Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Methune Hively (Surprise, Arizona, USA - ) - Midday Siesta

Pubblichiamo sotto il titolo “La siesta”, spunti, pensieri e osservazioni di Gianni di Quattro relativi a fatti di attualità, principalmente di politica nazionale ed internazionale. Ci auguriamo che questo possa favorire un interscambio di idee con i lettori i quali sono invitati a commentare ed a dibattere sia in caso di accordo che di disaccordo col pensiero dell’autore.

 

La siesta (05)

di Gianni Di Quattro

 

Nel nostro paese ci sono bravi tecnici. Gente che è capace di maneggiare con padronanza le nuove tecnologie e questo da sempre, anche se ora la diffusione di nuove tecniche ed applicazioni cominciano ad evidenziare mancanza di risorse che potrebbe essere grave in un futuro dietro l’angolo. Ed allora perché i sistemi informativi di tante aziende, della pubblica amministrazione, delle banche sanno di antico, sono farraginosi, poco innovativi? Perché spesso le nuove tecnologie sono servite per fare meglio e magari più velocemente le cose di sempre senza alcuna variante organizzativa? Perché, forse, il nostro paese specie nelle persone che contano (cioè quelle che sono responsabili) è conservatore, poco innovativo. È così non solo in politica, ma anche in economia (molti risparmi, pochi investimenti) ed anche in campo tecnologico.

Il nostro Premier Conte e il Ministro degli Esteri Di Maio dovrebbero con un po’ di umiltà prendere atto che il mestiere di diplomatico non si può improvvisare. Sarebbe meglio lasciassero perdere questi contatti e questi viaggi, queste dichiarazioni, questi inviti (poi disattesi) che non solo non servono, ma confondono e non ci fanno fare una buona figura. Se stessero fermi e si occupassero di altro sarebbe meglio.

Non si capisce se i sindacati nel nostro paese ci sono ancora e in caso affermativo cosa stanno facendo, di tanto in tanto dichiarano che bisogna aumentare gli investimenti per creare lavoro, qualcuno deve averglielo suggerito e loro fanno bene a ripeterlo. Ma non hanno un piano, una visione del futuro, una strategia. Vogliono partecipare alle decisioni del governo in materia economica e di lavoro ma non si capisce che tipo di contributo possono dare, al di là di quello di sapere organizzare uno sciopero o una adunata (forse).

C’è gente in questo paese (un giornale abbastanza diffuso e un magistrato noto) che dicono, magari non proprio apertamente, che alla fine forse sarebbe meglio abolire la difesa nel processo penale. I loro seguaci sono numerosi. Se qualcuno non li ferma in tempo questi sono capaci di portarci in questo dramma. È gente che ha un disegno politico senza dubbio.

Capita alla televisione italiana che trasmissioni obbiettivamente mediocri abbiano una audience alta, si può dire imprevedibilmente alta. Certamente questo dipende dal livello medio dei telespettatori, ma anche dal fatto che altre trasmissioni, quelle che sarebbero concorrenti, sono molto peggio.

Tutti i partiti dicono che bisogna sviluppare gli investimenti per creare lavoro. Sono tutti d’accordo, persino i sindacati e la maggioranza dei media, salvo qualcuno che dice che bisogna avere prudenza (non si sa mai). Non si capisce perché non si fa quello che tutti dicono di voler fare e su cui sono d’accordo. Forse ci si può avvicinare alla realtà pensando che una operazione del genere darebbe forza alle forze di governo in carica e creerebbe sempre a favore delle stesse, amicizie, favori, consensi, voti. Ed allora nessuna parte vuole favorire l’altra e quindi si oppone e così si continua all’infinito. Una democrazia solo apparente la nostra, non digerita dalla classe politica e di conseguenza dalla maggioranza del paese.

Non si può negare che episodi di intolleranza verso persone diverse si verificano nel nostro paese da Nord a Sud. Diversità che riguarda il colore della pelle, la razza, la religione, il sesso, l’origine. Per la verità questi episodi ci sono sempre stati, tuttavia la sensazione è che negli ultimi tempi questi episodi si stanno diffondendo e solo alcuni casi eclatanti hanno l’onore delle cronache. Forse si sviluppano questi episodi perché c’è qualcuno che soffia sul fuoco per interessi politici, forse perché anche quello che si verifica a livello internazionale ha riflesso nel nostro paese. Un segnale brutto insegna la storia, un segnale da non sottovalutare che porta alla violenza, magari non quella già vissuta, ma comunque violenza e non è un bell’andar per tutta l’umanità, soprattutto per i giovani.

Quando si comincia con la violenza di un paese contro un altro, significa che parte la guerra che non si fa come una volta, ma in altre forme e soprattutto con tanta tecnologia e cioè con tanti soldi (mentre tanti muoiono di fame). Quando si è in guerra tutto può succedere perché la confusione prende tutti anche (e soprattutto) gli esecutivi impegnati (operatori, soldati, spioni, fiancheggiatori) e può succedere di tutto, compreso l’errore di abbattere un aereo che niente ha a che fare con il conflitto o qualunque altra cosa. Non si capisce perché ci si meraviglia dell’abbattimento per errore di un aereo ucraino.

 

Inserito il:12/01/2020 15:15:48
Ultimo aggiornamento:12/01/2020 15:20:42
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