Cliff Young (New York, 1905 - 1985) - The Great Election of 1733 (1953)
Dato l’avvicinarsi di scadenze elettorali confermiamo che Nel Futuro pubblica nella sezione Politica le opinioni espresse dai diversi Autori senza ovviamente alcuna forma di censura, ribadendo peraltro, come in passato, che queste non necessariamente significano accordo da parte dell’intera Redazione di Nel Futuro.
Più che i fascisti, potranno gli sfascisti
di Tito Giraudo
Contrordine compagni (si fa per dire).
Sabato, avevo inviato alla Redazione l’appello del Foglio e dal momento che ne condivido i contenuti, mi ero limitato ad un breve cappello introduttivo, qui riportato:
“Cari amici, avevo annunciato un articolo di risposta ai vari commenti su “Dichiarazione di voto”
Ve lo risparmio.
Stamani ho letto il manifesto del Foglio; dato che lo sottoscrivo in pieno (fa ridere discutere delle sfumature) lo riproduco paro, paro. Ai miei tre lettori che hanno commentato il mio pezzo non rispondo rinfocolando polemiche, per altro civilissime, ma chiedendo di guardare avanti.
Chi se ne frega di Renzi o di Berlusconi o dell’età di Emma. La partita è importantissima e sarà giocata tutta nelle alleanze che, piacciano o non piacciano ai puristi, dovranno essere fatte.
Buon voto, cari amici.”
Domenica, mi telefona il Direttore di “Nel Futuro” per comunicarmi che i miei tre lettori sono diventati quattro e quindi valeva la pena di ampliare il pezzo con il mio illuminato pensiero (si fa sempre per dire).
Eccovi l’appello manifesto elettorale del Foglio:
“A prescindere da chi andrà al governo chiediamo alle forze politiche di impegnarsi nella prossima legislatura a non sostenere alcuna politica protezionista, alcuna politica anti vaccinista, alcuna politica anti europeista; a non avallare alcuna politica finalizzata a indebolire l’euro, a smantellare la riforma del lavoro, a scassare la riforma delle pensioni; a mettere in campo un intervento progressivo per il taglio delle imposte e in particolare del cuneo fiscale per le imprese che investono in tecnologia e competenze, promettendo di non finanziare le riduzioni con aumenti di deficit pubblico; ad alleggerire in modo progressivo il nostro debito pubblico senza tradire i vincoli europei, il cui rispetto ci permette di essere credibili sui mercati internazionali anche in presenza di un debito pubblico molto elevato; a liberalizzare i servizi pubblici locali promuovendo nel settore un modello di concorrenza simmetrico a quello promosso sulle tratte ad Alta velocità; a promuovere in ogni sede accordi di libero scambio e internazionalizzazione, finalizzati a sostenere gli scambi commerciali delle nostre imprese con l’estero; a legiferare a favore di accordi che favoriscano un sistema di contrattazione salariale decentrato che consenta di detassare in modo più efficace rispetto a oggi ogni incremento di produttività; a sostenere qualunque tentativo di ridurre i tempi del processo penale battendosi contro ogni tentativo di violare il nostro stato di diritto aumentando i tempi della prescrizione; a promuovere un severo efficientamento della Pubblica amministrazione attraverso un sistema di incentivi tarato per punire le inefficienze e per premiare chi lavora di più”.
Nel frattempo, apprendo che fioccano le firme e: udite, udite, sono trasversali tra centro sinistra e centrodestra.
Invece di promuovere l’inutile e anacronistico revival antifascista di facciata, perché per la sinistra fa fine e non impegna, il Foglio nel suo appello individua nello “sfascismo” il nemico da battere.
Lo sfascismo è sicuramente trasversale. In quest’orgia demagogica, per chi guarda la politica con occhi disincantati, emerge una linea ben precisa, quella del sovranismo anti europeista, non per attuare l’ottanta per cento delle mirabolanti bufale ma anche solo il 20% .... voglio essere indulgente il 30%.
Gli elettori, dovrebbero sapere che anche solo modesti risultati parziali non sarebbero compatibili con le regole europee, non dico che ci butterebbero fuori, dico che farebbero, fare il lavoro sporco dai Mercati e dallo spread, il cui aumento minerebbe ulteriormente, dati gli interessi sul debito che non è in mano solo ai risparmiatori italiani ma a quelli stranieri molto meno pazienti e interessati alle sorti italiche, la credibilità economica del Paese.
Mi rimane difficile capire come mai gli elettori abbiano dimenticato la lezione della Grecia e le sue folle osannanti i demagoghi, fino al giorno che i Bancomat hanno sospeso l’erogazione.
Non dico che tutte le proposte degli “sfascisti” siano assurde: la riduzione delle tasse accompagnata dalla semplificazione sarebbe cosa di buon senso se si spiegasse che dovrebbe essere diluita negli anni e progressiva, lo stesso vale per il recupero dell’evasione.
Anche la legge Fornero, potrebbe nel tempo essere modificata, come già sta avvenendo senza stravolgerla, soprattutto per quanto riguarda l’età pensionabile come ritiene lo sfascista Salvini, le cui proposte sono tutte volte ad aumentare la spesa e diminuire le entrate fiscali, tipo: botte piena e moglie ubriaca.
Lo stesso dicasi per la proposta demenziale dei 5Stelle sul reddito di cittadinanza che incentiverebbe soltanto i nullafacenti che in Italia crescono spontanei. Fino a poco tempo fa, pensavo che i 5Stelle fossero invasati a immagine e somiglianza del loro mentore. Constato che la versione Di Maio for President, assomiglia tanto a quella di un attore che deve fare un monologo e improvvisa guardando la faccia degli spettatori, che non sono gli esagitati dei social, ma un elettorato che sia pur deluso dai vecchi partiti, è pronto a seguire le più strane ricette di un medico che, definirlo omeopatico, sarebbe un onore poiché in realtà si tratta del mago Otelma.
L’appello del Foglio ad ogni buon conto è chiaro ed esplicito rispetto a come la pensiamo noi nemici giurati dello “sfascismo”.
Non mi resta che spiegare meglio la mia scelta di votare per la lista +Europa. Un mio lettore mi chiede perché non voto direttamente Renzi dal momento che sono stato strenuo assertore del SI.
Mi sembrava di aver spiegato che pur apprezzando, non tanto la rottamazione degli uomini quanto quella delle idee di una certa sinistra, ritenevo, il Partito nel suo complesso ancora troppo ancorato, se non al catto-comunismo: al catto-socialismo (senza socialisti).
La manifestazione di Roma, con tutti gli arnesi dell’antifascismo militante, dato che sono indulgente, la prendo come difesa elettorale per non lasciare troppo spazio a sinistra. Quello che non riesco a perdonare, è di manifestare solo come antifascisti e non come anticomunisti, dal momento che guardano ai Centri Sociali, nella migliore delle ipotesi, come compagni che sbagliano.
Non sono d’accordo in toto con le idee della Bonino, se no sarei rimasto radicale, ma nell’occasione +Europa è un invito chiaro ed esplicito, o di qua o di là, cosa che il PD nel suo insieme non mi garantisce e poi, dal momento che per la prima volta voto l’aggregazione: accontentatevi!