Una Europa ove possibile e a ritmi diversi
di Bruno Lamborghini
La celebrazione del 60esimo anniversario dell’Unione Europea è stato dominato, come previsto, dal clima di attesa per le prossime elezioni soprattutto in Francia ove incombe il rischio lepenista e in Germania, dove peraltro le elezioni regionali di domenica hanno mostrato il successo dei due grandi partiti di Merkel e Schultz, in vista di una nuova Grosse Koalition in grado sperabilmente di dare alla Germania un più chiaro ruolo di leadership per il rinnovamento dell’Unione. A Roma i risultati quindi sono stati modesti, no ad una Europa a due velocità, ma “agiremo congiuntamente a ritmi e con intensità diversi, se necessario” e ove possibile. Con una Polonia, decisamente anti e con l’incombente Brexit, nessuno ha fatto proposte innovative.
In realtà a Roma vi erano due grandi ombre minacciose, la politica antieuropea e isolazionista di Trump e le continue azioni di Putin, che oltre ad aver influito sulle elezioni in USA, sta intervenendo quasi quotidianamente per indebolire l’Unione Europea, ultimo l’incontro di Putin con Le Pen ed i continui rapporti con i vari populismi.
In fondo, questa tenaglia esterna può accelerare la fine dell’avventura europea, ma all’opposto potrebbe rafforzare la necessità di collaborazione ed integrazione tra i maggiori paesi europei, come è avvenuto in caso di minaccia di guerra. I tedeschi sentono questa minaccia e se in Francia vincerà Macron non è impensabile che qualcosa avvenga. Un documento che la Commissione sta producendo riguarda il rafforzamento della difesa comune davanti alle minacce presenti ai confini dell’Unione. Non è la strada che tutti auspichiamo, ma è forse il percorso che potrebbe portare ad una effettiva Unione, almeno per una parte dei 27.