei prossimi anni l’Unione Europea si troverà a gestire una maggiore responsabilità per una difesa comune in particolare in ambito Nato (probabile Segretario l’olandese Rutte), per fronteggiare la Russia di Putin, in vista anche della descalation Nato degli USA dopo la possibile elezione di Trump a novembre.

    L’Unione Europea si trova davanti ad un bivio cruciale della sua esistenza: rafforzare di essere l’espressione concreta nel mondo dei valori democratici di libertà, tolleranza e responsabilità sociale ed ambientale, oppure di perdere la sua identità e rimanere solo come un confuso insieme di interessi sovranistici e conflittuali.        

           

Inserito il:04/01/2024 18:16:00
Ultimo aggiornamento:17/01/2024 11:58:03
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