Emilio Gallo (Disegnatore, graphic designer, animatore 3D) - Ritratto a matita di Matteo Renzi
Dato l’avvicinarsi di scadenze elettorali confermiamo che Nel Futuro pubblica nella sezione Politica le opinioni espresse dai diversi Autori senza ovviamente alcuna forma di censura, ribadendo peraltro, come in passato, che queste non necessariamente significano accordo da parte dell’intera Redazione di Nel Futuro.
Al Voto
di Davide Torrielli
Quanto scrivo rappresenta l’opinione personale e nulla ha a che fare con la linea editoriale di Nel Futuro che ringrazio per la continua disponibilità nel dare voce e possibilità di espressione.
La tentazione di rimanere a casa è tanta, lo confesso, così come quella di mettere in atto il proposito che avevo descritto riguardante il rifiuto della scheda ma, in rispetto di chi ha lottato con il sangue per questo diritto andrò a votare come sempre ho fatto sin da quando ne ho avuto il diritto considerandolo a tutti gli effetti, un dovere civico proprio nel rispetto di questi nostri nonni.
Per quanto concerne il rifiuto, credo che in questo momento storico, più che la protesta, assolutamente condivisibile, sia necessario compattarsi quanto più possibile al fine di poter delineare un gruppo di governo che … governi. Il nostro paese ha in questo momento l’assoluta necessità di dare segni di stabilità, concretezza e struttura al di là di tanta protesta ed estremismo che certamente esprime il malcontento del popolo ma che seppur condiviso non potrebbe fare che male nonostante il resto non sia affatto entusiasmante.
Siamo oltre.
Qui non si scherza più.
In questo senso quindi, il meno peggio è certamente quanto deve animarci nella ricerca del voto utile in quanto ritengo personalmente i voti espressi a fazioni minori esattamente equiparabili a voti di protesta e quindi inutili; questo, attenzione, indipendentemente dalle coalizioni che considero per tutti esclusivamente cavalli di Troia per chi il consenso non ha.
Voto inutile, esiste eccome.
Questo termine ha generato nei miei colleghi di penna, qualche dubbio che intendo qui fugare chiarendo sin d’ora che il significato delle parole non deve essere travisato in modo strumentale e, come ebbi modo di scrivere in un articolo dedicato, proprio la mala interpretazione personalizzata delle parole ha da tempo causato tanto male: un utile, dico utile, ritorno al significato vero ed originale dei termini invece denota una intelligenza che va probabilmente diventando nel tempo merce rara.
In questo senso quindi il termine Inutile, significa privo di utilità passando in secondo piano la sua accezione negativa, se vi è mai stata.
I voti quindi destinati alla mera protesta, a gruppi minori, a movimenti temporanei o raggruppamenti di scopo, di pancia, di estremismo puro, sono per me, lo ripeto, inutili, privi di utilità o per soddisfazione dei più esigenti, utili sì, ma solo a se stessi.
Viceversa, il momento storico nel quale ci troviamo richiede compattezza, concretezza ed unione intorno a pochi capisaldi senza dispersione che a mio parere dovrebbe essere addirittura codificata come inaccettabile per legge elettorale.
In questo continuiamo a dimostrarci un popolo antico, storicamente attrezzato ma elettoralmente immaturo quando accettiamo che nel momento più importante della democrazia, quello del voto, si possa permettere di considerare come possibili voti a decine e decine di schieramenti.
Tante possibilità non significano affatto tanta democrazia: al contrario, la dispersione del voto è sempre stata un bieco strumento di manovra per chi vuole che nulla cambi. Nelle pieghe del tanto, tanto ci sta.
Chiaro è quindi come io veda nel bipolarismo o meglio oligopolarismo, per coniare un termine forbito, la soluzione a tanta anarchia elettorale che solo confonde.
Vero è che il nostro paese non è pronto ad esperienze di natura così alternativa, ma un processo di ricompattamento diciamo, forzato, sarebbe necessario per consentire di poter drasticamente ridurre le possibilità che solo apparentemente paiono molte ma in realtà contribuiscono esclusivamente alla disgregazione e dove c’è disgregazione, regna il malaffare.
Sin dai tempi di Zanone, passando per Altissimo e poi Spadolini, l’anima borghese di questo paese, vero scheletro del nostro vivere, richiedeva a gran voce personaggi giovani, riformisti, e dalle idee nuove che nel tempo invece sapessero modernizzare la citata anima conservatrice che considero strutturalmente la vera essenza del nostro paese; la geriatria parlamentare ha spopolato sino a quando, non si sa come, ne è uscito uno buono, o meglio se vogliamo, meno peggio degli altri che per inesperienza, si è fatto trapetta da solo.
Anni fa quando lo sentii in un comizio a Firenze, subito dissi che sarebbe diventato qualcuno in alto e così fu.
A lui ed al suo partito andrà il mio voto nella consapevolezza che occorre simulare uno sperato bipolarismo e dall’altra parte, meglio non esprimersi, nonostante qualche spunto positivo ci sia ma temporaneamente ed opportunisticamente per ora, legato. Durerà poco ma a oggi è così.
A te quindi Matteo va il mio voto.