Milana Novcic (from Berlin, Germany) - I Don’t Want
Sanzione o condizionatore?
… a ruota libera
di Davide Torrielli
Sono rimasto molto colpito dalla consueta ed apprezzabile concretezza di Draghi in un recente discorso, dove indica agli italiani in modo esplicito, una scelta da fare tra il confermare le sanzioni, pare necessarie, tese a ridurre in brache di tela Putin, e il poter mantenere accesi i nostri climatizzatori questa estate, diretta quanto centrata iperbole a significare come si debba necessariamente affrontare quello che tutti sanno e che pochi dicono chiaramente: siete voi italiani pronti alla rinuncia a qualcosa che somiglia al nostro benessere per la salvezza del popolo ucraino?
Siete pronti a sudare con il condizionatore spento per dire a Putin, tieniti il tuo gas, il tuo petrolio?
Questa concretezza, usuale per Mario nostro, sarà anche a mio avviso proprio la sua condanna, circondato com’è da un branco di politici incapaci, che riescono, ancora una volta, a mettere in difficoltà quei pochi ma presenti, tecnici validi che tentano di sopravvivere a palazzo Chigi.
Allora, italiani, siamo pronti a scegliere tra gas e sanzioni?
Io sì, visto che piacciono le scelte di campo, scevro da ipocrisia, dico che no, io non sono pronto a rinunciare alla caldaia, nuova a condensazione a metano, alla nuova macchina ibrida a metano, ai condizionatori i promossi con il 110 dal nostro governo ed alla energia elettrica, consumata dai miei figli a piene mani, prodotta con il metano, nelle nostre centrali turbogas.
No, io non sono pronto a questa rinuncia, mi spiace. Ho delegato negli anni a chi ci governa, le scelte strategiche in termini energetici, a chi siede panzuto sugli scranni del parlamento e quindi, che ci pensino loro. Così come io non dormo la notte essendo stato “delegato”, come amministratore delegato della società per la quale lavoro, dovendo rispondere del mio operato, che anche loro rispondano in proprio del loro decidere e programmare, quando chiesero alle vecchiette se volessero il nucleare sì o no, ottenendone ovvia risposta, invece d scegliere ed imporre come è logico che sia.
No, non rinuncio, mi spiace. Trovate un’altra strada cari signori e ve ne sono tante; una è certamente quella di dire al Grillo ucraino, che vogliamo sederci tutti insieme a lui, intorno ad un tavolo e parlare con Putin decidendo del suo paese, invece di assistere a questa tristissima sequela di visite con il cappello in mano, a rotazione tra francesi, tedeschi, ed ora anche gli austriaci. Ci provano tutti ma sempre distinti, separati ed autonomi. L’Europa, cari signori, mi spiace, non esiste ancora.
Una bella iniziativa che qui promuovo è certamente portatrice di un segnale forte e concreto: carichiamo un bel bus di nuova generazione dotato di tutti i confort, con a bordo i 27 capi di stato europei, tutti insieme in un colpo solo, ed al confine tra Romania e Ucraina, si entra, destinazione Mariupol, in gita!
Ah, dimenticavo, questo avviene mentre Papa Francesco, che io stimo molto, atterra a bordo del suo elicottero blindato bianco, in piazza a Kiev per la prima messa ucraina in tempi di guerra.
Ecco qualche ideuzza concreta per uscirne rapidi, chi ne ha altre?