Valentin de Boulogne (Coulommiers, Francia, 1591 - Roma, 1632) - Allegoria dell'Italia
In Italia si cambia! … per non cambiare mai…
di Davide Torrielli
Il nostro dicono essere il Bel Paese, ma sempre di più mi rendo conto della forte diluizione che questo concetto va subendo nel tempo per mano dei propri governanti che non sono però, qui, oggetto delle mie solite invettive.
Sento spesso il richiamo ad una appartenenza europea del nostro popolo che, di fatto, mi chiedo se mai avverrà veramente considerata l’estrema provincialità proprio delle genti italiche, avvezze più ad ingegnarsi sempre per fottere chi ci comanda più che per migliorarci in un contesto europeo e progredire un minimo.
Niente da fare, non ce la facciamo e inizio a pensare non da oggi che il nostro dna sia danneggiato irreparabilmente in qualche cromosoma che fa scattare la sintesi venefica di una proteina che si chiama acido fottendus, noto attivatore di una zona cerebrale molto attiva sita nella parte parietale atta all’elaborazione di strategie evasive del pericolo; ciò ci viene certamente da una discendenza scimmiesca che non riusciamo a isolare nella catena evolutiva.
Gli abitanti dello stivale infatti proclamano a gran voce il cambiamento per mezzo della propria indignazione ed in molti casi esprimendo pareri inclini alla evoluzione modernista del nostro paese, quali il mercato globalizzato, non importa se ufficiale o cinesato tanto occorre comprare solo quello che a me costa meno. Dobbiamo tollerare ed accogliere il diverso, l’africano, ma a casa degli altri in quanto purtroppo, io vorrei ma non posso … non ho spazio!
Si urla allo scandalo di fronte a montagne di plastica riversate negli oceani e quando qualcuno prova, non so se intelligentemente o meno, a intervenire sulla Plastic Tax, tutti in piazza perché se no si mette in ginocchio una regione come l’Emilia e nel frattempo gli italioti proseguono a essere i maggiori consumatori di acqua minerale in bottigliette di plastica: una usanza da scemi, in quanto due minuti, due golate di acqua marcia stagnante, con analisi di due anni prima e stoccata certamente al sole, e poi si getta via l’equivalente stupido contenitore. Nessun segno di civiltà nei propri gesti ed a vantaggio della collettività: ci devono come sempre pensare gli altri.
L’italiota prosegue, nel percorso di protesta che è coadiuvato da terzi, una modernità se vogliamo.
Proviamo ad analizzare la tassa della panza, sulle bibite zuccherate lamentiamo obesità e sovrappeso, ma poi se la Coca Cola costa 50 centesimi in più, apriti cielo! eh, ma quella mette in crisi il mercato delle bibite e quindi forse è meglio rivederla. Fantastico è poi come chi studia questi interventi, sia disposto a infilare la coda tra le gambe alla prima protesta sulla base del terrore derivante da perdere qualche punto percentuale nel gradimento di ‘sto popolo che a me piace sempre meno.
Cosa accadrebbe se le sigarette invece di costare 5 euro al pacchetto costassero 50?
Cosa accadrebbe se di colpo si abolissero, come in un vicino passato, certamente più civile, tutti i giochi d’azzardo?
Italioti che comandano altri italioti, quindi stesso modus operandi. Chiacchiere stadio e distintivo.
Pochi o meglio, nessuno, che è in grado di decidere e sostenere una scelta come si deve con determinazione e caparbietà; siamo a mollo nella monnezza, ma in tanti paesi del sud la differenziata non la si fa perché è faticoso ed è più semplice gettare tutto dal balcone.
A Taranto si muore, mannaggia, di cancro, nel rione Tamburi, ogni giorno, però non possiamo parlare di riconversione di uno stabilimento vecchio, stravecchio che non ha futuro e che va spianato al completo per farne certamente qualcos’altro. Voglio tutto, il lavoro, la salute, i soldi, l’ambiente pulito e mi verrebbe da pensare anche una fettina sottile di ….
Vogliamo il gas, che ci scalda le chiappe ma non vogliamo la TAP. Vogliamo il consumismo americano ma non gli inceneritori, o meglio li vogliamo ma in un’altra provincia, non la mia.
Vogliamo tutto, ma alla fine senza impegnarci personalmente perché va bene tutto finchè non ci si avvicina pericolosamente alla propria sfera.
Ma che paese sta diventando questo?
Abbiamo bisogno di una commissione di Monaco di Baviera che ci comandi?
Francamente, a parte l’amatriciana , a me piace sempre meno.
Non è escluso che un giorno vi saluti, quando potrò.
Te curas.