Fausto Segoni (Perugia, Contemporaneo) - Migrazioni - 2009
Buonismo, ma con buon senso
Miti e leggende della sinistra italiana.
di Tito Giraudo
Non sono molto interessato a stabilire se il PD sia ancora un Partito di sinistra.
Quale sinistra comunque? Quella ex PC ed ex sinistra DC, oppure quella del fondatore di Repubblica che da vecchio dialoga con Dio ma da giovane, dopo trascorsi liberali e poi socialisti, si diede da fare perché non si realizzasse l’unità a sinistra (motivo: odiava Craxi), mutando radicalmente non solo il pensiero della sinistra ma anche la base sociale di riferimento: dagli operai ai borghesi autoilluminatisi.
Solo i fuoriusciti dal PD (ma secondo me non ci credono neppure loro), parlano di popolo della sinistra, qualcuno pensa ancora alla mitica classe operaia, ma i più pensano alla cosiddetta società civile, poiché convinti che la destra sia impresentabile. Sono costoro, gli eredi diretti del nullismo socialista degli anni venti del secolo scorso, quello che per intenderci avrebbe potuto governare ma preferì lasciarlo fare all’ex compagno di merende: Benito Mussolini.
Altra storia per l’attuale PD. Questa è una classe dirigente che vuole governare e, bisogna ammetterlo, è pure riformista. Tuttavia, non si è ancora liberata di alcune manie proprie del socialismo degli illuminati. Questi auto condizionamenti emergono nelle cosiddette questioni di principio, quelle che fanno parte di un bagaglio ideologico che considerano irrinunciabile, contrabbandando legittime opinioni come una missione di civiltà.
Lo ius soli è una di queste. I Piddini non sono contenti (come lo sono io) di essere etichettati non più di sinistra, perché pur non avendo più nulla in comune con la vecchia e la meno vecchia sinistra, conservano alcuni tic duri a morire che non sai mai se li rendono antipatici per presunzione, o patetici per vocazione astratta.
Sta di fatto che, sconfitti nella cosa più importante che abbia proposto la sinistra italiana nel dopo guerra: la riforma costituzionale, invece di rivendicare, alla prova dei fatti, la giustezza di quella riforma, si sono rifugiati sui temi molto più facili e per loro meno divisivi che sono i diritti civili, senza rendersi conto che questi sovente entrano in contraddizione gli uni con gli altri, se non nell’ideologia, nella pratica.
Io non sono tra quelli che pensano che il PD non vede l’ora di dare il voto ai migranti per convenienza. Se così fosse avrebbero un amaro risveglio. Consideriamo gli islamici. Prima o poi si organizzeranno anche politicamente, in quel momento cosa avranno da spartire con un Partito che si fa giustamente paladino dei diritti delle donne, degli omosessuali e di quanto altro fa parte della sfera del personale; dal momento che quella popolazione deve essere conquistata al più elementare principio della laicità dello Stato e della libertà religiosa, che non va invocata solo in casa degli altri, ma pure in casa propria.
Mi si potrà obbiettare che il diritto alla cittadinanza per chi nasce nel nostro Paese è un elemento di integrazione. Ne convengo. Tuttavia, e siamo alle solite, questa rischia di essere una diatriba ideologica. se non si risolvono prima a monte i problemi degli stranieri. Il primo è il lavoro che scarseggia per gli italiani, figuriamoci per i migranti. Il secondo è la casa, che al di la delle strumentalizzazioni salviniane è un grosso problema anche per i ceti impoveriti dalla recente crisi economica scatenando la guerra tra poveri.
Se non siamo campioni di astrattismo dobbiamo convenire che con questi chiari di luna non si vedono all’orizzonte profondi cambiamenti economici e quindi, con tutte le migliori buone volontà: tra le intenzioni e le realizzazioni, ce ne passa.
Mi si obbietterà ancora che i migranti sono una risorsa per una società che sta invecchiando e una natalità nazionale in costante diminuzione. Anche qui la sinistra umanitaria, è a mio parere miope.
La denatalità, in natura è dovuta, come la natalità, alla crescita o decrescita armoniosa tra risorse e consumi. In una società umana che sta correndo verso l’automazione, in un futuro nemmeno tanto lontano, o emigriamo su Marte, oppure dovremo porci problemi di regolazione delle nascite, cosa in parte risolta nel mondo occidentale ma non certo negli altri Paesi, Africa in testa.
Ancora mi si obbietterà che mai i flussi migratori sono stati fermati e che alla distanza questi portano solo benefici. Questa teoria non mi convince. Prendiamo la caduta dell’Impero romano. Roma viveva di conquiste e aveva un’economia schiavistica che oggi aborriremmo giustamente. Ma cosa successe quando Roma, per molte ragioni (tra cui l’abolizione della schiavitù) decadde? Forse la società medioevale fu più giusta e avanzata? Fino al 1700 l’occidente fu feudale sostituendo lo schiavo con il servo della gleba, inoltre la cultura greco romana fu preservata, praticamente solo dalla Chiesa, almeno fino al borghesissimo Rinascimento.
In questi ultimi anni abbiamo avuto due immigrazioni, quella europea dei paesi ex comunisti e quest’ultima africana per bisogno e mediorientale per guerre e instabilità politica.
La prima, possiamo dire di averla, se non integrata completamente, almeno di averla utilizzata per quei lavori che i nostri figli non vogliono fare, i servizi alla persona e l’edilizia. Dopo di che, cari amici non resta trippa per i gatti, e quindi non possiamo permetterci un facile buonismo a parole. Sicuramente molti nel PD sono armati di buon senso. La cosa che li guasta è il terrore di non essere avanzati, umanitari, purtroppo soltanto a parole perché nei fatti, poco possono fare con questi chiari di luna politici ma soprattutto economici.
Prima di decidere i tempi dei diritti alla nazionalità dei figli dei migranti risolviamo i più elementari problemi del vivere civile, sempre che i flussi non riprendano e l’Europa continui a latitare, nel qual caso auguri a tutti….